Massacrare senza pietà la Terra

GeoingegneriaSi resta annichiliti e quasi senza parole di fronte allo scempio quotidiano. Ci si chiede quale possa essere – se esiste – una via d’’uscita. Ancora più della disinformazione e della censura promosse dai centri di potere con tutti i loro accoliti, sono l’indifferenza e la viltà dei sudditi (non sono più cittadini da tempo) a giocare a sfavore. Non importa a quale fascia d’età o ceto appartengano: gli schiavi badano solo al loro “particulare”, illudendosi di poterlo difendere dalle grinfie dei tagliagole.

Fino a quando riusciranno ad evitare le ripercussioni della Geoingegneria clandestina?

Fino a quando manterranno il loro fragile benessere?

È veramente poi un benessere?

È incontestabile: ormai l’ambiente è contaminato in modo pressoché irreversibile. Il biologico è oggidì in gran parte una chimera: le varie forme di inquinamento non conoscono confini. I vari rimedi naturali sono per lo più, rebus sic stantibus, palliativi. Tra l’altro, l’alfabeto dei veleni (dall’A di alluminio alla Z di zinco) non comprende solo le polveri tossiche delle scie chimiche. Si aggiungano alla balsamica miscela i campi elettromagnetici, i radionuclidi, le particelle di uranio impoverito, gli inquinanti industriali, i residui di pesticidi, insetticidi, anticrittogamici, gli alimenti transgenici, i vaccini, gli additivi, il benzene, i patogeni… La salute è sotto attacco: nessuno è risparmiato.

Architetto crea mattoni fatti con il sangue di bestiame

Mattoni animaliIl mattone è anche impermeabile, anche se non raggiunge la forza e la resistenza di un mattone tradizionale realizzato con l’argilla, ma è comunque più forte dei mattoni di fango e richiede molta meno acqua.

Un architetto dell’Università di Westminster di Londra ha realizzato mattoni realizzati attraverso un insolito elemento: il sangue di bestiame. Jack Munro ha sviluppato un processo che usa il sangue animale come ingrediente-collante per la produzione dei mattoni utilizzati nella costruzione degli edifici.

Una singola mucca produce sino ad otto litri di sangue al momento della macellazione.

Sangue generalmente gettato via come semplice rifiuto e che il neolaureato inglese propone di utilizzare diversamente. L’idea è utilizzare il sangue di mucca per facilitare la formazione e la solidificazione dei mattoni.

Munro ha testato differenti formule prima di arrivare a quella conclusiva che prevede una miscela di sangue di mucca, un agente antibatterico, un anticoagulante, sabbia e acqua.

Il risultato, riporta il sito Phys.org, è un mattone color cremisi abbastanza forte per essere utilizzato come materiale da costruzione.

La colossale bufala del riscaldamento globale

Riscaldamento globaleIn Italia solo pochi giornali se ne sono accorti ma nella stampa anglosassone lo scandalo è enorme.

Il “Guardian”, giornale progressista britannico, ha scritto che “ci troviamo di fronte è un piccolo gruppo di scienziati che, per anni, ha esercitato una grande influenza nel manovrare l’allarme mondiale in materia di riscaldamento globale”. E il “Daily Telegraph”, altro quotidiano d’oltremanica, ha aggiunto: “Cambiamento climatico: il peggiore scandalo scientifico della nostra generazione”.

Stiamo parlando del “Climategate” e cioè la scoperta che Philip Jones, direttore della CRU (Unità di Ricerca Climatica presso l’università di East Anglia) e alcuni suoi stretti collaboratori, non solo hanno selezionato i dati in maniera arbitraria, cioè escludendo tutti quelli che contraddicono la teoria del global warming, ma addirittura che le serie pubblicate non sono vere e che i dati sono stati falsificati. Philip Jones, è responsabile delle due serie fondamentali di dati usate dall’IPCC (Ufficio ONU per lo studio dei cambiamenti climatici). Ciò significa che tutti i grafici che dovrebbero dimostrare la teoria del global warming sono stati costruiti con i dati fasulli forniti da Philip Jones. Anche il libro di Al Gore “Una scomoda verità” ed il relativo film sono costruiti sui dati del CRU diretto da Philip Jones.

In uno dei messaggi inviati via e-mail da Philip Jones ad un suo collaboratore si legge:

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