Terroristi finanziati con le tasse statunitensi

Un rapporto del Pentagono rivelava che l’aiuto umanitario degli Stati Uniti è finito più volte nelle casse di terroristi, tra cui al-Qaida

Un nuovo rapporto del Pentagono pubblicato questa settimana rivelava che l’aiuto umanitario degli Stati Uniti è finito ripetutamente nelle mani di terroristi, tra cui al-Qaida, nell’ultimo anno.

Il rapporto identificava “numerosi casi” in cui gli aiuti statunitensi venivano “deliberatamente deviati” verso gruppi terroristici in Siria, tra cui uno dei più forti della regione, secondo il rapporto del generale ispettore capo del Pentagono.(1)

Il rapporto diceva: “Dalla fine del 2017, le indagini dell’OIG USAID (US Agency for International Development) hanno portato alla luce numerosi casi di diversioni possibili o confermate a gruppi armati nel Governatorato di Idlib nella Siria nord-occidentale, tra cui Hayat Tahrir al-Sham (HTS), un’organizzazione terroristica straniera”.

HTS è emerso come nuovo gruppo terroristico negli ultimi due anni ed è rapidamente diventato una delle principali minacce nella regione, diventando uno dei gruppi terroristici più potenti ad Idlib, in Siria, secondo Reuters. Ad agosto, la Turchia designava HTS gruppo terroristico, citandone i legami con al-Qaida e SIIL.

La forma pensiero della benedizione

Nella pratica della benedizione, noi operiamo nello Spirito della Carità e della Fratellanza, che non conosce nessuna barriera

La benedizione, può essere considerata come una proiezione o trasferimento di energia, la cui intensità e potenza è in relazione al nostro sviluppo spirituale, e che ci permette di divenire centri di irradiazione.

Con la benedizione noi creiamo una forma pensiero, intensa e vibrante, che vale come atto di servizio.

Perciò, siccome la benedizione crea armonia, dedichiamo costantemente, alcuni minuti al giorno, per benedire l’aria che respiriamo, l’acqua che beviamo e il cibo che ci dà forza e salute, per mantenerci al servizio, nel posto che ci è stato destinato. Benediciamo tutte le persone con le quali veniamo in contatto per ragioni di convivenza, di lavoro, di rapporti sociali.

Benediciamo anche coloro che non la pensano come noi, benediciamo le creature annebbiate dall’ignoranza, avvinte dai loro desideri e perciò soggette a sofferenze fisiche e morali; benediciamo quanti si rivolgono a noi per aiuto, ma che non sempre possiamo materialmente soddisfare e benediciamo gli infermi, irradiando su di loro energie risananti e purificanti.

Benediciamo anche il denaro prima di spenderlo. I desideri, le bassezze, le passioni, di cui il denaro è spesso strumento, hanno fatto sì che ad esso siano attaccate forme pensiero negative.

In Canada visita al museo come terapia

La visita di una mostra, il contatto con l’arte, la cultura, è una terapia per chi soffre di disturbi psicologici ma anche a chi ha una malattia

Il progetto si chiama “The Art Hive” e rappresenta un passo decisivo per quella che è chiamata arte-terapia, secondo la quale la visita di una mostra, il contatto con l’arte, la cultura aiuta chi sta combattendo vere e proprie battaglie fisiche contro una malattia

E poi ci vengono a dire che con l’arte non si campa. La nuova frontiera della medicina proviene dal Canada e parrebbe sovvertire totalmente il significato letterale della suddetta affermazione. Dal primo novembre ogni dottore avrà la possibilità non di consigliare ma di prescrivere ai propri pazienti una bella visita al museo. Si chiamerà “The Art Hive”(1) e rappresenterà un passo decisivo per quella che è chiamata arte-terapia, secondo la quale la visita di una mostra, il contatto con l’arte, la cultura, non sarebbe solo utile a chi soffre di disturbi psicologici ma anche a chi sta combattendo vere e proprie battaglie fisiche contro una malattia.

Un esperimento che durerà un anno

Come scrive la rivista online specializzata positizie.it(2) “Ovviamente la prescrizione, ovvero la visita al museo, sarà totalmente gratuita per i pazienti e per il loro accompagnatore, più due minori di 17 anni, quindi un’intera famiglia, ogni medico avrà a disposizione 50 visite per altrettanti pazienti che ne potrebbero trarre beneficio”. Ancora si parla di un esperimento, il primo del genere al mondo, che sarà messo in atto per un intero anno; subito dopo aver analizzato i feedback da parte dei pazienti si deciderà se continuare o meno.

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