Società

Si chiama “Passamano” il primo negozio in Italia basato sul baratto

Negozio basato sul barattocerto effetto entrare in un negozio e scoprire che le casse non ci sono, che il denaro non ha valore, che sono altri gli aspetti che fanno di questa comunque una attività economica e commerciale, anche se del tutto particolare.

Questo “esercizio” si trova in Italia, in particolare a Bolzano e si chiama “Passamano”.

Chi ha avuta l’idea di metterlo in piedi utilizza una filosofia semplicissima a pensarci: quella del recupero e del riutilizzo degli oggetti.

Si può entrare nel negozio, prendere quello di cui si ha bisogno ed uscire tranquillamente senza che nessuno ti corra dietro.

In cambio, in misura del tutto facoltativa, si può lasciare una libera offerta che serve per pagare i ragazzi che lavorano dentro e per coprire le spese dell’esercizio. O, in alternativa, si può lasciare qualcosa in cambio come fosse una sorta di baratto. Un modo di fare commercio in maniera trasparente, equa e sostenibile.

Andrea Nesler, uno dei ragazzi che partecipano a questo progetto, racconta: “Ci sono cose che è più facile regalare che vendere, quando un oggetto ha un valore affettivo è difficile stabilirne il prezzo di vendita, si rischia di svalutarlo, e allora è meglio regalarlo.

In Italia i Carabinieri sequestrano bolle di sapone infette

Bolle di saponeI carabinieri del Nas, insieme all'Agenzia delle Dogane del porto della Spezia, hanno compiuto un maxi sequestro di bolle di sapone provenienti dalla Cina.

I giocattoli contenevano un batterio resistente agli antibiotici altamente rischioso per la salute dei bambini.

Le analisi hanno scoperto la presenza di pseudomonas aeruginosa 380 mila volte superiore al limite di tolleranza.

Sono state 35.214 le confezioni sequestrate, denunciato un importatore fiorentino.

Già in passato c'erano state segnalazioni simili.

Il commercio dell'olio di palma è gestito dalla mafia

PalmeSave Our Borneo è una associazione ambientalista che si batte contro le attività illegali del settore dell'olio di palma. "Vogliamo preservare le foreste pluviali del Borneo per noi e i nostri figli - spiega - La conversione delle foreste in piantagioni di palma da olio sta distruggendo il nostro paese".

Su impulso di Save Our Borneo, nel 2011 la polizia ha avviato le indagini contro le attività illegali di dieci aziende dell'olio di palma Successivamente, la Corte costituzionale ha deciso che migliaia di ettari di piantagioni di palma da olio sono stati creati in violazione della Costituzione, in quanto indigeni e dei contadini sono stati scacciati dalle loro terre tradizionali per fare posto alle piantagioni.

Nel marzo 2012 gli abitanti del villaggio cade Kalang nella provincia di Central Kalimantan Nordins hanno denunciato un grave un crimine ambientale enorme: 7.000 ettari di foresta pluviale incontaminata sono stati rasi al suolo illegalmente per produrre cioccolato e il carburanti. Mille persone hanno perso la loro foresta, in cui raccoglievano gomma naturale e frutti. I terreni circostanti e le falde acquifere sono stati contaminati.

L'impresa responsabile è il gigante dell'olio di palma IOI olio - fornitore di Nestlé, Unilever e del produttore di biocarburanti Neste Oil. Tutte queste imprese vantano il loro impegno verso la "sostenibilità".

Con una lettera del 2008 di cui Nordin possiede copia, il ministero delle Foreste aveva revocato la licenza.

Pagine