Società

Richard Branson cancella l’orario di lavoro. I dipendenti devono essere felici

Richard BransonAbolito anche il limite ai giorni di vacanza. Per l'imprenditore britannico “i dipendenti si possono assentare un'ora, una settimana o un mese, senza che nessuno debba potergli fare domande, perché una persone felice lavora meglio”. La nuova politica è stata introdotta negli uffici di Regno Unito e Usa

L’aveva detto anche Larry Page, il numero uno di Google. “Per essere felici si deve lavorare meno. L’idea che tutti debbano lavorare freneticamente è semplicemente non vera”. Ma Richard Branson, fondatore e numero uno dell’impero Virgin (palestre, emittenti radio, compagnie aeree, etichette discografiche e molto altro), è passato dalle parole ai fatti: per i suoi dipendenti ha abolito l’orario di lavoro.

Perché “contano i risultati, non le ore che passi in ufficio”. Così sarà possibile assentarsi per “un’ora al giorno, una settimana o un mese, senza che nessuno faccia domande”. L’importante è che alla fine i progetti affidati a ognuno siano portati a termine con successo. Branson ha confermato di avere introdotto questa nuova politica negli uffici Virgin di Stati Uniti e Regno Unito. E, se tutto andrà secondo i suoi piani, “incoraggerò anche le aziende controllate a fermare il conteggio dei giorni di vacanza”.

L'inquinamento acustico colpisce un europeo su quattro

Un nemico invisibile che può portare problemi di salute, ma con piccoli accorgimenti quotidiani si può combattere

Un europeo su quattro è esposto a inquinamento acustico, con possibili conseguenze per la salute. Si va dai disturbi del sonno ai problemi cardiaci. A riaccendere i riflettori su questo nemico invisibile è il report dell'Agenzia europea per l'ambiente che sottolinea come questo tipo di inquinamento coinvolga oltre 125 milioni di persone solo nel Vecchio Continente.

Le zone più rumorose individuate dal monitoraggio dell'Agenzia sono in Belgio, Lussemburgo e Paesi Bassi, ovvero quelle regioni con una più alta densità di popolazione, mentre al contrario, le zone più “silenziose” si trovano in Nord Europa, Finlandia, Islanda, Norvegia e Svezia.

E in Italia? Alcune città sono più a rischio di altre: molto dipende dalla quantità di traffico stradale, ferroviario e aereo che coinvolge la zona osservata, ma anche dalla presenza di siti industriali e di tutto ciò che contribuisce a creare rumore.

In futuro il 75% dei lavoratori eserciteranno le loro mansioni fuori dall'ufficio

LavoroMentre in Francia diventa un diritto la facoltà dei dipendenti di “staccare” la spina, ovvero non rispondere a telefonate e mail di lavoro fuori dall'ufficio, gli esperti ci dicono che il lavoro del futuro sarà esattamente il contrario: non avrà limiti di spazio e di tempo.

I prossimi lavoratori, che saranno i Millennials di oggi e le generazioni più giovani (quella degli “Z” parte dagli anni Novanta), porteranno la loro cultura in ambito professionale e diranno addio alle progressioni di carriera lineari, che impegnano i dipendenti per decenni e di fatto limitano la loro vita lavorativa a un paio di aziende.

Secondo quanto emerso al Global Leadership Summit, una buona fetta dei capi azienda ritiene che già nel 2020 i tre quarti delle forze lavoro non avranno più sede in un “ufficio tradizionale”. Gli esperti di Ubs, in un articolato report dedicato al “lavoro del futuro”, parlano di “Bricolage Living”. Si tratta della capacità di costruire una vita “modulare”, nella quale questi astronauti del cosmo lavorativo dovranno saper saltare in differenti luoghi, senza orari canonici.

La tecnologia avrà senza dubbio un ruolo da pivot di questo processo evolutivo del lavoro: “Quasi la metà (47%, ndr) delle professioni attuali nelle economie avanzate sono ad alto rischio di esser sostituite dall'automazione, nei prossimi vent'anni”, pronostica Mark Haefele, il capo degli investimenti di Ubs Wealth Management.

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