Signoraggio

Gli Usa sono il braccio armato dell’aristocrazia nera

Riccardo Tristano TuisL’aristocrazia nera, ovvero: storia occulta dell’élite che da secoli controlla la guerra, il culto, la cultura e l’economia.

È il tema dell’ultima indagine di Riccardo Tristano Tuis, saggista e musicista. Punto di partenza:

quali sono le origini della cosiddetta aristocrazia nera?

Che cosa si nasconde dietro ai simboli, l’araldica e le gesta di certi casati nobiliari?

Che rapporto hanno con il potere?

«Nel corso dei secoli – scrive Tuis – i simboli e le religioni si sono trasformati in diábolos, strumenti d’inganno per separare anziché essere impiegati nella loro funzione naturale di unità (symbolon)», all’insegna del “divide et impera”, che «è stata da sempre la regina delle strategie finalizzata al mantenimento del potere dell’aristocrazia nera sul territorio». Poche famiglie, da sempre, controllano la nostra vita.

La manipolazione del signoraggio primario e secondario

SignoraggioCoperte dalla magistratura, le banche centrali, tra cui la Banca d’Italia (BI) e la Banca Centrale Europea (BCE), incredibilmente private, praticano il crimine del signoraggio primario, mentre le banche di credito praticano l’ancor più grave signoraggio secondario.

Signoraggio che la ‘cupola’ ricicla mediante le sue centrali interbancarie.

Dopo averlo infatti segretato già dalla nascita della Repubblica fin negli atti del Parlamento (con gli omissis), si è ‘scoperto’ che la BI è di privati (circa 85% banche, 10% assicurazioni, 5% dell’INPS), come gran parte delle altre banche centrali; fra cui la BCE, che è al 15% circa della BI.

Privatezza di cui, da quando la si è scoperta, si cerca di sminuire la rilevanza, ma che è la radice del male.

Signoraggio primario delle banche centrali che consiste in quanto segue.

1) Nel creare il denaro al costo tipografico o con un click (dal 1929 non occorre alcun corrispettivo in oro, ma è una favola che prima occorresse). Banconote di cui si ignora la quantità, essendo i numeri che recano non progressivi e di significato oscuro.

2) Usarle (al valore ‘facciale’) per ‘comprare’ (è più uno ‘sconto’, ma in realtà è una frode) dagli Stati un pari importo in titoli del debito pubblico.

Che differenza c'è tra i falsari napoletani e quelli della B.C.E.

TotòMolti, di recente, avranno sentito parlare di Giugliano, paese in provincia di Napoli, passato alle cronache come la patria dei migliori "falsari" d'Europa, poichè il 60% di tutte le banconote in euro false che circolano nell'Unione Europea vengono create proprio da stamperie clandestine site in questo paese.

I falsari di Giugliano sono ormai etichettati come "Napoli Group", con una logica aziendale ben definita:

1) il finanziatore della stamperia, che poi è anche il committente. Di solito un personaggio minore dei clan della Camorra, che si occupa di trovare una macchina tipografica offset di seconda mano (quelle nuove a quattro colori costano anche 500 mila euro), la filigrana, gli inchiostri, gli altri strumenti.

2) il tipografo, addetto alla produzione.

3) il distributore, ovvero l'uomo di fiducia del committente, colui che ha il compito di organizzare un deposito, rigorosamente lontano dalla stamperia, e di tenere i contatti con i clienti.

Il distributore "vende", o per meglio dire "spaccia", gli euro falsi ai suoi clienti (malavitosi o commercianti) al prezzo del 10% del valore nominale (la cifra sulla banconota).