Ecologia

Una mega discarica radioattiva chiamata Piemonte

Scorie nucleariLa denuncia dell'associazione Pro Natura in base a quanto emerge dall'annuario Ispra. A Saluggia, in provincia di Vercelli, sono stoccati anche rifiuti provenienti da Olanda e Canada. “Formalmente sono depositi temporanei, ma è possibile che ospitino i materiali per molto tempo”

Il Piemonte è ormai una pattumiera radioattiva. A denunciarlo è Pro Natura, attraverso la sede di Torino: in base all’ultimo Annuario dei dati ambientali dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra), gli ambientalisti mettono in guardia sui rischi corsi da una regione che, da sola, ospita oltre il 96% dei rifiuti radioattivi italiani. Una situazione allarmante, secondo l’associazione ecologista, e destinata a durare ancora a lungo: “Ci sono ben cinque nuovi depositi nucleari in progetto nella nostra regione”, scrive Rossana Vallino su Obiettivo Ambiente, il magazine di Pro Natura. Inoltre, sono ricominciati anche “gli inutili e pericolosi trasporti nucleari verso la Francia”. Un via vai di materiali di scarto radioattivi che, soprattutto in Val Susa, ha già sollevato molte proteste in passato, e che non si limita ai trasporti Oltralpe.

A Saluggia, in provincia di Vercelli, sono stoccati anche rifiuti radioattivi provenienti dal Canada e dall’Olanda.

In Francia le api producono miele colorato

Vitamina b12Fin dall’inizio di agosto 2012, gli apicoltori che vivono nei pressi della città francese di Ribeauville hanno notato che le api non tornavano nelle loro arnie cariche di normalissimo polline, ma con alcune sostanze colorate non meglio identificate.

Ribeauville si trova a sud-ovest di Strasburgo, ed è più nota per il suo vino che per la produzione di miele. Vi risiedono tuttavia parte dei 2.400 apicoltori dell’Alsazia, con una fetta di 35.000 colonie di api sul totale a livello nazionale, e una produzione di 1.000 tonnellate all’anno.

La Francia, infatti, è una delle più grandi produttrici di miele dell’Unione Europea, con un totale di oltre 18.330 tonnellate di miele all’anno.

Potete quindi immaginare l’impatto economico di una partita di miele contaminato, quindi invendibile, sull’economia dell’apicoltura in Alsazia.

Per alimentare il web necessitano 30 centrali nucleari

WebLa rete e l'universo invisibile che la rende possibile, decine di migliaia di datacenter sparsi in tutto il mondo che ospitano i milioni di server da cui passano, sotto forma di bit, l'informazione innescata da ogni nostro clic sul web, è molto meno eco-compatibile di quanto si pensi.

Come ha accertato un'inchiesta durata un anno del New York Times il 90% dell'energia succhiata dalle strutture del web viene sprecata e si parla di qualcosa come 30 miliardi di watt l'anno, l'equivalente di 30 centrali nucleari. Questo perché i server vengono sempre tenuti al massimo della loro capacità - anche quando non servirebbe - per scongiurare che il sistema non risponda nel caso di un carico improvviso di contatti.

In particolare solo tra il 6 ed al massimo il 12% dell'elettricità consumata viene, ad esempio, effettivamente impiegata per effettuare per “muovere” dati. Il resto serve, tra l'altro, per raffreddare i server, che come tutti i computer, generano un immenso calore, anch'esso inutilmente.

Altro elemento non amico dell'ambiente sono i generatori diesel di emergenza, che entrano in funzione in caso di black-out e le sterminate fila di batterie - molto simili a quelli delle nostre auto - che garantiscono la sopravvivenza dei dati in caso di malfunzionamento anche dei generatori. Il Nyt rivela che molte icone del web sono finite nei guai con le autorità Usa per la tutela dell'ambiente per violazioni delle regole per la qualità dell'aria. Tra queste Amazon: il negozio virtuale globale ha commesso 24 violazioni negli ultimi tre anni in Virginia, tra cui far marciare i propri generatori senza alcun permesso.

Pagine