Bruno Chastonay: andamenti dei mercati finanziari, finita la pacchia?

Oggi abbiamo i mercati in una situazione BOMBA che potrebbe nuocere a tutti gli investimenti, con calo dei CONSUMI e del POTERE DI ACQUISTO

Dal 2008, c'è una nuova crisi dei mercati su tutti i fronti economici.

Facciamo prima un breve escusso su quanto avvenuto negli ultimi tempi, giusto per entrare in sintonia agli avvenimenti, anche se già largamente conosciuti.

Dalla crisi dei mercati finanziari del 2008, siamo entrati in una fase di CRISI, su tutti i fronti economici, che hanno portato ai grandi cambiamenti che abbiamo visto.
Questi riguardano i TASSI NEGATIVI, aiuti finanziari dalle Banche Centrali, INTERVENTI verbali, e diretti nei mercati, cambio di COMUNICAZIONE dei dati, delle politiche monetarie.

Accelerazione della RICERCA DI RENDIMENTO, con ampia LIQUIDITÀ nei conti, da parte dei fondi, delle banche.

Cambio della VALUTAZIONE del RISCHIO, vista la scarsa reazione dei mercati alle varie situazioni createsi, con effetti localizzati, di breve durata e scarso effetto.

Dapprima i fattori a RISCHIO, timori politici, geopolitica, aspettative crescita, debiti, disoccupazione, hanno frenato gli investimenti e le scelte di portafoglio, condizionate dagli elevati TIMORI, incertezze.

Poi, con l’andare del tempo, dopo l’elezione di TRUMP USA, senza gli effetti nefasti che in molti si attendevano, abbiamo visto una accelerazione negli acquisti di TITOLI, spinti dalle fusioni / acquisizioni record, aumento dei dividendi, degli utili sopra aspettative, nonché dal rimpatrio dei capitali delle multinazionali USA, grazie ad una tassazione agevolata. E ancora, anche grazie alla mancanza di rendimento derivato dai BONDS delle nazioni principali.

Il rapido aumento di radiocarbonio cosmogenico è avvenuto su scala globale

L’analisi su 27 specie arboree rivela come il rapido aumento di radiocarbonio cosmogenico verificatosi nel 774 e nel 993 sia avvenuto globalmente

Grazie all’analisi dendrocronologica su 27 specie arboree provenienti da 5 continenti, un recente studio del Cnr-Ivalsa e dell’Università di Padova rivela come il rapido aumento di radiocarbonio cosmogenico verificatosi nel 774 e nel 993, sia avvenuto su scala globale.

È emerso inoltre che la concentrazione di radiocarbonio atmosferico sia più elevata alle latitudini settentrionali. Lo studio è pubblicato su Nature Communications.(1)

Gli anelli del legno si confermano una fonte inesauribile d’informazioni scientifiche. Grazie alla più vasta collaborazione mai realizzata dalla comunità scientifica dei dendrocronologi è stato possibile determinare per la prima volta l’estensione su scala globale e la tempistica stagionale del rapido aumento delle concentrazioni atmosferiche di radiocarbonio (14C), relativo a due eventi verificatisi negli anni 774 e 993 AD.

La ricerca, pubblicata su Nature Communications ha coinvolto 67 studiosi di 57 istituti di tutto il mondo, tra cui due italiani: Mauro Bernabei dell’Istituto per la valorizzazione del legno e delle specie arboree del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ivalsa) di San Michele all’Adige (Tn) e Marco Carrer dell’Università di Padova. I ricercatori hanno analizzato gli anelli del legno provenienti da alberi viventi, legni storici, scavi archeologici e resti di legni subfossili appartenenti a 27 specie da cinque continenti.

Nell’anno 774 AD si verificò un aumento repentino della concentrazione atmosferica di radiocarbonio pari a circa 20 volte il tasso normale: un episodio associato anche a un aumento della concentrazione dell’isotopo del Berillio (10BE) rilevato nelle carote di ghiaccio dell'Antartide.

Una epidemia di depressione colpisce il pianeta Terra

La depressione è sintomo di isolamento. Siamo esseri umani, non macchine da riparare. La cultura in cui viviamo ha creato questa epidemia

La nostra società è in preda ad un’epidemia di depressione. La mia tesi è che i valori della nostra società ci inducono a vivere in modi che sono effettivamente intristenti.

I numeri sono piuttosto sconcertanti. Oltre il 20% della popolazione americana, sperimenterà nella vita, almeno un episodio di ciò che definiamo depressione clinica. Per poter comprendere e superare il fenomeno, è quindi necessario esaminarlo in profondità.

I valori o meglio i ‘non valori’ della nostra società ci inducono a intristirci. Inoltre, gran parte di ciò che definiamo depressione clinica, in realtà non corrisponde alla definizione. Per lo più, infatti, le forme di depressione odierne sono di origine ‘situazionale’. I sintomi della depressione risultano, cioè, essere spesso le dirette conseguenze di una serie di circostanze deprimenti, non certo di uno stato patologico. In altre parole, in diverse circostanze non saremmo depressi.

Abbiamo smarrito la strada? Molti di noi vivono delle vite automatizzate, robotiche e prive di significato e scopi profondi. Sempre più spesso accade che si smarrisca ogni tipo di visione e passione. Viviamo in una cultura fortemente competitiva, la quale premia la realizzazione ed il successo. La nostra identità e autostima diventano i riflessi di questi marker esterni. La nostra ricerca del benessere diventa terribilmente male indirizzata. Le esigenze della nostra cultura nevrotica, affaticano il nostro equilibrio emotivo e psicologico, ben oltre la soglia di sicurezza. Il paradigma culturale in cui viviamo può lasciarci scollegati, disincantati e isolati. Quando ciò si verifica, si tende a compensare votandosi alla ricerca di acquisizioni materiali,a costo di sacrificare ad esse la capacità di vivere rapporti affettivi con il prossimo e con se stessi.

Di solito le persone soddisfatte dal punto di vista delle relazioni affettive, non si sentono depresse. La depressione è sintomo di isolamento.

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