Ricerche

Rivalutare gli obiettivi climatici per le barriere coralline

Rivalutare gli obiettivi climatici per le barriere coralline

Esperti delle barriere coralline di tutto il mondo chiedono una rivalutazione urgente degli obiettivi climatici alla luce delle crescenti prove di una velocità di cambiamento negativo senza precedenti di questi fragili ecosistemi.

Le barriere coralline, che sono rimaste relativamente invariate per circa 24 milioni di anni, stanno attraversando profondi cambiamenti nella loro composizione.

In uno speciale rapporto di Functional Ecology, alcuni dei maggiori esperti di barriera corallina del mondo hanno posto dei quesiti mirati sulle priorità da attuare per la loro conservazione con lo scopo di trovare adeguati protocolli ecologici. Questo atteggiamento è stato imposto dopo i recenti e rapidi cambiamenti del clima, che hanno ormai superato di gran lunga le previsioni.

Gli scienziati affrontano questioni come il modo in cui dovremmo effettivamente definire ciò che comprende una barriera corallina funzionante nell'Antropocene, (1) un'era in cui gli umani sono stati la forza dominante del cambiamento planetario.

Il clima del mondo si trasforma: le temperature tropicali si spostano verso i poli consentendo ai coralli di crescere in nuove località geografiche. Essi riscaldano gli oceani in alcuni punti del pianeta e crescono in acque più fredde precedentemente inospitali.

Di fronte a questi mutamenti, come reagiscono gli scienziati ambientali?

Prevenire il cancro della pelle con la sensibilizzazione

Prevenire il cancro della pelle con la sensibilizzazione

Il cancro della pelle è il più diffuso negli Stati Uniti. Se tu potessi vedere visibilmente i segni del cancro della pelle sul tuo corpo, saresti più propenso a prendere un appuntamento con il dottore?

Questa è la domanda che un gruppo di professori della BYU University Communications e della University of Utah hanno posto alle persone mentre cercavano i modi più efficaci per influenzarle a sottoporsi allo screening per il cancro.

Il team ha scoperto che la stimolazione visiva ha avuto un impatto significativo su coloro che hanno studiato, un gruppo di oltre 2.200 adulti di età compresa tra 18 e 89 provenienti da tutti gli Stati Uniti. I risultati dimostrano che la visualizzazione dei danni alla pelle, cagionati dalle radiazioni ultraviolette (UV), può indurre le persone ad avere timore, il che rende questi soggetti più propensi ad attuare comportamenti protettivi quando sono esposti alla luce solare, come spalmarsi le creme protettive e/o proteggere con indumenti le parti più sensibili del corpo.

“Parlare di cancro della pelle e apprendere fatti e tassi di mortalità. Queste informazioni rappresentano un linguaggio che ispira paura, ma le immagini erano così potenti che hanno spinto le persone a voler agire”, ha detto il dottor Kevin John, (1) un assistente professore in BYU Scuola di comunicazione e coautore dello studio.

Il gruppo ha testato una varietà di metodi tra cui mostrare storie di persone, foto di altre persone al sole, ecc. In totale, hanno usato 60 diverse varianti per capire quale metodo fosse il più efficace.

Produzione di energia elettrica negli estuari

Produzione di energia elettrica negli estuari

I ricercatori dell'EPFL (Ecole Polytechnique Fédérale de Lausanne) stanno lavorando a un metodo per catturare una fonte di energia costantemente disponibile negli estuari dei fiumi: il potere osmotico, noto anche come energia blu.

La maggior parte delle tecnologie per produrre energia rinnovabile dipendono dalle condizioni meteorologiche. I parchi eolici possono funzionare solo quando c'è il vento mentre le centrali solari producono energia dalla luce del sole.

L'osmosi è un processo naturale attraverso il quale le molecole migrano, da una soluzione concentrata a una più diluita, attraverso una membrana semi-permeabile al fine di bilanciare le concentrazioni. Negli estuari dei fiumi, gli ioni di sale caricati elettricamente si spostano dall'acqua salata del mare all'acqua del fiume fresca. L'idea è di sfruttare questo fenomeno per generare energia.

Ricercatori del Laboratorio di biologia nanometrica (LBEN) EPFL (Ecole Polytechnique Fédérale de Lausanne), diretti dalla professoressa Aleksandra Radenovic (1) presso la School of Engineering, hanno dimostrato che la produzione di energia, mediante l'osmosi, potrebbe essere ottimizzata utilizzando la luce. Riproducendo le condizioni che si verificano negli estuari, hanno proiettato la luce su un sistema che combina acqua, sale e una membrana di soli tre atomi per generare più elettricità. Sotto l'effetto della luce, il sistema produce il doppio della potenza. Le loro scoperte sono state pubblicate su Joule. (2)

Il sistema coinvolge due compartimenti pieni di liquido, a concentrazioni di sale marcatamente differenti, separati da una membrana di solfuro di molibdeno (MoS2). Nel mezzo della membrana si trova un nanoporo, un piccolo foro compreso tra tre e dieci nanometri (un milionesimo di millimetro) di diametro.

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