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Inquinamento atmosferico derivato dalla combustione di legna
Pubblicato recentemente, su Nature Sustainability, uno studio dell’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Cnr che mostra come elevati livelli di inquinamento da polveri sottili, in ambiente urbano, possano derivare dalla combustione della biomassa ad uso domestico
In un articolo pubblicato recentemente su Nature Sustainability, con il contributo di Maria Cristina Facchini e Matteo Rinaldi, dell’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Isac), vengono descritti livelli straordinari di inquinamento atmosferico, con superamenti dei valori limite di riferimento un giorno ogni cinque e concentrazione in massa di aerosol sub-micronico (PM1) superiore a 300 µg m-3, osservati in una città europea di medie dimensioni (Dublino, Irlanda).
“Tale inquinamento è attribuito alle emissioni da combustibili solidi ad uso domestico”, spiega Maria Cristina Facchini, direttore del Cnr-Isac. “Le analisi chimiche ci hanno permesso di identificare le ‘impronte digitali’ delle diverse sorgenti nel particolato analizzato. Il risultato è che il consumo di torba e legna, che a Dublino riguarda rispettivamente il 12% e l'1% delle abitazioni, contribuisce fino al 70% della concentrazione di PM1 durante gli episodi notturni di picco di inquinamento presi in esame”.
I picchi sono associati a condizioni di freddo e stagnazione dell’atmosfera, quando si consuma più combustibile per riscaldamento domestico e c’è meno dispersione. “La ‘green agenda’, per limitare l’impatto umano sul clima, promuove il passaggio da combustibili fossili a fonti rinnovabili o a basso tenore di carbonio.