Secondo l'Fmi vivere troppo a lungo non giova all'economia mondiale

LongevitàGli asset sicuri scarseggiano e sui conti pubblici pesa il fattore longevità, che minaccia la sostenibilità di bilancio con il rischio, in alcuni paesi, di far schizzare il rapporto debito-pil di oltre 50 punti percentuali.

L'allarme è del Fondo Monetario Internazionale (Fmi), secondo il quale l'allungamento delle vita implica costi enormi che possono essere compensati con l'aumento dell'età pensionabile, il versamento di maggiori contributi e una riduzione del deficit. È però necessario che i governi agiscano subito in quanto le misure ad hoc per mitigare i rischi “impiegano anni per dare i loro frutti”.

L'allungamento delle prospettive di vita ha ricadute sia sul settore pubblico sia sul settore privato. “Le implicazioni finanziarie del vivere più del previsto sono molto grandi: se nel 2050 la vita media si allungherà di 3 anni rispetto alle attese attuali, i costi già ampi dell'invecchiamento della popolazione aumenteranno del 50%”.

Ed è per questo che i governi devono correre ai ripari in fretta.

Le autorità devono essere consapevoli della loro esposizione al rischio di longevità e favorire iniziative per trasferire il rischio. Particolare attenzione andrebbe inoltre data a una maggiore educazione finanziaria. “Pochi governi ammettono il rischio longevità. Quando lo fanno, riconoscono che è ampio”.

New York diventa una metropoli ecosostenibile

New YorkDi quanto New York punti a essere una metropoli sostenibile lo avevo già scritto.

Michael Bloomberg sindaco che crede nella green economy annuncia perciò che un altro tassello del Green Infrastructure Grant Program prende vita: The Brooklyn Navy Yard.

In sostanza su un tetto di 40mila metri quadri sarà installata una fattoria urbana per il recupero e riuso nelle colture di 40mila galloni di acqua piovana.

Investimenti per oltre mezzo milione di dollari e lavoro per oltre 1000 persone.

Ma come dicevo il progetto rientra in uno scenario più ampio di cui leggo sul Notiziario settimanale AIAB che scrive:

La plastica è il nemico numero uno del Mediterraneo

Sacchetto di plasticaLe specie più pericolose del Mediterraneo? Appartengono alla famiglia della plastica, il genere invece è quello umano. E siamo così bravi a proteggerle che nessuna di queste specie rischia l’estinzione, tutt’altro: il Mediterraneo ormai è il loro habitat ideale.

Le specie di plastica proliferano. L’Agència catalana de l’Aigua le ha classificate. Nel mare monstrum potete ammirare banchi di profilattici; nutriti stock di batterie; caratteristici mozziconi di sigaretta dalle inconfondibili macchie di rossetto; assorbenti, famosi pesci con le ali.

E ancora: bottiglie di vetro, diesel, olio del motore, alluminio, scatole di cartone, buste di plastica, lattine, tappi. Una biodiversità immensa che cresce, nelle acque di tutto il mondo, al ritmo di 8 tonnellate di rifiuti al giorno.

Squali feroci e meduse velenose non fanno più paura: i nuovi, gli unici, mostri marini sono loro.

Vivono centinaia di anni, causano disturbi all’apparato digerente dei pesci, soffocano le tartarughe, contaminano, lacerano ed inquinano.

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