Opinioni

La teoria della Terra piatta è stata studiata per far 'appiattire' la mente

Terra piattaNon intendiamo fomentare polemiche, ma dar voce a chi considera la teoria della Terra piatta un’operazione psicologica (psy op), ideata e promossa dalla C.I.A. (la Criminal infamous agency) atta a gettare il discredito su altri filoni di ricerca ed a creare confusione.

Come scrivemmo tempo fa, a prescindere dal fatto se tale modello sia plausibile o no, ci sembra che il problema sia mal posto: infatti, nonostante il suo carattere eccentrico, tale ipotesi tende a riprodurre i limiti metodologici dell’ortodossia scientifica. Infatti non bisognerebbe cercare solo le prove oggettive, i dati empirici per dimostrare che il pianeta non sarebbe un geoide, quanto focalizzare la questione su che cosa siano la “realtà”, la materia-energia, il cervello, la percezione, la mente, la coscienza. Occorrerebbe provare a definire quello che il fisico francese Costa de Beauregard chiama “il problema veramente fondamentale”, vale a dire la relazione tra la psiche e la materia.

Malgrado i progressi speculativi nel campo della scienza attuale, la nostra visione del mondo ed il sapere accademico-istituzionale sono ancora ancorati a rigide coordinate spazio-temporali, ad una concezione cartesiana della res extensa.

Da un punto vista storico, ricordiamo che già Aristotele e gli scienziati ellenistici ritenevano che la Terra avesse una forma sferica.

Zygmunt Bauman: l’umanità si è fatta soggiogare dall'élite

«Le opere di Bauman, che, per quanto fortunate editorialmente, sono state cibo per pochi, purtroppo, sono un tesoro cui attingere per comprendere le ingiustizie del tempo presente, denunciarle, e se possibile, combatterle». Così Angelo d’Orsi ricorda su “Micromega”, all’indomani della sua scomparsa, il grande sociologo polacco Zygmunt Bauman, massone progressista e celebrato teorico della “società liquida”: «Il messaggio che ci affida è appunto di non smettere di scavare sotto la superficie luccicante del “mondo globale”, come ce lo raccontano media e intellettuali mainstream, che non solo hanno rinunciato al ruolo di “legislatori”, trasformandosi compiutamente in meri “interpreti”, ossia tecnici, ma sono diventati laudatores dei potenti».

Nato a Poznan nel 1925, Bauman aveva attraversato il “tempo di ferro e di fuoco” dell’Europa fra le due guerre, «tra nazismo, stalinismo, cattolicesimo oltranzista, antisemitismo». Di origine ebraica, «si era allontanato dalla sua terra, per sottrarsi proprio a una delle tante ondate di furore antiebraico, che da sempre la animano». Era stato comunista militante, poi allontanatosi dal marxismo canonico, fino alla “scoperta” di un grande italiano, Antonio Gramsci, «che lo aveva aiutato a leggere il mondo con occhi nuovi», rispetto alla vulgata marxista-leninista e alle scienze sociali angloamericane.

Bauman aveva studiato sociologia a Varsavia, con maestri come Stanislaw Ossowski, prima di trasferirsi in Israele, all’università di Tel Aviv, e quindi a Leeds, in Inghilterra dove insegnò per decenni.

Riflessioni sul fenomeno immigrazionista

ImmigrazioneE’ in atto una trasformazione epocale, in cui la nostra società così come l’abbiamo conosciuta finora, potrebbe presto scomparire grazie ad una globalizzazione che sta proseguendo spedita, assieme all’attacco finale contro gli stati nazionali.

Essi sono per definizione costituiti da popolo, territorio e sovranità, tre elementi ormai in via di profonda modificazione, se non di estinzione. Una sovranità ormai completamente sostituita da un virulento potere finanziario, da interessi stranieri e da istituzioni sovranazionali spesso non elette da nessuno. Un territorio che non appartiene più al suo popolo ma è diventato libera terra di conquista, vendita e installazione di teste di ponte straniere. Rimane da estirpare il primo punto, ovvero il popolo autoctono, e lo si sta facendo tramite l’immigrazione di massa.

Qui di seguito sono riassunte le armi che ancora rimangono per combattere questa deriva, utili in primo luogo a mettere in luce i danni e le contraddizioni dell’ideologia immigrazionista. Fatene buon uso!

1) “Gli immigrati sono una risorsa”

Qualsiasi persona che decida di trasferirsi in un altro Paese deve mantenersi, e può farlo solo in tre modi:

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