Cardiologia

Un mondo con 300 milioni di persone depresse

DepressionePiù di 300 milioni di persone al mondo soffrono di depressione. Sono le stime più aggiornate che l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) ha diffuso in vista della Giornata Mondiale della Salute che quest’anno è dedicata proprio alla depressione.

Secondo Margaret Chan, direttore generale dell’Oms, “questi numeri sono una sveglia perché tutti i Paesi rivedano il proprio approccio alla salute psicologica e questa venga trattata con l’attenzione necessaria”. Troppo spesso, però, la paura dello stigma sociale e i pregiudizi spaventano chi ne soffre, rendendo più difficile la richiesta d’aiuto. Per questo motivo la campagna dell’Oms si intitola “Depression: Let’s Talk” (“depressione: parliamone”).

Ulteriore elemento di preoccupazione per l’Oms è l’accesso alle cure. In molti Paesi non esiste, o è molto limitato, il sistema di sostegno per le persone che hanno problemi di salute psicologica. Perfino nei Paesi più ricchi, circa il 50% delle persone che soffrono di depressione non vengono curate e, mediamente, solo il 3% della spesa sanitaria pubblica è investita in questo settore. Uno sforzo troppo ridotto se, come dice l’Oms, il disturbo depressivo maggiore, il caso più grave, è la quarta causa di disabilità a livello globale.

La situazione italiana

I dati del sistema di sorveglianza della salute pubblica Passi, gestito dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS), dicono che gli italiani che presentano sintomi legati alla depressione sono il 6,2% della popolazione.

Le persone ipertese nel mondo sono 1,13 miliardi

IpertensioneIl mondo ha sempre più la pressione alta.

Negli ultimi 40 anni il numero di persone ipertese è pressoché raddoppiato, raggiungendo 1,13 miliardi e, se da un lato diminuiscono nei Paesi industrializzati, dall'altro aumentano in quelli a medio e basso reddito, in particolare nell'Africa Sub Sahariana e in Asia.

È quanto emerge da uno studio, il più ampio del genere, pubblicato su The Lancet dal gruppo di ricercatori componenti la Non Communicable Disease Risk Factor Collaboration, che ha analizzato i dati di quasi 20 milioni di persone, dai 18 anni in su, esaminate in 1479 indagini di popolazione.

Anche l'Istituto Superiore di Sanità ha partecipato con gli studi condotti in Italia dagli anni '80 ad oggi.

La diminuzione della pressione arteriosa sembra dipendere, secondo gli esperti, da una migliore alimentazione e dal ricorso precoce alle terapie mentre l'incremento appare associato a una alimentazione poco salutare, ricca di calorie, grassi saturi e povera di frutta e verdura.

Il magnesio ci protegge dalle cardiopatie, diabete e ictus

Il magnesio ci protegge dalle cardiopatie, diabete e ictusIl magnesio ci protegge contro problemi di cuore (in particolare delle coronarie), ictus e diabete.

Una dieta ricca di questo minerale riduce infatti l'insorgenza di tali malattie, come conferma una ricerca della Zhejiang University e della Zhengzhou University pubblicata sulla rivista Bmi Medicine.

Gli studiosi hanno analizzato i dati di 40 studi precedenti che hanno coinvolto in totale oltre un milione di persone in nove Paesi. Dai risultati, che sono stati resi omogenei, è emerso che coloro che assumevano più magnesio tramite la dieta, presentavano un rischio del 10% più basso di andare incontro a malattie delle coronarie, del 12% più basso di ictus e del 26% più basso di diabete di tipo 2. Inoltre 100 mg in più al giorno di magnesio nella dieta potrebbero ridurre il rischio di ictus del 7% e diabete di tipo 2 del 19%.

“Le linee guida per la salute attuali raccomandano un apporto di magnesio di circa 300mg al giorno per gli uomini e 270mg al giorno per le donne – ha spiegato l'autore principale della ricerca Fudi Wang - nonostante ciò, la carenza di questo minerale è relativamente comune, colpisce tra il 2,5% e il 15% della popolazione generale. I nostri risultati sono importanti per informare i responsabili pubblici e politici sulle linee guida dietetiche per ridurre i rischi per la salute dovuti a carenza di magnesio”.

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