Sfruttamento aree

In Indonesia si continua con la deforestazione

Un nuovo rapporto pubblicato dalla coalizione indonesiana Eyes on the Forest presenta i risultati di una investigazione nelle concessioni del gigante cartario APRIL (PT RAPP) nell'isola di Pulau Padang. Il rapporto conferma i risultati di una spedizione sul campo organizzata da attivisti cinesi ed europei lo scorso settembre, organizzata dalla rete Environmental Paper Network (EPN).

Il team di ricerca dell'EPN aveva potuto riprendere immagini dei bulldozer che lavoravano all'eliminazione della foresta nell'area di prorate della locale comunità, e perciò cooperate da moratoria fino ai risultati di un team indipendente di investigazione. L'isola inoltre è interamente composta da torbiere, di inestimabile valore per la protezione del clima globale.

“La APRIL ha preso misure eccezionali per risolvere il conflitto a Pulau Padang” affermava l'azienda “abbiamo adottato una moratoria di un anno fino a quando il mediatore indipendente non arc concluso la propria indagine e rivisto il caso”. La moratoria è così efficace, che i macchinari continuano a “ripulire” la foresta per fare spazio alle piantagioni.

La concession della PT RAPP a Pulau Padang si estende su 34.000 ettari, un terzo dell'intera isola.

Eyes on the Forest ha anche presentato un also submitted a reclamo formale presso il comitato indipendente che dovrebbe sovrintendere all'applicazione della nuova moratoria da part della APRIL (Stakeholder Advisory Committee - SAC).

Il commercio globale e le deforestazioni

Foreste BorneoUn team di scienziati dell’università di Linköping (Svezia) e Vienna (Austria), guidato da Martin Persson, ha studiato il rapporto tra il commercio internazionale di prodotti agricoli e la selvicolturali e la deforestazione in sette nazioni: Argentina, Bolivia, Brasile, Paraguay, Indonesia, Malesia e Papua Nuova Guinea.

“Mentre un tempo era prevalentemente causata da piccoli contadini che producevano per i mercati locali, oggi una quota crescente della deforestazione è causata dalla produzione su larga scala, finalizzata al mercato internazionale. Oltre un terzo della deforestazione globale può essere legato alla crescente produzione di carni, soia, olio di palma e prodotti in legno”, sostiene Martin Persson.

“Se si esclude la produzione di carne bovina brasiliana, che è destinata prevalentemente al mercato mercato nazionale, più della metà della deforestazione nei paesi analizzati è trainata dalla domanda internazionale”.

team di ricerca ha inoltre analizzato l'entità delle emissioni di anidride carbonica associate a questi flussi commerciali. In totale 1,7 miliardi di tonnellate di emissioni di anidride carbonica può essere legato alla produzione delle merci studiate, di cui un terzo legato alle esportazioni di materie prime.

I principali beneficiari di queste emissioni di carbonio incarnati sono la Cina e l'Unione Europea.

Molti tessuti della moda si producono con la deforestazione

Molti tessuti della moda si producono con la deforestazioneI vestiti che indossiamo provengono dalla distruzione delle foreste?

È possibile: molti capi di abbigliamento contengono rayon o viscosa, che vengono fabbricati con la pasta di legno. E da dove viene questo legno? Ecco la domanda, a cui ha dato risposta una ricerca dell’associazione ambientalista canadese Canopy.

Il primo passo per controllare se un vestito sia legato alla deforestazione, è controllare l’etichetta. Se vi sono rayon o viscosa, allora sì, il capo di abbigliamento potrebbe provenire dalla distruzione della foresta pluviale.

Infatti rayon e viscosa sono prodotti da un tipo speciale di cellulosa, frutto di un complesso processo di dissoluzione che richiede una alta intensità di composti chimici. Secondo Canopy, ogni anno oltre 70 milioni di alberi vengono trasformati in tessuti per l'abbigliamento.

La questione centrale è da dove proviene il legno con cui viene fabbricata questa cellulosa. Sempre secondo la ricerca di Canopy, tronchi provenienti dalle foreste boreali e tropicali finiscono regolarmente nei tessuti utilizzati per produrre una vasta gamma di capi di abbigliamento.

“Dalle passerelle di Milano Moda fino alla 7th Avenue di New York, dal vostro negozio preferito fino al centro commerciale locale, ovunque la moda ha un costo nascosto che non mostra nel cartellino del prezzo.

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