Scienza

Il Giappone eseguirà la prima operazione cardiaca al mondo con cellule staminali

Il Giappone eseguirà la prima operazione cardiaca al mondo con cellule staminaliIl governo del Giappone ha approvato oggi l'uso di cellule di pluripotenza indotta (iPS) in un'operazione cardiaca, che sarà effettuata da una squadra dell'Università di Osaka e sarà la prima del suo genere al mondo. Il team di ricerca, guidato dal professor Yoshiki Sawa,(1) ha fatto sapere che l'operazione consisterà nel far aderire nel cuore di un paziente, con un'insufficienza cardiaca grave, una fascia di muscolo creata da questo tipo di cellule staminali in modo che l'organo recuperi il suo corretto funzionamento. La notizia è stata pubblicata dal quotidiano 'Japanese Times' online.(2)

Questa sarà la prima sperimentazione clinica al mondo sull'uso di iPS in un cuore, dopo che nel 2014 un gruppo guidato dal centro di ricerca statale di Riken ha effettuato con successo il primo intervento umano con queste cellule, un trapianto retinico in un paziente anziano con degenerazione maculare.

A differenza del trapianto retinico, in cui sono state utilizzate le cellule iPS del paziente, in questa nuova operazione cardiaca, verranno utilizzate quelle di un donatore e il volume richiesto di cellule sarà maggiore, il che aumenta il rischio di rigetto e altre complicanze. I ricercatori dell'Università di Osaka intendono eseguire l'operazione entro la fine dell'anno.

Dopo l'intervento, il team stabilirà un periodo di un anno per monitorare la sicurezza del trattamento e la possibile comparsa di effetti avversi.

Dai dispositivi indossabili i dati che predicono l’età biologica

Dai dispositivi indossabili i dati che predicono l’età biologicaI ricercatori della società di biotecnologia longevo GERO(1) e dell’Istituto di fisica e tecnologia di Mosca (MIPT)(2) hanno dimostrato che i dati sull’attività fisica acquisiti dai dispositivi indossabili possono essere utilizzati per produrre biomarcatori digitali di invecchiamento e fragilità.

La dimostrazione innovativa svela il potenziale emergente della combinazione di sensori indossabili e tecnologie IA per il monitoraggio continuo del rischio per la salute con feedback in tempo reale all’assicurazione e agli operatori sanitari.(3)

Molti parametri fisiologici dimostrano strette correlazioni con l’età. Vari biomarcatori di età, come la metilazione del DNA, l’espressione genica o i livelli del fattore di circolazione circolante potrebbero essere utilizzati per costruire accurati “orologi biologici” per ottenere l’età biologica individuale e il tasso di stime dell’invecchiamento. Tuttavia, la profilazione biochimica o genomica su larga scala è ancora logisticamente difficile e costosa per qualsiasi applicazione pratica al di là della ricerca accademica.

La recente introduzione di sensori indossabili a prezzi accessibili consente la raccolta e la memorizzazione nel cloud di record di attività digitali personali. Questo monitoraggio è già stato fatto senza interferire con le routine quotidiane di centinaia di milioni di persone in tutto il mondo.

Scoperta la mutazione della forma del dna

Scoperta la mutazione della forma del dnaIl dna è sempre lo stesso, ma in certi punti la sua forma cambia e le molecole si dispongono in nodi formati da quattro ciocche, che si formano e si disfano. A mostrarlo per la prima volta in provetta un gruppo di australiani.

È sempre il dna che conosciamo. Ma quello che cambia, stavolta, è la sua forma, cioè la distribuzione spaziale: uno studio svolto da ricercatori australiani mostra, in provetta, che in alcuni punti le molecole che lo compongono possono aggrovigliarsi e formare nuove architetture dentro le cellule, finora mai ottenute in laboratorio. Queste nuove forme sono state osservate in vitro dai ricercatori guidati dal Garvan Institute of Medical Research, che hanno pubblicato i risultati su Nature Chemistry.(1)

Ciascuna cellula del nostro corpo contiene tutta l’informazione genetica che ci contraddistingue, codificata nel dna con quattro basi azotate, A (adenina), C (citosina), G (guanina) e T (timina), che si legano tra loro in una struttura a doppia elica descritta per la prima volta nel 1953 da Watson, Wilkins e Crick, grazie anche ai dati forniti da Rosalind Frankiln.

Solo oggi, tuttavia, le nuove tecniche consentono di studiare con precisione le varie disposizioni del dna all’interno del nucleo cellulare.

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