Il fenomeno della fake science. Migliaia di studi scientifici artefatti

Migliaia di scienziati hanno pubblicato studi su riviste che si autodefiniscono scientifiche ma non compiono gli adeguati controlli di qualità dei contenuti

Si chiama 'fake science' ed è la nuova frontiera delle bufale online. Approfittando dell'avidità dei ricercatori e della cialtroneria di alcuni editori pubblicano studi fake

Il mondo è pieno di 'fake science'. Centinaia di migliaia di scienziati in tutto il mondo hanno pubblicato studi su riviste che si autodefiniscono scientifiche e che non compiono i controlli di accuratezza e qualità indispensabili in questi casi.

Decine di giornalisti dei media in Europa, Asia e Stati Uniti hanno analizzato 175.000 articoli scientifici pubblicati da cinque delle più grandi piattaforme pseudo-scientifiche del mondo, tra cui l'indiana Publishing Group o la turca World Academy of Science, Engineering and Technology (Waset).

Errori in malafede

Oltre a non far rivedere gli articoli ad altri esperti o redattori della riviste, si fanno pagare per pubblicarli e accettano ricerche firmate da dipendenti di aziende farmaceutiche, ma addirittura anche 'studi' sul cambiamento climatico che promuovono discutibili teorie.

A realizzare l'inchiesta è stato un pool internazionale di giornalisti investigativi(1) (composto da redattori di New Yorker, Le Monde,(2) Indian Express e dell'agenzia coreana Newstapa) che ha scoperto, ad esempio, che alcuni editori inviano email mirate a quegli scienziati che devono pubblicare il maggior numero possibile di articoli per ottenere promozioni e arricchire il loro curriculum.

L’umiltà è la realistica valutazione e la serena accettazione di noi stessi

L’umiltà è la realistica valutazione e la serena accettazione di noi stessi

È necessario osservarsi con spregiudicatezza per interiorizzare la vera umiltà, che ci permette di intraprendere il lavoro di osservazione, valutazione e trasformazione di sé.

L’umiltà non è svalutazione di sé, masochistica e rinunciataria, ma è, semplicemente, realistica valutazione e serena accettazione di quanto si riesce a intravedere di sé: qualità, punti di forza, debolezze, maschere, aspetti evoluti ed aspetti ancora inevoluti. Teniamo presente che i difetti o il “male” non sono che aspetti passeggeri e illusori del bene che emergerà.

Il nostro miglioramento provoca inevitabili effetti nel contesto in cui viviamo; la nostra irradiazione e le nostre più elevate vibrazioni potranno contrastare l’entropia (da én: dentro, e trop: rivolgimento, degradazione dell’energia) e accrescere la luce del “campo” in cui agiamo.

Osservandoci con sincerità, noteremo presto che la nostra mente si avvale molto del processo di automatismo, fondamentale per la sopravvivenza, per cui un’informazione, una volta acquisita, viene interiorizzata e considerata valida per tutte le situazioni simili. Questa automatizzazione dell’apprendimento, poiché non diretta consapevolmente, agisce creando correlazioni tra persone e situazioni, spesso non più necessariamente attuali.

Diventiamo in tal modo prigionieri di credenze e valori del passato che non sono più scelti ogni volta, ma che continuano a dirigere il nostro comportamento perché fanno ormai parte del nostro “sistema operativo”. Così, ad esempio, se abbiamo ricevuto un’educazione di tipo autoritario, possiamo tendere a rispettare qualsiasi tipo di “autorità” anche quando ne riconosciamo il comportamento arbitrario, ingiusto o irrispettoso.

Nuovo studio sui cambiamenti climatici nell’Artico

La temperatura media in Artico cresce più velocemente che nel resto del pianeta e nei fiordi essa cresce più velocemente che nel resto dell’Artico.

Il Consiglio Nazionale delle Ricerche è presente con la base Dirigibile Italia nell'Artico, luogo fragile e cruciale per lo studio dei processi legati al cambiamento climatico.

Ecco due risultati della ricerca su questi importanti e complessi aspetti che danno conferma e in qualche modo quantificano il riscaldamento dell’acqua e dell’aria e lo scioglimento del permafrost, lo strato di terreno perennemente ghiacciato

Il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) è presente con proprie stazioni e attività di ricerca in entrambi i poli terrestri. In particolare, nel Circolo Polare Artico, gestisce la base Dirigibile Italia.

L’Artico, un luogo fragile e cruciale per la Terra, si sta riscaldando in modo molto maggiore di quanto avvenga nel resto del pianeta. In tale regione molti processi legati al cambiamento climatico possono essere amplificati. Ad esempio, il ritiro dei ghiacci causato dal riscaldamento causa ulteriore riscaldamento perché riduce l’albedo (la capacità delle superfici “bianche” di riflettere la radiazione solare), il riscaldamento della colonna d’acqua in assenza di ghiaccio estivo porta allo scioglimento del fondale marino perennemente ghiacciato (permafrost), con la possibilità che il metano intrappolato nei fondali marini possa essere ceduto all'atmosfera, conseguente aumento di concentrazione di questo gas serra e ulteriore riscaldamento del pianeta.

“La ricerca scientifica italiana in Artico contribuisce agli studi internazionali e interdisciplinari per aumentare la conoscenza dei cambiamenti climatici”, afferma il presidente del Cnr Inguscio. “Il fine è informare i policy maker, la comunità scientifica, le organizzazioni internazionali, le singole persone e, al tempo stesso, collaborare a mitigarne gli impatti e consentire una gestione sostenibile degli ecosistemi naturali e dell’attività umana nella regione”.

Allo stato attuale, l’attività del Cnr nella Stazione artica si esplica attraverso oltre 20 progetti di ricerca, concernenti fisica dell'atmosfera, oceanografia e biologia marina, geologia e geofisica, indagini sugli ecosistemi e sul paleoclima. Ecco due risultati della ricerca su questi complessi e cruciali aspetti:

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