Degrado ambientale

I nostri cieli sono congestionati da un traffico sconosciuto

Scie chimiche(ASI) Il nostro cielo è solcato quotidianamente da aerei “sconosciuti”, ovvero senza sigle di riconoscimento ed “invisibili” ai radar che, senza tema di smentite, si possono ricondurre al fenomeno delle scie chimiche.

Il problema fu portato all’attenzione dell’opinione pubblica nel 2008, quando alcuni sindacalisti dell’Air Traffic Management Professional Project (ATMPP), la Federazione italiana che raduna le quattro maggiori sigle sindacali e professionali dell’assistenza al volo, denunciarono formalmente la presenza di un “traffico sconosciuto” nei nostri cieli.

Prima di allora erano state avanzate numerose richieste di chiarimenti sulla questione ad ENAV (Ente Nazionale di Assistenza per l’Aviazione Civile), che non avevano però trovato alcuna risposta soddisfacente. Da quel momento in poi sulla questione è calato un eloquente silenzio: è probabile che i controllori di volo siano stati “convinti” a tacere. Restano comunque le chiare dichiarazioni del sindacalista che sottolinea l’anomalia del “traffico sconosciuto” con tutti i rischi che comporta per il volo civile.

Resta anche la testimonianza incontrovertibile, per opera di un tecnico, circa operazioni illegali nell’atmosfera, a dimostrazione del fatto che i tankers sfuggono al controllo ufficiale, con grave pericolo per la navigazione aerea. “Ultimamente abbiamo appreso molti particolari sul problema del traffico sconosciuto. È evidente, a tutti coloro che operano in frequenza, l’impossibilità, in determinati momenti, di conciliare la gestione del traffico aereo sotto controllo radar con lo sconsiderato numero di “macchine volanti”, sconosciute al Controllo del Traffico Aereo, che affolla i nostri cieli” (ATMPP).

Il foro del buco dell’ozono sopra l’Antartide ha raggiunto i 18.900.000 di km2

Buco dell’ozonoOgni primavera, per diversi decenni di fila, reazioni chimiche atmosferiche di ozono con composti di cloro e bromo, stanno lentamente ma inesorabilmente distruggendo lo strato di ozono sopra il polo sud del pianeta.

Questa lacuna nello strato protettivo dell’ozono, che serve per proteggere il pianeta da radiazioni ultraviolette, è noto come “buco nell’ozono”.

La realizzazione di un’analisi preliminare dei dati del satellite NOAA, ha fatto comprendere agli scienziati che quella zona definita appunto buco dell’ozono e che si trova sopra l’Antartide, risulta più alta rispetto all’anno scorso.

A partire dal 26 settembre 2013 il foro si è aperto di più raggiungendo circa 18.900.000 km2.

Quarto incidente in sette giorni presso la centrale nucleare di Fukushima

FukushimaIl quarto incidente in una settimana, dovuto a un errore umano: sei operai sono stati esposti ad acqua ad alta contaminazione presso la centrale nucleare disastrata di Fukushima a causa del "distacco improprio" di un tubo collegato al sistema di desalinizzazione.

“Un episodio grave, ancora a causa di disattenzione", ha tuonato in conferenza stampa Shunichi Tanaka, a capo della Nra (la Nuclear Regulation Authority), l'agenzia sulla sicurezza nucleare in Giappone, tornata a bacchettare il gestore Tepco, su cui il governo di Shinzo Abe potrebbe prendere ora provvedimenti più netti, tra cui - si ragiona nel partito Liberaldemocratico del premier - anche un'ipotesi spezzatino, di spacchettamento delle attività.

Sei degli 11 lavoratori, impegnati nell'attività di controllo del mattino, sono stati colpiti dall'acqua che, una volta trattata, è usata per raffreddare i reattori danneggiati.

L'operazione riduce la radioattività di cesio e rimuove il sale prima dello stoccaggio nei serbatoi: l'acqua rilasciata per l'incidente aveva subito la pulizia del cesio, pur conservandone una concentrazione di 1.690 becquerel per litro. C'è voluta più di un'ora per ricollegare i tubi, tra difficoltà impreviste.

“È difficile che ci sia stata un'esposizione interna", ha aggiunto Tanaka, visto che tutti “indossavano maschere facciali e stivali".

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