Indagini

La Nasa avrebbe cancellato gli ufo da alcune foto

UfoAlcune immagini spaziali provenienti dalla Luna sarebbero state manipolate dalla Nasa al fine di non rivelare la presenza di Ufo.

Il dottor Ken Johnston era un consulente impiegato da Brown & Root, nel Lunar Receiving Laboratory, del NASA Johnson Center nel 1971. L'ex consulente della Nasa fu coinvolto nella memorizzazione e catalogazione delle immagini realizzate durante la missione Apollo sulla luna.

Un aspetto importante del suo lavoro fu quello di confezionare e spedire campioni lunari per laboratori scientifici. Proprio durante questo periodo, cosi come racconta anche 'express.co', egli sostiene di aver visto i tecnici della NASA manipolare le immagini provenienti dallo spazio, allo scopo di eliminare qualsiasi anomalia relativa alla presenza di Ufo. Egli sostiene inoltre di essere stato a conoscenza di altre anomalie presenti tra le foto e i filmati originali rispetto a quelli mostrati all'opinione pubblica.

Le rivelazioni dell'ex consulente

Johnston ha donato fotografie e materiali di ricerca all'International UFO Museum di Roswell e Research Center. Inoltre egli ha scritto tre libri della serie "Ken Moon" sempre su questo argomento.

Coccodrilli: torture per borse e cinturini

CoccodrilloLa pelle di coccodrillo è utilizzata in molti modi: per la produzione di scarpe, borselli, cinture e cinturini, ma anche di intere borse.
La Protezione Svizzera degli Animali invita l'industria svizzera dei beni di lusso a rinunciare alla pelle di rettili prodotta in maniera crudele, sfruttando al suo posto le sempre più numerose pelli di animali svizzeri provenienti da allevamenti rispettosi degli animali.

Alle Mauritius, nel parco naturale La Vanille, c’è un allevamento di coccodrilli: sono i coccodrilli del Nilo che vengono allevati per la produzione di pelle.

Il coccodrillo del Nilo è il più grande coccodrillo dell'Africa, e può raggiungere i quattro metri di lunghezza. Durante il giorno, i coccodrilli del Nilo si godono per lo più il sole sulla riva, di notte vanno in acqua per cacciare... se potessero. Già, perché in questo parco naturale i rettili finiscono dopo una breve vita, tra le altre cose, come decorazioni da parete, o come orrendi trofei per i turisti.

L’odiosa “caccia in scatola”

Foto ricordo...Nei paesi africani nei quali è consentita la caccia, il turismo collegato ad essa funziona a piena velocità. Il Sudafrica offre accanto al tradizionale trofeo di caccia una variante ancora più crudele: il “canned hunting” ovvero la caccia in scatola (in pratica una caccia da dietro un recinto), in cui gli animali vengono serviti ai loro cacciatori su un piatto d'argento.

Ian Michler è uno studioso di scienze naturali sudafricano che vuole informare il pubblico e le autorità su una fiorente sottospecie del trofeo di caccia, tanto in voga in Africa: la caccia in scatola, finalizzata principalmente alla fauna selvatica e in particolare al re degli animali, al leone.

La Protezione Svizzera degli Animali (PSA) ha incontrato Ian Michler per capire cosa è e come funziona questa pratica.

“La caccia in scatola è totalmente diversa dal trofeo di caccia o dalla caccia grossa tradizionale. Nella caccia tradizionale, che i cacciatori considerano equa, gli animali braccati in natura sono in movimento e hanno una minima possibilità di scamparla. Pertanto, il cacciatore non ha alcuna garanzia di portarsi a casa un trofeo. Al contrario, nella caccia in scatola il cacciatore ha la certezza del trofeo”.

Gli animali utilizzati per la caccia in scatola sono nati e allevati in cattività. In tal modo le leonesse restano sempre e presto gravide e partoriscono continuamente cuccioli che sono tolti subito dopo la nascita alle loro madri e svezzati da persone.

Pagine