Capelli più belli con l'olio di semi di lino

CapelliOggi parliamo dei capelli e di come si possano rendere più belli e sani grazie all'utilizzo dell'olio di semi di lino. Questa soluzione permette infatti di restituire nutrimento ai capelli sfibrati, situazione molto comune soprattutto alla fine dell'estate. Andiamo quindi a capire come questo prodotto possa essere utilizzato, da solo o insieme ad altri componenti.

Le proprietà ristrutturanti di questa sostanza derivano dalla composizione stessa della sostanza, che può godere di una alta presenza di acido linoleico (che agisce sulla idratazione) e di acido alpha linoleico (che invece permette di donare elasticità e resistenza). Sono quindi innegabili gli effetti di questa sostanza, a patto che le sostanza utilizzate siano davvero naturali e non siano stati sottoposti a trattamenti particolari che potrebbero eliminare i benefici legati alla sostanza.

Come si può quindi capire se un olio di lino è davvero di buona qualità e quindi utile?

Per prima cosa deve essere extravergine (senza sostanze chimiche aggiunte), deve essere stato lavorato a freddo a pressione, non riscaldando quindi i residui contenuti; per concludere deve essere assolutamente biologico, e quindi non deve essere entrato in contatto con fertilizzanti, erbicidi o pesticidi.

Viviamo nella dittatura dei desideri indotti

DiktatorshipSe vogliamo essere tranquilli, siamo invitati a metterci tutti in divisa, ad essere senza volto. Scriveva Karl Jaspers: «È possibile spiegare tutto, senza nulla comprendere». Proprio quanto ci sta accadendo. Crediamo di sapere tutto senza comprendere nulla.

Viviamo in tempi stranissimi che, oltre ad un volgare conformismo, non ci consigliano di andare. E chiamiamo questo conformismo “buon senso”, “saper vivere” e persino lealtà alla patria, o addirittura “fede”. Così siamo giunti al punto che manifestare un desiderio di conoscere e riflettere, di pensare, oppure dichiarare di avere un punto di vista diverso da quanto ogni autorità ci propone, significa candidarsi al sospetto. Come minimo, si rischia di trovarsi ai margini del proprio gruppo. L’attuale sistema ha come presupposto che qualcuno pensi e giudichi per tutti.

E allora, l’ordine interiorizzato e che nessuno verbalizza, ma che scivola indisturbato nelle pieghe di ogni coscienza è: «Non pensate, gente, non pensate, ricordatevi di non pensare, pensare stanca, è inutile, pensa uno per tutti e vi protegge dal vostro stesso pensiero…». Così viviamo tempi di conformismo coatto. Se vogliamo essere tranquilli, siamo invitati a metterci tutti in divisa, ad essere senza volto. Scriveva Karl Jaspers: «È possibile spiegare tutto, senza nulla comprendere». Proprio quanto ci sta accadendo. Crediamo di sapere tutto senza comprendere nulla.

Dipendenza da smartphone: nuova sindrome psichiatrica denominata FOMO

Dipendenza da smartphoneRitorno su un argomento di natura socioeconomica che ormai è diventato l’essenza di questa epoca. Situazione: sono in treno e di fianco a me si siede una ragazza, penso appena ventenne, con la solita postura clichè da parolina ossia borsetta di marca (presunta) sul braccio sinistro e luxury smartphone (evito di dire il modello) saldamente sulla mano destra.

Stavo leggendo una rivista per i fatti miei, tuttavia dopo qualche dozzina di minuti la mia attenzione sulla lettura si è affievolita. Ho infatti iniziato a notare che con una cadenza di circa due minuti questa ragazza andava a controllare qualcosa sullo smartphone e lo faceva con un rituale ieratico degno di un androide. Sostanzialmente non vi erano segnali acustici o vibrazioni che avvisavano di qualcosa, ma questa teenager con una destrezza e velocità che mi impressionavano, sopratutto con il pollice destro andava ad aprire sempre le stesse due applicazioni dal desktop del suo device mobile (potete immaginare quali), osservando il display per pochi nanosecondi e subito dopo richiudendolo per rimettendosi in posizione di attesa con la mano pronta a rifare il tutto entro pochi secondi.

Non ho potuto fare a meno che il tutto è andato avanti per più di quaranta minuti, senza nel frattempo che avesse scritto o ricevuto niente: semplicemente un mero rituale della serie aspetto che vedo che cosa è successo o che cosa stanno scrivendo.

Pagine