Popolazione

Scatta per la Terra l'overshot day. Le risorse non sono più sufficienti per tutti

Terra schiacciataÈ scattato lo scorso 22 agosto (2012) l'Overshot day, ovvero il giorno in cui abbiamo davvero dato fondo alle risorse.

Il ciclo naturale di produzione non basta a soddisfare le nostre necessità.

In sostanza il rapporto è a uno e mezzo: se dalla terra nasce un albero noi ne abbattiamo uno e mezzo.

Il pianeta è decisamente in affanno: abbiamo finito in 8 mesi le risorse che avremmo dovuto consumare in 12.

A stilare il rapporto -come ogni anno- la Global Footprint Network, che misura periodicamente l'incidenza dell'attività umana sulla Terra.

“Le nazioni di tutto il mondo, e in particolare il sud dell'Europa, hanno iniziato a sperimentare dolorosamente cosa significa spendere di più di quello che guadagnano -commenta Mathis Wackernagel, presidente del Global Footprint Network-. Quando i deficit di risorse si fanno più grandi, e i prezzi delle risorse rimangono elevati, i costi per le nazioni diventano insopportabili”.

Rio+20, l'obesità alle stelle dei Paesi ricchi devasta il pianeta

ObesitàDivorare le risorse della Terra con voracità e fame insaziabile. Lo fanno, più di altri, i Paesi industrializzati in cui il tasso di popolazione obesa è alle stelle. L’obesità dilaga ed il maggiore indice medio di massa corporea della popolazione corrisponde ad un maggior impatto ambientale, tassi più alti di inquinamento, un maggior consumismo.

Lo rivela uno studio presentato in occasione di Rio+20, pubblicato su BMC Public Health, a cura della London School of Hygiene & Tropical Medicine. Il peso della popolazione adulta mondiale è di quasi 287 milioni di tonnellate, di cui 15 milioni dovuti al sovrappeso e 3,5 milioni all’obesità.

Non sorprende affatto che la popolazione con il tasso più alto di obesità si concentri nei Paesi ricchi. Sul banco degli imputati una cattiva alimentazione, la sedentarietà, lo stress, stili di vita scorretti, fattori genetici ed ambientali, la mancanza di vita all’aria aperta e del contatto diretto con la natura.

Gaza, uno dei più grandi lager a cielo aperto del mondo

Bimbo di GazaGaza, terra lacerata. Terra in cui i conflitti dei grandi ricadono – secondo un copione tristemente sempre uguale a se stesso – sulle spalle dei più piccoli: sono i bambini a subire le conseguenze più della precaria situazione sociale e politica, quelle conseguenze che hanno a che vedere con la vita di tutti i giorni come mangiare, bere, lavarsi.

È il rapporto “Gaza’s Children: falling behind” diffuso da Save the Children insieme all’organizzazione Medical Aid for Palestinians (MAP) a denunciare le drastiche condizioni igienico-sanitarie in cui è costretta a vivere la popolazione di Gaza, messa in ginocchio dall’embargo iniziato cinque anni fa.

Acqua negata.

La difficoltà principale è l’accesso all’acqua per una larga fetta della popolazione. Sovraffollamento, infrastrutture danneggiate, blocco al transito di merci e persone: queste le problematiche che rendono l’accesso all’acqua potabile e corrente a Gaza non solo difficoltoso, ma anche pericoloso. Secondo il rapporto, infatti, l’unica fonte di acqua corrente disponibile sul territorio sarebbe contaminata da concimi e scorie umane, a causa del sovraffollamento (1.700.000 persone circa) in un’area decisamente ridotta, pari a 365 chilometri quadrati: area in cui vivono più di 800.000 bambini il cui stato di salute è particolarmente a rischio.

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