Neurologia

La matematica provoca stati d'ansia

Stress da matematicaUna ricerca dimostra che l'ansia da matematica può far provare un dolore paragonabile a quello fisico

matematica provoca una risposta cerebrale paragonabile a quella del dolore fisico. Ecco una notizia che darà ragione ai tantissimi studenti ed ex studenti, che si sono disperati dinanzi ad un esercizio fatto di cifre, parentesi, equazioni, logaritmi.

Insomma, la matematica può far male. Una conclusione a cui sono giunti i neuroscienziati dell’Università di Chicago, i quali hanno lavorato ad uno studio pubblicato sulla rivista Plos One. Tutto parte dall’ansia che la matematica genera nelle persone, ed i ricercatori hanno individuato le aree cerebrali da cui si origina quest’ansia.

Per farlo, hanno sottoposto 14 adulti poco “amanti” della matematica, ad una risonanza magnetica funzionale mentre svolgevano esercizi o si cimentavano con giochi di logica. È emerso che più si prova paura dinanzi a queste prove, maggiore è l’attività cerebrale che si registra.

In particolare, l’area cerebrale interessata è l’insula posteriore, localizzata poco al di sopra dell’orecchio. Questa, si attiva anche quando ci troviamo dinanzi ad una minaccia per il nostro corpo e quando proviamo un dolore fisico. Il ricercatore Ian Lyons ha spiegato:

In 6 anni più che raddoppiati i malati di Alzheimer

Articolo Edo di Bergamo su casi alzheimerUn articolo pubblicato il 22 settembre 2012 sull'eco di Bergamo ci informa che nel giro di 6 anni i casi di Alzheimer sono più che raddoppiati. In realtà sulle cifre l'articolo non è molto chiaro, all'interno si cita un aumento del 57% (che viene confermato dalla lettura diretta dello studio dell’Asl) ma anche un aumento di "solo" il 57 per cento, sarebbe una crescita incredibilmente rapida.

L'articolo in questione, al pari dell'analogo articolo comparso sull'Unità, punta il dito sull'invecchiamento della popolazione, ma è alquanto discutibile che nel giro degli ultimi pochi anni l'età media della popolazione sia aumentata in maniera così massiccia da creare da sola l'aumento dei casi di alzheimer. Le prove con tutti i calcoli e i dati presi dall'Istat sono riportati in fondo all'articolo come appendice, e mostrano che l'invecchiamento della popolazione potrebbe spiegare al massimo metù di questi casi di malattia.

In effetti il medico che viene citato nell'articolo afferma che l'invecchiamento della popolazione è “tra le cause” dell'aumento di casi di Alzheimer, e su questo possiamo concordare tranquillamente, ma resta da capire quale fattore ambientale possa avere causato questo improvviso picco della malattia. Poiché di fattore ambientale certamente deve trattarsi, dal momento che non può essere un fattore genetico a causare questo picco. E allora chiedetevi: cosa diavolo è cambiato drasticamente in questi ultimi 10 anni? Quale elemento inquinante è aumentato a dismisura?

Gli spinaci possono prevenire la demenza e la senilità

SpinaciBuone notizie per chi ama gli spinaci, non solo hanno benefici per il corpo ma comportano anche un minor rischio di demenza e senilità. Uno studio condotto presso l’Università di Ulm in Germania ha rivelato l’alto contenuto di antiossidanti negli spinaci tali da combattere i sintomi della demenza.

Il lavoro – patrocinato dal Ministero tedesco della scienza, della ricerca e delle Arti del Baden-Württemberg e l’Unione europea – è stato pubblicata sul Journal of Alzheimer.

Ha coinvolto 74 partecipanti con deficit di memoria lieve e 158 soggetti sani. La loro fascia di età era 65-90 anni. Sono stati sottoposti ai test neuropsicologici necessari per rispondere alle domande sullo stile di vita, a test sul sangue e le misure dell’indice di massa corporea.

Lo studio, condotto dal professor Gabriele Nagel, un epidemiologo e dal neurologo Christine von Arnim ha scoperto concentrazioni di antiossidanti nel siero vitamina C e beta-carotene che erano significativamente più basse nel gruppo di soggetti con demenza di grado lieve rispetto ai soggetti sani. Non sono state trovate differenze tra gli altri antiossidanti come la vitamina E, licopene, e coenzima Q10.

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