Inquinamento

Il Wi-fi genera radiazioni letali per gli alberi

Il Wi-fi genera radiazioni letali per gli alberiUna recente ricerca riguardante gli effetti delle radiazioni wi-fi sugli alberi - sì, gli alberi - indica che i nostri amici di legno possono essere molto più vulnerabili di noi. Gli alberi non possono nemmeno godere dei benefici delle connessioni wi-fi (sic).

L’indagine, condotta dall'Università di Wageningen (Paesi Bassi), ha accertato che la flora in aree ad alta attività wi-fi (zone urbane, in particolare) è affetta da sintomi che non possono essere legati ad attacchi batterici né virali. I sintomi più frequenti sono il “sanguinamento”, fessure nella corteccia, la morte di parte del fogliame ed anomalie nella crescita.

Per verificare l'ipotesi secondo cui i danni sono provocati dai campi elettromagnetici, i ricercatori olandesi hanno usato dei frassini, esponendoli a vari tipi di radiazioni per tre mesi. I frassini esposti ai segnali wi-fi hanno mostrato segni rivelatori di danni da radiazioni elettromagnetiche, tra cui una specie di scintillio sulle foglie, sintomo che indica la loro morte imminente. Nei Paesi Bassi, circa il 70 per cento degli alberi urbani soffre di “avvelenamento” da campi elettromagnetici: cinque anni fa era il 10 per cento.

Ogni anno in Italia lo smog uccide 20mila persone

SmogSono circa 30mila i decessi in Italia che colpiscono ogni anno solo per quanto riguarda il particolato fine (PM2,5).

I circa 30mila decessi rappresentano, incidenti esclusi, il 7% di tutte le morti.

Sono questi i dati più rilevanti del progetto Ccm Viias (Valutaziine Integrata dell'Impatto dell'Inquinamento Atmosferico sull'Ambiente e sulla Salute) finanziato dal Centro Controllo Malattie del Ministero della Salute e coordinato dal Dipartimento di Epidemiologia del Servizio Sanitario Regionale del Lazio con la collaborazione di Università e Centri di ricerca, presentati questa mattina al Ministero della Salute.

Per quanto riguarda i mesi di vita persi, l'inquinamento accorcia mediamente la vita di ciascun italiano di 10 mesi: 14 per chi vive al Nord, 6,6 per chi abita al Centro e 5,7 al Sud e isole.

I dati, a pochi giorni dalla risoluzione sull'inquinamento atmosferico adottata dalla 68ma Assemblea Mondiale della Sanità, dicono che il 29% della popolazione italiana vive in luoghi dove la concentrazione degli inquinanti è costantemente sopra la soglia di legge, ma evidenziano anche considerevoli disuguaglianze degli effetti sanitari dell'inquinamento sul territorio italiano.

È colpito maggiormente il Nord (per il 65% del totale), le aree urbane congestionate dal traffico e le aree industriali.

200 scienziati lanciano l'allarme sostanze chimiche tossiche

Sostanze chimiche tossicheRecentemente più di 200 scienziati provenienti da 38 Paesi hanno chiesto di frenare la produzione globale e l'utilizzo di sostanze chimiche presenti in centinaia di lubrificanti e prodotti resistenti all’acqua (prodotti di consumo e industriali).

Le nazioni dovrebbero agire subito per limitare l'uso dei composti tossici che possono persistere per lunghi periodi nell'ambiente allo scopo di evitare gravi danni alla salute umana e all'ambiente, scrivono gli scienziati nella dichiarazione pubblicata sulla rivista Environmental Health Perspectives. Tuttavia, i gruppi industriali sostengono che le sostanze chimiche utilizzate sono sicure.

Le sostanze chimiche sintetiche, chiamate sostanze alchiliche perfluorurate (PFAS) sono composti costituiti da una catena alchilica idrofobica parzialmente o interamente fluorurata di lunghezza variabile (in genere da C4 a C14) e un gruppo idrofilico. Tali composti sono resistenti al calore e possono essere utilizzati per rendere i materiali sia idrorepellenti sia resistenti agli oli e alle macchie. Queste proprietà speciali fanno dei fluorurati un ingrediente chiave per una vasta gamma di prodotti: pentole antiaderenti, cosmetici, materiali di imballaggio per alimenti (ad es. i sacchetti di popcorn per microonde), attrezzature impermeabili per svolgere attività all’aperto, tappeti e schiume antincendio. I PFAS sono quasi indistruttibili e per tale motivo possono persistere per decenni nell'ambiente accumulandosi nei tessuti degli animali selvatici e degli esseri umani.

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