Alimentazione tossica

L'Ue vuole sostituire i cibi tradizionali con quelli clonati

Hamburgher clonato Siete pronti a bere vino senza uva, a mangiare formaggio senza latte o cioccolato senza cacao? Perché questi prodotti "anomali" stanno arrivando anche nei nostri piatti. La denuncia è di Coldiretti, impegnata a Milano in un maxi raduno con diecimila agricoltori, che critica le norme in campo alimentare approvate negli ultimi anni dall'Unione europea.

Il rischio è che vengano snaturati anche i cibi più comuni in nome della libera concorrenza. Ma la crociata di Coldiretti contro Bruxelles non finisce qui: nel mirino degli agricoltori anche regole sanitarie e ambientali giudicate troppo restrittive che potrebbero farci dire addio agli spaghetti con le vongole, ad esempio, e hanno di fatto già "cancellato" piatti tipici come la pajata romana o l'ossobuco alla finanziera piemontese.

Il nodo della questione è il pericolo che i cibi tradizionali di paesi come l'Italia, che vantano una secolare tradizione agricola ed enogastronomica, vengano snaturati da norme europee eccessivamente "livellatrici". Per diversi motivi: rispetto di regole sanitarie comuni a tutti; riduzione degli sprechi; necessità di aprire il mercato alimentare europeo anche a quei Paesi dove, per motivi geografici e climatici, l'agricoltura non ha molto spazio.

"Viceversa nessuna misura è stata adottata per impedire che carne o formaggi da animali clonati importati arrivino in tavola - denuncia Coldiretti - O per evitare di mettere in commercio vino senza uva e cioccolato senza cacao. Per non parlare poi della proposta di abolire l'etichetta sul termine minimo di conservazione" (la dicitura "consumare preferibilmente prima del", per intenderci).

Mangiare salmone? Meglio di no

Salmone tossicoAttenzione il contenuto di questo post potrebbe mettere in difficoltà gli stomaci più delicati… se invece siete temerari fan di Orrori da gustare proseguite pure con la lettura.

Vi avvisiamo però che oggi non parliamo di prelibatezze locali e preparazioni tradizionali, ma di uno dei cibi che forse più di tutti rappresenta la globalizzazione alimentare che stiamo vivendo: il salmone di allevamento intensivo.

Prima lusso natalizio, ora si trova in grandi quantità in ogni stagione: gli allevamenti intensivi si sono moltiplicati a dismisura, mentre gli stock di salmone selvatico sono ben lontani dal ripopolamento: quello Atlantico è addirittura in estinzione, mentre quello del Pacifico è in grave calo.

Ma l’allevamento intensivo non costituisce una buona alternativa, né per noi, né per ambiente ed ecosistemi.

Ecco perché:

  1. Negli allevamenti intensivi i reflui non vengono mai lavati via e si lasciano semplicemente cadere attraverso le reti. Pensateci, è come se non cambiaste mai la sabbietta al vostro gattino… Il risultato sono migliaia di tonnellate di escrementi e rifiuti che si depositano nel fondale intorno agli allevamenti che non vengono mai rimossi… Per saperne di più
  2. 600 000 salmoni che nuotano in una zuppa di muco ed escrementi alimentano le mutazioni di agenti patogeni che si diffondono dall’Atlantico fino al nostro supermercatino sotto casa Più info,  ancora info.

I cibi animali causano le infiammazioni intestinali. La tendenza in Italia

Consumo carneSecondo i risultati di uno studio
pubblicato sulla rivista Nature una dieta troppo ricca di cibi animali può favorire la crescita di microrganismi legati alle infiammazioni intestinali.

In particolare secondo la ricerca una dieta basata su cibi animali induce l’aumento di microorganismo tolleranti alla bile e diminuisce i livelli di batteri che metabolizzano i polisaccaridi vegetali.

Una dieta ricca di cibi animali la forte presenza e l’attività di un batterio, Bilophila wadsworthia, favorisce una correlazione tra grassi alimentari, acidi della bile e la crescita di microrganismi capaci di favorire infiammazioni intestinali.

Eppure gli italiani consumano sempre meno frutta e verdura. A lanciare l'allarme è un'analisi della Coldiretti che rivela come gli acquisti di frutta e verdura degli italiani nel 2013 sono crollati scendendo al minimo da inizio secolo.

Secondo la Coldiretti la riduzione il consumo di frutta (-17%) ma soprattutto la verdura (-20%), rispetto al 2000 ed è stata progressiva ma con una forte accelerazione negli anni della crisi.

Secondo quanto riferisce la Coldiretti un frutto su quattro acquistati dagli italiani è la mela che si classifica come la preferita ma sul podio salgono anche le arance, che si classificano al secondo posto, e le pere mentre a seguire nella lista della spesa delle famiglie ci sono le pesche, clementine, meloni, uva e kiwi, tra quelli di produzione nazionale. Tra gli ortaggi e le verdure la star assoluta in tavola è la patata seguita dai pomodori, dalle insalate, dalle zucchine e dalle carote.

Pagine