Genetica

Nuovi studi sul clampaggio del cordone ombelicale

clampaggio del cordone ombelicaleGRAVIDANZA E DINTORNI – Per molto tempo, la norma in sala parto è stata chiara: il cordone ombelicale si “clampa” (cioè lo si lega per interrompere il flusso di sangue dalla placenta, un’operazione che precede il taglio) subito dopo la nascita.

Questione di una manciata di secondi. Oggi, però, l’atteggiamento è cambiato. Sulla base di un numero crescente di studi, sempre più autorità sanitarie e associazioni scientifiche (dal Royal College of Obstetricians & Gynaecologists all’ Organizzazione mondiale della sanità) suggeriscono di non avere troppa fretta: meglio aspettare 2-3 minuti per i bambini sani nati a termine e comunque non prima di quanto strettamente necessario per i prematuri o i bimbi nati in emergenza.

L’ultimo punto a favore del cosiddetto clampaggio tardivo viene da uno studio svedese che, per la prima volta, mostra l’assenza di rischi a lungo termine per questa pratica. Al contrario, la legatura tardiva del cordone sembra comportare benefici in termini di miglioramento delle abilità motorie fini, soprattutto nei maschi.

Già nel 2011, Ola Andersson e colleghi, dell’Università di Uppsala, avevano pubblicato un primo studio sul confronto a breve termine tra clampaggio precoce (entro 10 secondi dalla nascita) e tardivo (dopo 3 minuti) del cordone, esaminato in un gruppo di 400 bambini.

Nuovo studio sulle modificazioni antropometriche e cognitive

GeneticaNel team internazionale anche ricercatori dell’Università di Verona. Grazie al meltingpot più forti contro le malattie genetiche. Su Nature lo studio condotto su 350.000 individui in tutto il mondo

Pubblicato su Nature lo studio “Directional dominance on stature and cognition in diverse human populations” realizzato da un team internazionale di scienziati che hanno analizzato i dati di circa 350 mila persone per comprendere le modificazioni antropometriche e cognitive delle popolazioni nel corso dei secoli.

Allo studio, coordinato dall’Università di Edimburgo, ha partecipato anche l’Università di Verona grazie al lavoro dei ricercatori Giovanni Malerba, della Genetica di ateneo e Gianluigi Zaza, della Nefrologia che hanno analizzato le caratteristiche cliniche e genetiche di una vasta coorte di individui provenienti da tutto il Veneto attraverso lo “Studio Incipe” condotto nel 2006 dalla Nefrologia di Verona diretta da Antonio Lupo.

Analizzando i modi di trasmissione di alcuni tratti genetici che hanno un impatto su alcune caratteristiche somatiche e su alcune malattie, i ricercatori hanno dimostrato che l’essere umano si è evoluto per essere più intelligente e più alto dei suoi antenati. Questa evoluzione “positiva”, cui non corrisponde una riduzione dei fattori di rischio per alcune malattie, soprattutto in ambito cardiovascolare, gioca invece un ruolo molto importante nello sviluppo delle malattie genetiche rare.

Genetica: l'ordine di nascita incide sulla personalità

GeneticaI figli unici sono noti per il loro perfezionismo e per il fatto di raggiungere sempre obiettivi ambiziosi. Alla ricerca costante di attenzioni, hanno bisogno dell'approvazione di genitori e amici.

Ma caratteristiche specifiche si possono attribuire anche alle persone con fratelli. E questo proprio in relazione all'ordine di nascita all'interno della famiglia.

Certo, è solo l'ordine a scolpire la personalità di un bambino in formazione. Contribuiscono sicuramente genetica, ambiente sociale e genitori. Ma il momento in cui si viene al mondo gioca un ruolo comunque rilevante, contribuendo a definire il carattere. Della questione, del resto, si sono occupati migliaia di studi a partire dagli anni Settanta. Le divergenze principali riguardano il grado di incidenza dell'ordine di nascita. Insomma: quanto conta davvero il fatto di essere il piccolo di casa, oppure il primogenito?

Secondo la maggior parte degli psicologi, i bambini si distinguono principalmente per le strategie con cui cercano di catturare l'attenzione e i favori di mamma e papà. Il primo figlio tende a difendere l'autorità e lo status quo, mentre quelli più piccini preferiscono la strada della ribellione.

“Ogni bambino impara a interpretare un ruolo all'interno della famiglia”, ha spiegato all'Huffington Post USA il Dottor Kevin Leman, psicologo e autore de “Il libro sull'ordine di nascita” e de “Il vantaggio del primogenito”. “I primogeniti sono tenuti sotto stretto controllo. Poi, man mano che arrivano dei fratellini, i genitori si tranquillizzano”.

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