Povertà

Lo spreco alimentare globale è di 750 mld di dollari. Che vergogna!

Spreco alimentareLo spreco mondiale di prodotti alimentari (dal conto sono esclusi solo pesce e crostacei) costa all'anno in termini economici 750 miliardi di dollari, pari al Pil di Turchia e Svizzera.

Lo rivela il rapporto sulle conseguenze ambientali dello spreco di prodotti alimentari presentato ieri dalla Fao. Ma significativi sono anche i costi ambientali, pari ad emissioni di anidride carbonica per 3,3 miliardi di tonnellate di emissioni di anidride carbonica, il terzo contributo dopo quelli di Usa e Cina.

Il volume globale dello spreco di cibo è stimato in 1,6 miliardi di tonnellate di “prodotti primari” mentre lo spreco di cibo commestibile è pari ad 1,3 miliardi di tonnellate.

Lo spreco di prodotti agricoli, nel percorso dalla terra alla cucina, con un danno economico pari al Pil della Svizzera o della Turchia, ha un notevole impatto anche sull'ambiente e più specificatamente minando la qualità del suolo, le riserve d'acqua e la biodiversità. Di conseguenza ha effetti sui cambiamenti climatici.

In particolare l'agricoltura intensiva, che non consente periodi di riposo per i terreni, ne diminuisce la fertilità e induce all'uso di fertilizzanti chimici che provocano inquinamento e alla fine riduzione delle terre coltivabili.

Cresce l'ineguaglianza tra ricchi e poveri nei paesi Ocse

SenzatettoLe ineguaglianze di reddito sono cresciute nei primi tre anni della crisi, dal 2007 al 2010, più che nei 12 anni precedenti.

Nei paesi Ocse il 10% della popolazione più ricca ha un reddito 9,5 volte più alto di quello del 10% della popolazione è più povera, contro le 9 volte del 2007.

In Italia il gap è 10,2 volte nel 2010 contro le 8,7 del 2007. Lo rivela l'Ocse in un'indagine nella quale avverte che i tagli alla spesa nei paesi più avanzati rischia far aumentare ancora l'ineguaglianza e la povertà nel prossimi anni.

Inoltre l'indagine mostra che sono soprattutto i più poveri i più colpiti dalla crisi. Il gap, nota l'Ocse, è più accentuato, in paesi come il Messico, il Cile, gli Usa, Israele e la Turchia, e minore in paesi come l'Islanda, la Slovenia, la Norvegia e la Danimarca.

Questi dati, secondo il segretario generale dell'Ocse, Angel Gurria, mostrano la necessità "di proteggere la parte più vulnerabile della popolazione, specie se i governi perseguono la necessità di tenere sotto controllo la spesa pubblica". "Occorre definire - prosegue Gurria - politiche per aumentare la crescita e l'occupazione, al fine di assicurare più equità, efficienza e inclusione. All'interno di queste politiche è essenziale una riforma dei sistemi fiscali per assicurare che tutti paghino una quota equa e ricevino e beneficino degli aiuti di cui hanno bisogno".

Morire di fame. Questo è il destino dei bambini greci

Bimbo greco“Neanche nei miei peggiori incubi mi sarei aspettato di vedere la situazione in cui ci troviamo” racconta il signor Nikas. “Abbiamo raggiunto un punto in cui i bambini in Grecia stanno venendo a scuola affamati. Oggi, le famiglie hanno difficoltà non solo a trovare lavoro, ma a sopravvivere”.

L’economia greca è in caduta libera, dopo essersi contratta del 20 per cento negli ultimi cinque anni. Il tasso di disoccupazione ha superato il 27 per cento, il più alto in Europa, e 6 persone su 10 tra chi sta cercando lavoro non lavora da più di un anno.

Queste crude statistiche stanno ridisegnando la vita delle famiglie greche, con sempre più bambini che arrivano a scuola affamati o denutriti, secondo lo stesso governo.

L’anno scorso, circa il 10 per cento degli studenti delle scuole elementari e medie ha sofferto di ciò che i professionisti della sanità pubblica chiamano “insicurezza alimentare”, cioè hanno affrontato la fame o sono stati sull’orlo di farne esperienza, ha detto la dottoressa Athena Linos, docente all’Istituto di Medicina dell’Università di Atene, che dirige anche un programma di assistenza alimentare a Prolepsis, un’organizzazione non governativa di salute pubblica che ha studiato la situazione. “Quando si tratta di insicurezza alimentare, la Grecia è ora scesa al livello di alcuni paesi africani” ha aggiunto.

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