Verita Censurate

La programmazione mentale inventata ad arte dei “cambiamenti climatici”

Clicca per ingrandireAntonino Zichichi: «Per capire gli spostamenti di un elettrone servono delle equazioni non lineari? Possibile che sul clima, che è complessissimo, circolino così tanti modelli predittivi approssimativi, basati su una matematica elementare e li si consideri attendibili?».

E ancora: «Il motore meteorologico è in gran parte regolato dal CO2 prodotto dalla natura, quel CO2 che nutre le piante ed evita che la terra sia un luogo gelido ed inospitale, quello prodotto dagli esseri umani non è una minima parte? Eppure molti scienziati dicono che è quella minima parte a produrre gravi fenomeni perturbativi, ma ogni volta che chiedo loro di esporre dei modelli matematici adeguati, che sostengano la teoria, essi non sono in grado di farlo.

Mentre tutti gridano allarmati per il “pericolo CO2”, al convegno di Erice il Professor Zichichi invita a guardare alle vere emergenze. Egli, infatti, nega con decisione che le attività umane siano all’origine del Global Warming.

Zichichi, fuori dal coro unanime degli asserviti alla scienza menzognera, ha recentemente organizzato ad Erice i “seminari sulle emergenze planetarie”, puntando il dito accusatore sulle storielle strillate quotidianamente sui media di regime, che vedono nel CO2 il peggiore dei mali e causa di fantomatici “cambiamenti climatici”. Per togliere ogni dubbio, i lavori sono stati aperti dal Presidente della Repubblica Ceca, Vaclav Klaus, che ha subito dichiarato che esiste una strumentale sovrapposizione tra scienza ed ideologie.

Neil Armstrong sapeva molte cose sugli ufo

Steven GreerFoto: il dottor Steven Greer fondatore del Progetto Desclosure ("Svelamento") Neil Armstrong, il primo uomo che camminò sulla Luna, ci ha lasciato il week end scorso, all'età di 82 anni...

In molti hanno chiesto se Armstrong avesse portato con sé i segreti di ciò che realmente accadde durante il famoso allunaggio del 1969. Beh, si e no.

Negli anni, mi è stato dato di conoscere un certo numero di astronauti e i loro membri famigliari stretti, nonché amici. Come ricorderete, mio zio fu l'ingegnere capo del progetto per Grumman (ora Northrop Grumman) che costruì il modulo lunare, che atterrò sulla luna nel luglio 1969.

La verità dell'evento storico non è mai stata raccontata. Si andammo sulla luna, ma furono tenuti segreti gli eventi relativi e ufficialmente restano segreti ancora oggi.

Dal tempo in cui “allunammo”, l'Orbiter lunare ha mappato la luna e scattato immagini di antiche e più recenti strutture sulla luna. Questo è stato confermato da più di uno dei testimoni del DisclosureProject.org. Quindi quando atterrammo, i militari e la comunità dei servizi segreti, ed un piccolo settore degli operativi della NASA, sapevano che là avremmo incontrato qualcosa di veramente insolito.

Per prepararsi a questa possibilità, venne ritardato il modulo lunare via un uplink NSA (National Security Agency) ed altri; fu preparato un filmato nel caso un evento veramente insolito fosse accaduto.

Stop alla geoingegneria! Basta massacrare la Madre Terra!

Pat Mooney“… Ecco quindi il dilemma fondamentale della nostra epoca: “Noi siamo inferiori a noi stessi”. Siamo incapaci di farci un’immagine di ciò che noi stessi siamo stati capaci di fare. In questo senso siamo “utopisti a rovescio”: mentre gli utopisti non sanno produrre ciò che concepiscono, noi non sappiamo immaginare ciò che abbiamo prodotto.”

Guenther Anders, filosofo austriaco

“La Terra Futura che vogliamo”, ovvero il concetto che caratterizza Terra Futura a Firenze – la “mostra-convegno internazionale delle buone pratiche di sostenibilità” – era anche il titolo di uno dei suoi convegni, curato da COSPE e da Terra Futura, che ospitava PAT MOONEY, vincitore del nobel alternativo e coordinatore dell’ECT GROUP.

La tappa a Firenze di Mooney era stata preceduta dalla sua partecipazione all’IMPLICC Final Symposium dell’Atmospheric Science a Mainz, in Germania, dove alcuni esponenti della geo-ingegneria si erano incontrati per discutere eventuali misure da adottare per far fronte ai problemi da loro diagnosticati. La tappa successiva vedeva Mooney impegnato al summit di Rio + 20, che però, come anticipa in questa intervista, non avrebbe portato a decisioni risolutive, “a meno che non si voglia credere alle favole”. Secondo lui, però, era fondamentale la presenza, più forte e consapevole, della società civile.

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