Si estende a macchia d'olio lo scandalo della carne equina etichettata come manzo

HamburgerLo scandalo della carne equina, etichettata come manzo, dilaga in Europa.

Nel Regno Unito la contaminazione riguarderebbe anche cibi serviti nelle mense delle scuole, negli ospedali, nei pub e negli alberghi. Le autorità britanniche che hanno disposto controlli su 2500 prodotti hanno reso noto che soltanto 29 sono risultati positivi e che la percentuale di carne di cavallo non supererebbe mai l’1%.

Ma le rassicurazioni non bastano.

“Penso – dice la mamma di un bambino che frequenta la scuola Bowerham – sia sbagliato. È disgustoso. Solo per fare soldi. Non è giusto. Tu paghi per quello che dovrebbe essere. Se è manzo è manzo, non un’imitazione”.

Queste finora le cifre dello scandalo alimentare: 750 tonnellate di carne equina, proveniente per lo più dai macelli della Romania; 45 milioni di pasti pronti contaminati e distribuiti in 12 Paesi. E mentre Bucarest respinge le accuse di false etichettature, Bruxelles prova a minimizzare.

“Non dovremmo – sostiene Tonio Borg, commissario alla Salute dell’Unione Europea – creare panico se non ci sono indicazioni a questo riguardo, perché come sapete a volte le reazioni possono essere irrazionali. Quindi a meno che non venga provato che si tratti di qualcosa che riguarda la salute, continueremo a trattarlo come un problema di etichettatura. Finora è una questione di etichettatura”.

Gravi errori sui dati climatici inerenti alle emissioni di gas serra

Gas serraLe emissioni di gas serra negli anni 1990 potrebbero essere state sottostimate per miliardi di tonnellate, gettando nel dubbio alcuni dei calcoli matematici alla base del Protocollo di Kyoto, e offrendo così potenzialmente una buona notizia sul tasso di progressione del cambiamento climatico.

Una ricerca internazionale guidata da scienziati dell’ente australiano di ricerca Csiro ha misurato i cambiamenti reali nella quantità di CO2 che si accumulava nell’atmosfera, contro la quantità di gas che ciascuna nazione ha detto di aver emesso.

E il quadro d’insieme non combacia, “come in un puzzle in cui mancano dei pezzi”. “La spiegazione più semplice è che vi sia stata una sottostima di circa il 7% in quel periodo di base degli anni 1990”, scrive il responsabile della ricerca Roger Francey della Divisione meteo e clima del Csiro sulla rivista Nature Climate Change. “L’aumento di CO2 nell’atmosfera non riflette le emissioni riportate. Questo può essere perché la metodologia per calcolare le emissioni nazionali era molto meno sviluppata di oggi, ed era accurata solo per pochi paesi. Quindi ci siamo affidati a stime molto più di quanto credessimo”, aggiunge.

Se è confermato che le emissioni negli anni 1990 erano più alte, vuol dire che non sono aumentate così rapidamente per arrivare ai livelli attuali, osserva Francey.

Significherebbe che le emissioni sono aumentate negli ultimi tre decenni entro la fascia media delle previsioni del Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico (IPCC), anziché subire un’impennata a partire dal 2000.

Forse le dimissioni di Joseph Ratzinger sono state un gesto quasi obbligato

Joseph RatzingerÈ già divenuto banale, scontato, dire che le dimissioni di Benedetto XVI sono un evento storico.

Tutti i rimandi alla straordinaria storia del papato ci dicono che siamo di fronte a una svolta destinata ad avere grandissime ripercussioni sui sentimenti e le emozioni di un miliardo di persone in ogni angolo del pianeta, e perfino sui rapporti di forza politici e finanziari che si dispiegano in varie aree cruciali del mondo. Perché questa Chiesa cattolica è certo luogo di fede e di speranza per milioni, ma è molto di più centro di potere.

Credo che abbiano ragione coloro che ritengono che questo dramma sia il risultato di una evidente crisi politica che ha il suo epicentro nel “sistema” dei corridoi vaticani. Una crisi virulenta, immediata e gravissima, che non ammetteva dilazioni. Un gesto quasi obbligato.

Non c’è bisogno di ricordare il lungo rosario di scandali italiani, bancari in primo luogo, che hanno costellato il percorso di questo Papa. C’era e c’è del marcio in Vaticano. Lo IOR, Istituto per le Opere di Religione, e i suoi rottami, erano da tempo un bubbone maleodorante che infettava ogni mossa della Chiesa cattolica. Lo scandaloso comportamento dei cardinali “capi” verso il potere politico italiano, il mercimonio praticato per anni con un “delinquente abituale” capitato, non per caso, alla testa del governo della Repubblica, il silenzio prolungato (quando non l’aperta e rivoltante complicità) verso il corruttore dei costumi e della pubblica morale italiani, tutto questo era ormai divenuto tanto visibile da apparire uno “scandalo” anti-evangelico.

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