Ecologia

Sono i decreti ministeriali a 'depurare' le acque italiane

In Italia l'acqua è stata depurata da decine di decreti ministerialiSono 13 le regioni che hanno, negli ultimi anni, ottenuto deroghe alla potabilità dell’acqua (Campania, Emilia Romagna, Lazio, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana, Trentino Alto Adige, Umbria, Veneto) oltre le province autonome di Bolzano e Trento su un totale di 13 parametri : arsenico, boro, cloriti, cloruri, fluoro, magnesio, nichel, nitrati, selenio, solfato, trialometani, tricloroetilene, vanadio. Quasi sono e quali saranno le conseguenze per la salute della cittadinanza ?

La storia dell’inquinamento delle falde acquifere in Italia ha dell’incredibile, con un sottilissimo diaframma tra il tragico e il comico o meglio il ridicolo. Del tipo ci sarebbe da ridere se non ci fosse da piangere considerando che parliamo della nostra salute e quella dei nostri figli.

Chi si affanna a chiedere l’uscita dell’Italia dalla Unione Europea dovrebbe riflettere su quanto la normativa comunitaria ha apportato in termini di benefici ai consumatori pur con una resistenza al limite del eroico da parte dei politici (tutti) italiani che quasi si sentono minacciati da queste norme poste a tutela dei cittadini.

La storia inizia nel 2001, con il decreto 31/2001 veniva recepita dall’Italia la direttiva europea che fissava un diverso valore massimo di sostanze inquinanti su indicazione della Efsa (autorità europea per la sicurezza alimentare) che l’Oms (Organizzazione mondiale della Sanità) con la Fao. Una norma che precipitava dall’alto nel sistema italiano dove ancora oggi la tutela della salute è vista con un aspetto minaccioso e antieconomico (la salute ha un prezzo ?).

Quali regioni dell'Indonesia finiranno sotto il mare?

IndonesiaLa parola chiave è torbiere. La torba è un accumulo di vegetazione parzialmente carbonizzata, accumulatasi nelle foreste paludose di Sumatra e Borneo.

Negli ultimi dieci anni la corsa alla terra per la produzione di olio di palma e di carta ha preso di mira le foreste torbiere di Indonesia e Malesia, che sono state abbattute, drenate e convertite in piantagioni.

Ma la natura si sta prendendo la sua rivincita: una volta asciugata, la torba si ossida, e mentre si rilascia enorme quantità di carbonio nell'atmosfera, svanisce nell'aria.

Così il livello del suolo si abbassa, un fenomeno che si chiama o “subsidenza del suolo”. Di conseguenza, le vaste regioni del sud-est asiatico saranno irreversibilmente inondati da acqua dolce o perfino da acqua salmastra.

La perdita della produzione agricola in queste vaste aree avrà conseguenze socio-economiche gravi e per questo si rendono necessari radicali cambiamenti alle politiche di uso del territorio nelle torbiere.

La soluzione sta nel proteggere le rimanenti foreste palustri torbiere e nel ripristino delle aree degradate. Questo può essere fatto solo attraverso la cooperazione con le comunità locali e l'industria e, in combinazione con uno sviluppo economico sostenibile.

Il Wi-fi genera radiazioni letali per gli alberi

Il Wi-fi genera radiazioni letali per gli alberiUna recente ricerca riguardante gli effetti delle radiazioni wi-fi sugli alberi - sì, gli alberi - indica che i nostri amici di legno possono essere molto più vulnerabili di noi. Gli alberi non possono nemmeno godere dei benefici delle connessioni wi-fi (sic).

L’indagine, condotta dall'Università di Wageningen (Paesi Bassi), ha accertato che la flora in aree ad alta attività wi-fi (zone urbane, in particolare) è affetta da sintomi che non possono essere legati ad attacchi batterici né virali. I sintomi più frequenti sono il “sanguinamento”, fessure nella corteccia, la morte di parte del fogliame ed anomalie nella crescita.

Per verificare l'ipotesi secondo cui i danni sono provocati dai campi elettromagnetici, i ricercatori olandesi hanno usato dei frassini, esponendoli a vari tipi di radiazioni per tre mesi. I frassini esposti ai segnali wi-fi hanno mostrato segni rivelatori di danni da radiazioni elettromagnetiche, tra cui una specie di scintillio sulle foglie, sintomo che indica la loro morte imminente. Nei Paesi Bassi, circa il 70 per cento degli alberi urbani soffre di “avvelenamento” da campi elettromagnetici: cinque anni fa era il 10 per cento.

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