Degrado ambientale

Golfo del Messico: nuovo allarme. Cedono i bulloni delle piattaforme

Deepwater Horizon in fiammeI fissaggi al fondo del mare sono difettosi. Un problema che riguarda quasi tutti i pozzi sono nel Golfo del Messico, ma 23 sono anche in California e uno in Alaska.

È ALLARME per il Golfo del Messico a sei anni dalla "marea nera" che mise ko gli ecosistemi di Mississippi e Louisiana costringendo alle corde e a maxi-risarcimenti il colosso del petrolio BP.

Secondo gli esperti del Ministero degli Interni statunitense, il cui mandato è la protezione delle risorse naturali e ambientali del Paese, i grandi bulloni che ancorano le piattaforme petrolifere ai fondali stanno gradatamente cedendo.

Migliaia di pozzi sono interessati al fenomeno, quasi tutti nel Golfo del Messico, ma anche al largo della California e in Alaska. Il problema, di cui dà notizia il Wall Street Journal - ha provocato finora costosi “shutdowns”, ma il vero timore è di un nuovo disastro ambientale che potrebbe fare il paio con quello del 2010 quando un'esplosione sulla piattaforma Deepwater Horizon provocò il più grande fuoriuscita di greggio nella storia degli Stati Uniti.

In Cina scarseggiano le api. Impollinatori umani al lavoro

ApiPreoccupano gli scienziati le immagini che mostrano gli impollinatori al lavoro sugli alberi da frutto nella contea di Hanyuan, della provincia di Sichuan

Nella contea cinese di Hanyuan, situata all’interno della provincia cinese di Sichuan, non ci sono più api. Quando arriva la stagione della fioritura, gli impollinatori salgono sugli alberi e fanno manualmente il lavoro che in natura viene svolto dalle api operose che ci regalano il miele.

La sparizione delle api non è casuale, ma dovuta a responsabilità umane: per anni nella contea di Hanyuan sono stati utilizzati pesticidi che hanno fatto scomparire le api impollinatrici. E così, ogni primavera, alla fioritura dei peri, i contadini si arrampicano sui rami e iniziano a impollinare i fiori a mano.

Le fotografie della gallery di apertura possono sembrare surreali, ma è quanto accade ormai da anni nella contea di Hanyuan che continua a descriversi come la “capitale mondiale del pero”. La redditività a lungo termine dell’impollinazione a mano è messa in discussione dall’aumento dei costi del lavoro e dal calo dei rendimenti della frutta.

Polo Nord: ipotizzato lo sciogliemnto dei ghiacci nel 2017

Cambiamenti climatici al Polo NordAllarme degli scienziati: nel 2017 il ghiaccio del Polo Nord potrebbe sparire e sulla Terra si abbatteranno cataclismi climatici

L’allarme arriva dal Polo Nord. Studiando gli ultimi dati del “National Snow and Ice Data Center”, il professor Peter Wadhams dell’Università di Cambridge si è infatti accorto che la superficie ghiacciata intorno al Polo Nord, si è ridotta a 11,1 milione di chilometri quadrati, mentre la media degli ultimi 30 anni è stata di 12,7 milioni.

Nel giro di un lasso di tempo brevissimo si è sciolta nel nulla un’estensione di ghiaccio pari a cinque volte l’Italia. Un cataclisma che ha portato lo studioso a credere che la catastrofe sia vicina.

A Cambridge il professor Peter Wadhams è docente di Oceanografia fisica ed è il responsabile del Polar Ocean Physics Group. E, dopo anni di studio, ha lanciato una previsione a dir poco allarmante: a settembre o al più tardi all’inizio del 2017, il ghiaccio potrebbe completamente sparire dal Polo Nord.

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