Progetti

Farmaci di nuova generazioni con microchip

Smart pillL'età del microchip medicinale è alle porte.

Novartis - tra le più grandi industrie farmaceutiche al mondo - ha annunciato di stare lavorando ad un progetto finalizzato all'incorporamento di microchip all'interno di farmaci di nuova generazione, per creare la tecnologia smart pill. Tale nanotecnologia è stata loro concessa su licenza dalla Proteus Biomedical di Redwood City, California.

Una volta attivato dallo acido dello stomaco, il chip inizia il suo lavoro di rilevamento e trasmissione dati ad un ricevitore indossato dal paziente. Lo stesso ricevitore è in grado altresì di inviare i dati via internet ad un medico

L'idea è quella di creare pillole intelligenti in grado di percepire ciò che accade dentro l'organismo e fornire tali informazioni al medico curante. Novartis ha previsto di iniziare ad applicare tale tecnologia nei suoi farmaci destinati a contenere il rischio di rigetto nei trapianti di organi, e poi espanderla ad altri prodotti. La stessa tecnologia in breve tempo sarà presumibilmente adottata da altre società per l'impiego in altri tipi di farmaci.

I MIGLIORI PROPOSITI...

A prima vista sembra tutto fantastico, ma i lettori di Natural News senza dubbio si staranno ponendo un sacco di domande.

Per cominciare, Novartis non sembra affatto intenzionata ad effettuare alcun test clinico circa i problemi di sicurezza derivanti dalla ingestione di un microchip.

Scienziati italiani, israeliani e tedeschi per il Microchip neurale

Inarrestabile! Il progetto di impiantare un microchip nella nostra testa continua ad appassionare l’élite illuminata e l’impressione che se ne ricava è che costoro abbiano anche una certa fretta.

Non c’è verso: prima o poi troveranno la scusa giusta per impiantarci questo benedetto – o maledetto – chip.

Non è una caso che per giustificare l’impianto del piccolo marchingegno vengano carezzate le corde più sensibili dell’animo umano: una volta è per tenere sotto controllo la salute, un’altra volta è per garantire la sicurezza e l’impegno scolastico degli studenti, un’altra volta ancora per consentirci di comunicare con una sorta di telefono cellulare impiantato nel nostro corpo.

Questa volta tocca di nuovo alla medicina. Come riportano i maggiori siti di informazione italiana (La Stampa, Ansa, Libero, ecc..), un consorzio tra scienziati italiani, israeliani e tedeschi coordinato da Stefano Vassanelli, neurofisiologo al Dipartimento di Scienze biomediche dell’Università di Padova, ha sviluppato un microchip di silicio impiantabile nel cervello e capace di stabilire una comunicazione bi-direzionale e ad alta risoluzione con neuroni cerebrali – alquanto inquietante.

L'Occidente è pronto a ritornare in Libia per saccheggiare di nuovo

LibiaCome facilmente prevedibile viste le premesse, il cosiddetto parlamento di Tobruk ha rigettato l’accordo siglato in Marocco il 17 dicembre, ponendo condizioni irricevibili per la sua approvazione.

In sintesi, dà 10 giorni a Fayez Serraj, il Premier incaricato dalla comunità internazionale, per presentare una nuova lista dei ministri, e rigetta una delle condizioni fondamentali, quella che prevedeva l’azzeramento di tutte le cariche militari, inclusa quella del generale Haftar.

Il voto conferma ciò che era arcinoto: che il sedicente Haftar, già gheddafiano, poi agente della Cia ed ora protetto di Al-Sisi, tiene in pugno quella ridicola assemblea eletta dal 10% scarso di elettori e per giunta largamente incompleta, perché molti suoi membri la disertano in dissidio con gli altri.

Adesso tutto torna in alto mare, mentre il Pentagono ha già dichiarato che la Libia è il nuovo fronte della cosiddetta “guerra al Terrore”, e Francia, Gran Bretagna e anche il Marocco scalpitano per scendere sul campo. In questo quadro scellerato, all’Italia non rimarrà che accodarsi come ha già fatto nel 2011, impantanandosi nell’ennesimo pasticcio sanguinoso e senza uscita.

Pagine