Genetica

In Mongolia le capre da cashmere vengono create con la clonazione

Clonazione capre da cashmereUn capro geneticamente modificato ha generato decine di piccoli capretti. Si prevede un grande miglioramento nella qualità e nella produzione di lana cashmere.

La scorsa settimana, la prima capra da cashmere clonata ha generato più di 12 piccoli capretti e molti di più sono in arrivo.

Lo afferma la compagnia Zhongke Zhengbiao Biotech, con un centro di ricerche a Bayannur, nella Mongolia interna.

La capra (o meglio: il caprone), era stato clonato (e geneticamente modificato) per produrre una lana più fine e più soffice.

Esso è stato poi unito a diverse capre femmine (nate in modo naturale), che hanno generato decine di piccoli capretti, tutti in ottima salute.

Micro-mucche grandi come cani

Mini-muccaNella storia si contano innumerevoli casi in cui gli uomini hanno usato e modificato animali per il nostro beneficio. Dai topi di laboratorio ai maiali geneticamente modificati, stiamo alterando la natura per trovare risposte, per soddisfare alcune necessità o per fini estetici.

Ora è il momento delle mini-mucche da compagnia. Esatto: ci sono alcuni allevatori di bovini che vendono mucche e tori allevati in allevamenti selettivi delle dimensioni di un animale domestico.

Il più famoso di loro è Dustin Pillard, che crea le mini-mucche nella sua fattoria nello stato americano dell’Iowa. È apparso nei giornali e nei telegiornali numerose volte da quando ha iniziato a produrre micro-bestiame nel 1995, ma le sue mucche in miniatura sono più piccole che mai.

Ha scoperto il concetto di mini-mucche nel 1992 quando partecipò a un’asta di bestiame. Era affascinato da quegli animali. Tre anni dopo, quando divenne proprietario di un ranch di 10 ettari, acquistò cinque di questi animali.

Le mucche e i tori di Pillard hanno un’altezza media di circa 84 cm.

Gli studi su C. elegans svelano i meccanismi del gusto

C. ElegansIl gusto è il primo senso a svilupparsi nei neonati. In ogni individuo la percezione dei cinque sapori fondamentali (dolce, amaro, acido, salato, umami) è legata ai recettori specializzati sparsi in zone diverse della lingua.

Anche saper distinguere tra cibo desiderabile e cibo potenzialmente pericoloso è però una capacità fondamentale per sopravvivere, che tutti gli organismi, incluso l'uomo, devono possedere. Secondo gli studiosi, la capacità di riconoscere istintivamente gli alimenti commestibili risale alla preistoria: l'uomo sarebbe dotato di una memoria genetica, costruita durante l'evoluzione, che gli consente di riconoscere cosa gli fa bene e cosa gli fa male. La nostra capacità di percepire, riconoscere e scegliere i cibi dipende però, oltre che da questa eredità genetica, anche da variabili fisiologiche e dall'esperienza.

Un contributo per capire come gli animali individuino il cibo e lo distinguano da altri stimoli presenti nell'ambiente e come funzionino le cellule responsabili di queste risposte è stato dato dal nematode Caenorhabditis elegans (C. elegans), un verme lungo un millimetro, utilizzato per molteplici studi grazie alla sua versatilità sperimentale.

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