Operazioni belliche

Il campo profughi di Yarmouk in Siria. L'inferno dei palestistinesi

Profughi di Yarmouk150mila palestinesi a Damasco rischiano la vita, tra la fame, le bombe del governo e il terrore dell'Isis.

Sui social, l'appello per salvarli.

150mila palestinesi dal 1957 hanno trovato rifugio nel campo profughi di Yarmouk, nella periferia di Damasco, in Siria.

Il primo aprile il quartiere è stato occupato dai guerriglieri dell’Isis e i rifugiati da giorni vivono sotto i missili del governo e nel terrore che i miliziani dello stato islamico stanno seminando tra la popolazione, stremata dalla fame e dalla paura.

La situazione del campo profughi è “al di là del disumano”, ha dichiarato Chris Gunness, un portavoce dell’agenzia Onu per i rifugiati palestinesi (Unrwa).

Da quando sono partiti gli scontri non arriva cibo, acqua o medicinali. Migliaia di palestinesi, tra cui centinaia di bambini, rischiano di morire per fame e sete. Senza contare le esecuzioni sommarie delle ultime ore.

Su Twitter è partito l’hashtag #saveyarmouk, un appello per sensibilizzare il mondo sulle condizioni di questi profughi e per tentare di salvarli dalla fame e dalla solitudine internazionale.

Scie chimiche e HAARP: una guerra mondiale brevettata

Scie chimicheQualche giorno fa, sfogliando il Fatto Quotidiano, m’imbatto in un articolo che parlava di dissesto idrologico, e poi, senza mezzi termini, dichiarava: armiamoci, la guerra climatica è iniziata!

di Sergio Tracchi

Ed è vero. Siamo in guerra. Da tempo. E lo accettiamo. Impotenti. Lo testimoniano le cronache dei notiziari: gli attacchi arrivano da terra, via mare, dal cielo. Soprattutto: dal cielo! Sparano munizioni che non lasciano scampo, ed ecco frane, straripamenti, terremoti, trombe d’aria… In particolare, si assiste ad un fenomeno del tutto eccezionale, denominato “bomba d’acqua”.

“Bombe d’acqua”?

Intanto, c’è da chiedersi se trattasi semplicemente di espressioni mediatiche volte a provocare una psicosi generale, oltre quella che già le turbolenze climatiche in se stesse generano, oppure di un fatto reale. Non sarebbe la prima volta, d’altronde, che vengono impiegate terminologie catastrofiste per incutere paure e creare ulteriori scompigli.

Non bastavano le piogge torrenziali e i venti fortissimi, i fanghi e la melma. Abbiamo anche le “bombe d’acqua”.

Naturalmente, i disastri hanno un impatto devastante, generano paure e ansie nella popolazione, anche perché non si tratta più di fenomeni sporadici. Cosa sta realmente succedendo al nostro clima? Qual è la causa di questi disastri? Non esiste una solo causa; varie e articolate sono le cause. Proviamo ad analizzarne alcune.

Documento shock: sono gli Usa i registi delle guerre a Gaza e in Ucraina

Usa war Gaza UcrainaL’USGS, United States Geological Survey, è un’agenzia scientifica del governo degli Stati Uniti che studia il terreno americano, le sue risorse naturali e i rischi naturali.

L’USGS gestisce anche l’organismo in grado di individuare la posizione e la magnitudo dei terremoti di tutto il mondo.

In un documento ufficiale dell’USGS del marzo 2014, ripreso dal Washington Institute, viene presentata quella che potrebbe essere una motivazione per gli Stati Uniti per aver organizzato i movimenti che hanno portato alle attuali guerre in Ucraina e nella Striscia di Gaza: si tratterebbe di guerre energetiche, in un momento in cui la compagnia russa Gazprom firma importanti contratti commerciali che escludono il dollaro e l’economia americana viene sempre più messa in discussione.

Per gli Stati Uniti queste due guerre sarebbero dunque una questione di sopravvivenza.

La prima frase del documento è chiara: The United States Geological Survey has estimated the geological area known as the Levant Basin in the Eastern Mediterranean to contain 122 Trillion cubic feet of naturel gas.

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