Psicologia

Esiste una relazione tra stress e dermatite?

Dermatite da stressInnanzitutto il merito di aver apportato un significativo contributo scientifico alle ricerche sullo stress è di un neuroendocrinologo austriaco, tale Hans Selye, che nel 1936 nel corso di una serie di esperimenti sottopose i topi da laboratorio a quotidiane iniezioni e verificò che a prescindere dalla sostanza iniettata, soluzione fisiologica o altro, i ratti manifestavano gli stessi sintomi.

Comprese, pertanto, che esisteva una stretta relazione tra lo stimolo esterno pericoloso o minaccioso, rappresentato da quelle “quotidiane iniezioni”, e la reazione biologica interna dell’organismo.

Lo stress, altro non è che “la risposta aspecifica strategica dell’organismo innanzi a situazioni di possibile pericolo, o comunque di fronte ad avvenimenti imprevisti”.

Secondo la sua teoria lo stress si sviluppa attraverso tre fasi:

  1. fase iniziale di allarme, in cui si attivano una serie di processi psicofisiologici;
  2. fase di resistenza, in cui l’organismo tenta di adattarsi;
  3. fase finale di esaurimento, in cui l’organismo privato di tutte le sue scorte energetiche non ha la capacità di continuare a difendersi e adattarsi. Selye definì l’intera sequenza come Sindrome generale di adattamento (SGA).

Essere troppo permissivi con i propri figli è un gravissimo errore

Bullismo“Troppe coccole sbagliate”. In Svezia figli liberi di fare quello che vogliono. Ma per prepararli alla vita adulta ci vuole pugno duro.

Alcuni dei Paesi che storicamente si sono sempre vantati del loro illuminato stile genitoriale, concentrato principalmente sul bambino stanno, a quanto pare, avendo i primi ripensamenti circa il lasciare i loro figli fare quello che vogliono, quando vogliono.

Il Telegraph riporta le conclusioni di un accademico svedese che ha dichiarato che i genitori permissivi stanno creando una generazione di giovani adulti arroganti che mancano di empatia sociale e sono privi della capacità di far fronte ad eventi traumatici dopo un'infanzia di coccole. Così sono destinati ad rimanere amaramente delusi nella vita.

“I genitori dovrebbero agire come genitori e non come best friends", dice David Eberhard, psichiatra, padre di sei figli e autore di “Come i bambini presero il potere". “Essi dovrebbero preparare i loro figli alla vita adulta, insegnando loro come comportarsi e non trattarli come principi o principesse. In Svezia ad esempio, pensano che qualsiasi forma di intervento nei confronti del bambino sia come una sorta di molestia".

Lo psichiatria ha poi concluso: “I cosiddetti esperti ritengono che i genitori dovrebbero negoziare, piuttosto che punire. Ecco, credo che hanno frainteso il concetto di genitorialità. I bambini in realtà non sono così fragili come pensano".

Da cosa scaturisce la paura del buio nel bambino

Paura del buioTutti noi tendenzialmente abbiamo paura del buio, soprattutto i bambini che a partire dal sesto mese di vita sono già in grado di distinguere situazioni sicure e/o di pericolo.

I bambini hanno la capacità di percepire la realtà che li circonda e quindi di assegnare ad ogni evento o situazione un concetto positivo o negativo.

In questa fase della loro vita e negli anni successivi il ruolo dei genitori è importantissimo.

Il comportamento dei genitori infatti non dovrebbe mai instillare nella mente del bambino delle sensazioni di pericolo ingiustificate.

A tal proposito esistono alcuni semplici accorgimenti che ogni genitore dovrebbe seguire.

Una luce inutilmente accesa

Visto che il bambino non nasce con la paura del buio non bisognerebbe mai lasciare accesa la luce, durante la notte, della stanza in cui dorme. Questa situazione potrebbe stimolare nel bambino la sensazione di paura, soprattutto nel momento in cui lo si lascia al buio. Quando il bambino è abituato a dormire sempre con la luce accesa, con il passare degli anni non riuscirà più a farne a meno. Sarebbe per il bambino un cambiamento di abitudine. È risaputo infatti che cambiare un'abitudine è molto difficile anche per gli adulti.

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