Le scie chimiche all'interno dell’aeroplano

Interno di un aereo civileSembra che ci sia una nuova bomba ad orologeria che si appresta ad esplodere nella già malandata industria dell’aviazione civile: si chiama “Sindrome aerotossica”.

Questa sindrome sarebbe il risultato della sistematica inalazione dell’aria che circola all’interno dei moderni aerei passeggeri. Ne soffrono infatti soprattutto piloti e assistenti di volo, che passano buona parte della loro vita all’interno di una cabina pressurizzata.

L’aria che si respira a bordo non può venire presa direttamente dall’esterno, poiché sarebbe troppo fredda, ed ha inoltre una pressione troppo bassa. È molto più comodo prendere quella che circola nelle turbine dei motori, che è già stata surriscaldata e portata ad alta pressione. In questo modo, basta convogliarla all’interno della cabina, e si risolvono sia il problema della temperatura che quello della pressione ambientale. (Normalmente l’aria delle turbine viene miscelata al 50% con quella già presente all’interno della cabina, che viene riciclata. Ma alla fine di ogni viaggio tutta l’aria che sarà stata respirata all’interno della cabina sarà stata comunque prelevata dalle turbine dei motori).

Naturalmente, l’aria da respirare viene presa dai compressori prima di venir mescolata al combustibile da bruciare (il termine tecnico è “bleed air”, cioè “aria che sgocciola”). Si tratta quindi, teoricamente, di aria perfettamente pulita, sottoposta ad alta pressione. Ma i compressori, per poter funzionare, devono essere lubrificati, …

I paesi ricchi depredano i paesi poveri

Economia mondiale"Land grabbing". Ecco una nuova forma di colonialismo. L'espressione è stata creata nel 2011 dall'International Land Coalition, un'organizzazione fondata nel 1995 in Belgio. Terreni fertili, risorse comprese, acquisiti o presi in affitto dai Paesi ricchi in quelli poveri.

Con l'aggravante che un ettaro di terreno può costare solo uno o due dollari all'anno. Meno di un trancio di pizza. Intere regioni del mondo cedute così a prezzi ridicoli.

Ne ha parlato nei giorni scorsi il “Corriere della sera" citando una ricerca pubblicata da Pnas alla quale ha collaborato anche Cristina Rulli, docente del Politecnico di Milano.

Lo studio si occupa per la prima volta di questa questione dal punto di vista agro-idrologico, calcolando cioè il rapporto tra i terreni acquisiti e la quantità d'acqua indispensabile per la coltivazione estensiva.

I risultati? Tutt'altro che positivi. Ma partiamo dall'inizio: ormai da una decina d'anni, la domanda nel mondo di cibo e di biocarburanti è in aumento. E gli Stati con le tasche piene, ma che per svariate ragioni non hanno a disposizioni adeguate estensioni di terreno, vanno all'estero per acquistare o affittare terra da sfruttare per la produzione di cibo. Nel mirino è finito, ad esempio, il Madagascar, la cui metà dei terreni agricoli (1.300.000 ettari) è stata comprata dalla Corea del Sud, e verrà usata per le coltura di mais e palme da olio.

Ma anche Cina, Giappone e Arabia Saudita stanno allargando, per così dire, i loro confini. Arriviamo al dunque: per comprare un terreno, però, non si chiama in causa la gente che ci abita.

Per guarire l'emicrania infantile basta un placebo

BambinoPer prevenire le emicranie in bambini e adolescenti, prendere un placebo o un farmaco per le cefalee è sostanzialmente la stessa cosa, come ha verificato uno studio pubblicato sulla rivista Jama Pediatrics.

Sono solo due infatti, secondo la ricerca, i farmaci usati per curare l'emicrania negli adulti in grado di fare qualcosa in più del placebo e ridurre la frequenza dei mal di testa nei bambini.

E anche in quei casi l'effetto è stato minimo. Secondo i dati della Cleveland Clinic, circa il 2% dei bambini e il 7-10% degli adolescenti fino a 15 anni soffrono di emicranie.

Nessun farmaco è stato rigorosamente testato e approvato per prevenire questa patologia nella fascia pediatrica, costringendo i medici ad affidarsi ai farmaci per adulti.

“Tutti i farmaci nella nostra analisi - spiega Jeffrey Jackson, coordinatore dello studio - sono risultati efficaci negli adulti, ma poco tra i bambini. Il che suggerisce che deve esserci qualcosa di diverso nelle emicranie pediatriche o che la risposta alla terapia differisce tra bambini e adulti”.

I ricercatori hanno messo a confronto 21 sperimentazioni in cui si analizzavano farmaci e placebo. In questo modo hanno visto che solo il topiramato e il trazodone riducevano in modo significativo la frequenza delle cefalee nei bambini e adolescenti che ne soffrivano regolarmente. Altri farmaci per adulti, come il flunarizine, propanololo e valproato, non si sono rivelati efficaci.

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