Come ci si rende infelici con il nostro modo di agire

Come ci si rende infelici con il nostro modo di agire“Perché ad ammalarsi non e` solo la nostra anima ma anche le nostre idee, che quando sono sbagliate intralciano e complicano la nostra vita, rendendola infelice”. (Paul Watzlawick)

Con questa frase Paul Watzlawick riassume un vissuto che certo ciascuno di noi avrà sperimentato: quello di leggere ed assaporare gli eventi e le persone, non con gli occhi obiettivi e con il sentire autentico, ma con la sola mente, che a volte non ci presenta la realtà ma una nostra idea infelice di questa.

Ecco un estratto divertente dal suo testo “Istruzioni per rendersi infelici”, in cui ciascuno di noi si può riconoscere:

“Un uomo vuole appendere un quadro. Ha il chiodo, non il martello il vicino ne ha uno, così decide di andare da lui è di farselo prestare a questo punto gli sorge un dubbio:

e se il mio vicino non me lo vuole prestare?

Già ieri mi ha salutato appena. Forse aveva fretta, ma forse la fretta era soltanto un pretesto ed egli ce l’ha con me.

E perché?

Io non gli ho fatto nulla, è lui che si è messo in testa qualcosa.

Se qualcuno mi chiedesse un utensile, io glielo darei subito.

È perché lui no?

La realtà-verità è per pochi eletti

MediaTalvolta il buon Dio mette sulla nostra strada delle coincidenze, che definirei significative, al fine di ricordarci di appartenere ad un Tutto collegato. Siamo nel territorio dove i simboli, i presagi, precedono ogni cosa come importanza, compresa la logica.

La scienza moderna vorrebbe distoglierci dalla magia (uso tale termine-contenitore, per rappresentare tutti quei fenomeni che violano le leggi correnti della fisica e della biologia), ma l'incontriamo ogni giorno dietro l'angolo, pronta a far saltare le nostre convinzioni di causa/effetto, di spazio/tempo. Cristoforo Colombo ritardò la partenza per le Indie di un giorno perché quel 9 del mese di Av, in cui sarebbe dovuto partire, è un giorno nefasto.

Da questo punto di vista proprio il mio profilo fb che state visitando (ma non solo il mio, ovviamente) rappresenta una coincidenza terribilmente significativa perché, nel territorio della stregoneria (dove operano i nuovi umanisti luciferiani che governerebbero il mondo) costituisce un pessimo presagio.

Sono vivo e vegeto e indipendente, mentre alcuni benpensanti italici, politicanti intellettuali attori cantanti, stanno tentando di imbavagliare il libero pensare.

Mi batto perciò da anni affinché non ci si pieghi al programma Unesco di schiacciare identità culture Patrie.

Gli studi su C. elegans svelano i meccanismi del gusto

C. ElegansIl gusto è il primo senso a svilupparsi nei neonati. In ogni individuo la percezione dei cinque sapori fondamentali (dolce, amaro, acido, salato, umami) è legata ai recettori specializzati sparsi in zone diverse della lingua.

Anche saper distinguere tra cibo desiderabile e cibo potenzialmente pericoloso è però una capacità fondamentale per sopravvivere, che tutti gli organismi, incluso l'uomo, devono possedere. Secondo gli studiosi, la capacità di riconoscere istintivamente gli alimenti commestibili risale alla preistoria: l'uomo sarebbe dotato di una memoria genetica, costruita durante l'evoluzione, che gli consente di riconoscere cosa gli fa bene e cosa gli fa male. La nostra capacità di percepire, riconoscere e scegliere i cibi dipende però, oltre che da questa eredità genetica, anche da variabili fisiologiche e dall'esperienza.

Un contributo per capire come gli animali individuino il cibo e lo distinguano da altri stimoli presenti nell'ambiente e come funzionino le cellule responsabili di queste risposte è stato dato dal nematode Caenorhabditis elegans (C. elegans), un verme lungo un millimetro, utilizzato per molteplici studi grazie alla sua versatilità sperimentale.

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