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Dall'aria un nuovo processo per catturare e riciclare il CO2

Dall'aria un nuovo processo per catturare e riciclare il CO2

Dall'aria sottile: un nuovo processo elettrochimico accorcia la strada per catturare e riciclare il CO2. Gli ingegneri offrono una tecnica promettente per convertire il CO2 (diossido di carbonio) atmosferico in prodotti di valore commerciale.

Un team di ricerca di U of T Engineering ha sviluppato un nuovo percorso elettrochimico per trasformare il CO2 in prodotti di valore come il carburante per jet o la plastica. Catturare e riciclare il carbonio direttamente dall'aria. Una tecnologia che potrebbe migliorare significativamente l'economia.

Il dottor Edward (Ted) Sargent, (1) docente presso l'Università di Toronto e direttore del gruppo di ricerca, afferma: “oggi è tecnicamente possibile catturare il diossido di carbonio (CO2) dall'aria e, attraverso una serie di passaggi, convertirla in prodotti commerciali. La sfida è che ci vuole un sacco di energia per farlo, il che incrementa i costi e riduce l'incentivo. La nostra strategia aumenta l'efficienza energetica globale evitando alcune delle perdite più energivore.”

Estrarre il carbonio dall'aria è una tecnologia emergente. Le aziende mirano a produrre combustibili o plastiche dal carbonio che è già nell'atmosfera, piuttosto che dai combustibili fossili. La compagnia canadese Carbon Engineering, che ha costruito un impianto pilota a Squamish, nella provincia canadese della Columbia Britannica, (2) cattura CO2 forzando l'aria attraverso una soluzione liquida alcalina. Il CO2 si dissolve nel liquido, formando una sostanza chiamata carbonato.

Per essere completamente riciclato, il carbonato disciolto viene normalmente trasformato in gas CO2 e quindi in blocchi chimici che costituiscono la base di combustibili e materie plastiche. Un modo per farlo è aggiungere sostanze chimiche che convertono il carbonato in un sale solido. Questa polvere salina viene quindi riscaldata a temperature superiori ai 900°C per produrre gas CO2 che può subire ulteriori trasformazioni. L'energia richiesta per questo riscaldamento fa aumentare il costo dei prodotti derivati.

Ogni giorno 7.500 passi allungano la vita

Ogni giorno 10.000 passi allungano la vita

Le donne anziane che facevano 4.400 passi al giorno avevano una mortalità inferiore rispetto a quelle che ne facevano 2.700. Il rischio di morte ha continuato a diminuire nel momento in cui si sono fatti 7.500 passi al giorno.

Una grande quantità di prove dimostrano che l'attività fisica è un bene per la salute e la longevità di una persona. Pochi studi hanno esaminato quanti passi al giorno sono associati a una buona salute a lungo termine.

Un nuovo studio, condotto dagli investigatori del Brigham and Women's Hospital, ha cercato di colmare questa lacuna esaminando i risultati, su una media di oltre quattro anni, per le donne anziane. Questo monitoraggio sulla salute delle donne di una certa età consisteva nell'effettuare misurazioni dei loro passi per un'intera settimana. Il team riferisce che, tra le donne anziane, fare 4.400 passi al giorno era significativamente associato a un minor rischio di morte rispetto a quelle signore che facevano giornalmente 2.700 passi. Aumentando i passi giornalieri il rischio di morte diminuiva. Uno standard soddisfacente è fare almeno 7.500 passi al giorno - meno dell'obiettivo predefinito di 10.000 passi in molti dispositivi indossabili.

I risultati del team sono stati presentati alla riunione annuale dell'American College of Sports Medicine, tenutasi lo scorso mese di maggio 2019. La ricerca è stata pubblicata da JAMA Internal Medicine. (1)

La dottoressa I-Min Lee, (2) MBBS, ScD, epidemiologa della Divisione di Medicina Preventiva al Brigham and Women's Hospital, sostiene: “pretendere di fare 10.000 passi al giorno può sembrare scoraggiante, ma scopriamo che anche un modesto aumento delle misure adottate è legato a una mortalità significativamente più bassa nelle donne anziane. Il nostro studio aggiunge una crescente comprensione dell'importanza dell'attività fisica per la salute, chiarisce il numero di passi relativi al miglioramento della qualità della vita con un conseguente allungamento della medesima.”

Le dinamiche che regolano il carbonio organico

Le dinamiche che regolano il carbonio organico

Un nuovo studio condotto dai ricercatori del Woods Hole Oceanographic Institution (WHOI) e dell'Università di Harvard può aiutare a risolvere una questione di vecchia data: come mai piccole quantità di carbonio organico si bloccano nella roccia e nei sedimenti, impedendo di decomporsi.

Secondo il dottor Jordon Hemingway, (1) autore principale dello studio (pubblica dalla rivista Nature) (2), ricercatore postdottorato a Harvard e ex studente dell'OMI, conoscere le dinamiche che regolano questo processo potrebbe aiutare a spiegare perché la miscela di gas nell'atmosfera è rimasta stabile per così tanto tempo.

Secondo il dottor Jordon Hemingway, il biossido di carbonio atmosferico è una forma inorganica di carbonio. Le piante, le alghe e alcuni tipi di batteri possono estrarre la CO2 dall'aria e utilizzarla come elemento di base per zuccheri, proteine e altre molecole nel loro corpo. Il processo, che avviene durante la fotosintesi, trasforma il carbonio inorganico in una forma “organica”, rilasciando ossigeno nell'atmosfera. Il contrario avviene quando questi organismi muoiono: i microbi iniziano a decomporsi, consumando ossigeno e rilasciando CO2 nell'aria. Uno dei motivi chiave per cui la Terra è rimasta abitabile è che questo ciclo chimico è leggermente sbilanciato. Per qualche ragione, una piccola percentuale di carbonio organico non viene scomposta dai microbi, ma rimane conservata sottoterra per milioni di anni.

Sulla base delle prove esistenti, i ricercatori hanno sviluppato due possibili ragioni per cui il carbonio è lasciato alle spalle;

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