Paradossi

Le donazioni degli SMS per i terremoti diventano fondi da trasformare in prestiti

Donazioni degli sms destinate a chi?La domanda che in molti si pongono è: dove finiscono questi soldi?

La risposta potrebbe non piacere a molte persone che hanno deciso di donare. In realtà, ad essere precisi, è impossibile conoscere la destinazione d'uso di quei soldi.

Si può fare riferimento al caso più recente, quello del terremoto che colpì L'Aquila nel 2009. In quel caso vennero raccolti 5 milioni di euro, una cifra impressionante che dà l'idea di quanti italiani rimasero colpiti dal devastante sisma che ha distrutto la città abruzzese.

Come sono stati impiegati?

La sorpresa è che per quanto chi dona immagina di fornire un aiuto immediato (l'idea è connaturata alla "modalità" di donazione, immediata) la realtà dei fatti è un'altra. Il denaro raccolto nel 2009 è stato affidato dalla Protezione Civile ad Etimos, un consorzio finanziario internazionale che si occupa di microcredito in molte realtà in giro per il mondo.

Per farci cosa?

Concedere prestiti a "tassi agevolati" a persone ed imprese coinvolte nel sisma.

Nessun "regalo", quello che la gran parte dei donatori avrebbe immaginato, e per quanto siano "a condizioni vantaggiosissime" si tratta per sempre di un prestito da rimborsare. Fra l'altro dei 5 milioni di raccolti 470 mila euro sono stati utilizzati "per oneri riferibili alla gestione del progetto", costi che (giurano i responsabili) sono "largamente insufficienti".

In un documento del 1991 Sachs spiega le allucinanti strategie dell'Onu

ONUIn questo editoriale trattiamo di un interessante documento pubblicato nel 1991 dal professor Sachs sulle strategie dell'Onu e su cosa ci aspetterà nei prossimi venti anni.

Il documento è facilmente reperibile, ho messo il link e voi stessi potete constatare che il prigioniero vi riporta sempre dati confrontabili e riscontrabili. In un documento redatto nel 1991 il professor Sachs (qui il medesimo documento all'indirizzo web dell'Unesco) rintracciabile tra i vari documenti dell'unesco, presenta le strategie da qui al 2041 (parliamo di una revisione del 1991-2011 ci rimangono altri venti anni).

Ora come potrete notare dal documento, molte delle cose predette dal professore si sono avverate in modo abbastanza inquietante e le possiamo riscontrare nella vita di tutti i giorni mentre molte devono ancora avverarsi e ho paura che purtroppo si avvereranno molto presto. Questo documento chiamato: i prossimi quarant'anni: strategie di transizione per il green path virtuoso per il Nord/sud/est/globale (da notare il GLOBALE) spiega in modo bizzarro e abbastanza inquietante le strategie del Nuovo Ordine mondiale per tutti noi.

Ci sarebbe molto da dire su questo documento UNESCO ma prendo due piccole parti del documento che secondo me sono molto interessanti che riguardano la creazione di un governo sovranazionale (leggi dittatura) e una forzosa sterilizzazione della popolazione per difendere la Spaceship Earth (così la chiama Sachs).:

Secondo l'Fmi vivere troppo a lungo non giova all'economia mondiale

LongevitàGli asset sicuri scarseggiano e sui conti pubblici pesa il fattore longevità, che minaccia la sostenibilità di bilancio con il rischio, in alcuni paesi, di far schizzare il rapporto debito-pil di oltre 50 punti percentuali.

L'allarme è del Fondo Monetario Internazionale (Fmi), secondo il quale l'allungamento delle vita implica costi enormi che possono essere compensati con l'aumento dell'età pensionabile, il versamento di maggiori contributi e una riduzione del deficit. È però necessario che i governi agiscano subito in quanto le misure ad hoc per mitigare i rischi “impiegano anni per dare i loro frutti”.

L'allungamento delle prospettive di vita ha ricadute sia sul settore pubblico sia sul settore privato. “Le implicazioni finanziarie del vivere più del previsto sono molto grandi: se nel 2050 la vita media si allungherà di 3 anni rispetto alle attese attuali, i costi già ampi dell'invecchiamento della popolazione aumenteranno del 50%”.

Ed è per questo che i governi devono correre ai ripari in fretta.

Le autorità devono essere consapevoli della loro esposizione al rischio di longevità e favorire iniziative per trasferire il rischio. Particolare attenzione andrebbe inoltre data a una maggiore educazione finanziaria. “Pochi governi ammettono il rischio longevità. Quando lo fanno, riconoscono che è ampio”.

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