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La Merck confessa l'inoculazione dei virus del cancro per mezzo dei vaccini

VaccinoDalla divisione vaccini del'azienda farmaceutica MERCK arriva la sconvolgente ammissione di aver inoculato il virus del cancro per mezzo dei vaccini.

La scioccante intervista ovviamente subito censurata, condotta dallo studioso di storia medica Edward Shorter per la televisione pubblica di Boston WGBH e la Blackell Science,

è stata tagliata dal libro “The Health Century" proprio a causa del suoi contenuti, l'ammissione che la Merck ha tradizionalmente iniettato il virus micidiale (SV40 ed altri) capace di provocare il cancro, nella popolazione di tutto il mondo.

Questo spiegherebbe infatti l'aumento dell'insorgenza dei tumori negli ultimi cinquant'anni.

Un filmato, contenuto nel documentario “In Lies we trust: the CIA, Hollywood and Bioterrorism”, prodotto e creato liberamente dalle associazioni di tutela dei consumatori e dall'esperto di salute pubblica, Dott. Leonard Horowitz, caratterizza l'intervista al maggior esperto di vaccini al mondo, il Dott. Maurice Hilleman, spiega perché la Merck ha diffuso l'Aids, la leucemia ed altre terribili malattie. Evidentemente il filmato è stato censurato!

Nei vaccini venduti al terzo mondo si è scoperto che questi contenevano l'ormone B-hCG, un anti fertile se immesso in un vaccino.

Ecco come funziona la colossale truffa della benzina

Caro benzinaGiustizia nel paese dell’oro nero.

Da più di centocinquant’anni il petrolio è uno dei principali carburanti dell’Industria del capitalismo ma costa caro, l’oro nero, e non solamente all’ecologia.

Costa la vita in Irak, in Libia in, Africa dove controllo delle compagnie petrolifere è garantita dalle bombe, dai massacri e dai colpi di stato. Costa denaro in Francia. Un mercato di più di 50 miliardi di euro sufficiente per uno stipendio e magari due.

Un pieno di 40 litri da 1,60/l costa in questo momento 64 euro. Su questi 64 euro, 1.30€ servono al massimo per pagare l’estrazione. Il trasporto è 60 centesimi.

La raffinazione e la distribuzione rappresentano al massimo il 16 per cento della somma, quindi 10€. Abbiamo quindi 12 euro su 64.

Dove va a finire quindi il denaro?

Il paese produttore ne prende una parte che oscilla in base alle sue capacità di negoziazione e il numero di bombe si sono presi in testa. Non è questo dunque che pesa maggiormente. Il grosso del guadagno va allo Stato francese il quale prendi 38€ cioè il 60 per cento del pieno di benzina. Il prelevamento dello stato ed il costo del petrolio sono rimasti praticamente stabili.

Dall’inizio della nuova ondata sono quindi i mercati che fanno aumentare i prezzi.

I cambiamenti climatici hanno mutato le mappe mondiali della produzione vinicola

UvaIl cambiamento climatico causerà un declino di due terzi della produzione di vino nelle regioni più premiate al mondo e un parallelo sviluppo delle coltivazioni di vigneti in zone che finora erano escluse dalla filiera vitivinicola.

Toscana, Bordeaux, Rhone, ma anche Napa valley in California e le zone costiere del Cile. Sono solo alcune delle regioni più importanti e note per ospitare filari di vigneti di ottima qualità che entro il 2050 potrebbero vedere un declino delle coltivazioni a causa del riscaldamento globale.

Lo sostiene uno studio di Conservation International pubblicato sulla rivista scientifica Proceedings of the National Academy of Sciences. I ricercatori, guidati da Lee Hannah, hanno condotto la ricerca utilizzando 17 modelli climatici per capire gli effetti che il l’aumento della temperatura avrà su 9 delle maggiori regioni dove si produce vino.

Le previsioni per i prossimi 50 anni sono state effettuate ipotizzando un aumento della temperatura media di 2,5 gradi (scenario probabile) e di 4,7 gradi (scenario peggiore ipotizzato dai climatologi).

In entrambi i casi il settore subirà una rivoluzione geografica che vede l’Europa vittima degli effetti peggiori con un calo della produzione previsto dell’85 per cento nelle regioni che si affacciano sul Mediterraneo, come l’italiana Toscana e la francese Bordeaux. Stessa sorte anche in Australia continentale (con un calo del 74 per cento), California (70 per cento), Sudafrica (55 per cento) e Cile (40 per cento).

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