Scienza

I macachi comprendono le relazioni di parentela

MacachiQuesti primati hanno una visione oggettiva delle relazioni sociali che legano i loro simili e sono in grado di riconoscere rango sociale e relazioni famigliari. Una ricerca dell'Istituto di scienze e tecnologie della cognizione del Cnr e del Deutsches Primatenzentrum di Gottinga mostra come acquisiscano queste competenze e i vantaggi che ne traggono. Lo studio è pubblicato su Royal Society Open Science

L’osservazione di un gruppo di macachi evidenzia che i due cardini della loro organizzazione sociale sono la gerarchia di dominanza e le relazioni di parentela. Queste ultime, in particolare, determinano in larga parte la rete delle interazioni sociali, sia amichevoli, sia aggressive. Essere in grado di riconoscere le relazioni di parentela che legano altri individui, potrebbe quindi aiutare questi primati ad affrontare con successo il loro complesso mondo sociale.

Osservando un gruppo di macachi ospitati al Bioparco di Roma, un gruppo di ricercatori dell'Istituto di scienze e tecnologie della cognizione del Consiglio nazionale delle ricerche (Istc-Cnr) e del Deutsches Primatenzentrum di Gottinga (Germania), ha spiegato come essi riescano a identificare le relazioni di parentela e quale sia il loro vantaggio nel farlo.

“Sappiamo da trent’anni, grazie a precedenti studi, che i macachi sono capaci di riconoscere le relazioni di parentela che legano altri individui.

Nel 2030 prevista fusione uomo-macchina. Nanobots nei corpi della popolazione

Nanobots negli organismi umani dal 2030Pubblichiamo un articolo in cui è delineata la fusione uomo-macchina attraverso nanostrutture [1] introdotte negli organismi. La conoscenza della biogeoingegneria e dei suo sinistri addentellati ci permette di vedere nelle “previsioni” di Evans e Kurzweil una situazione in gran parte già realizzata. Le virgolette all’interno del testo sono nostre.

L’ “esperto” di scenari futuri, Dave Evans, ha recentemente condiviso i suoi convincimenti circa l’interazione uomo-macchina prossima ventura. In un'intervista rilasciata a James Bedsole, Evans ha illustrato le prospettive evocate da un altro “specialista” del settore, Ray Kurzweil. Kurzweil si riferisce a nanobots negli organismi umani entro il 2030.

Raymond Kurzweil, ingegnere ed esponente di spicco di Google, sembra avere talento per le predizioni accurate. Egli ha ribadito le sue anticipazioni a proposito della cosiddetta singolarità tecnologica che avverrà entro il 2045. Per Kurzweil, questo non si tradurrà in un mondo dove l’ “intelligenza” artificiale controllerà tutto e tutti, ma in una società in cui gli esseri umani saranno alimentati dalle nanostrutture.

Kurzweil ritiene che, come conseguenza della fusione tra uomo e macchina, i nanobots albergheranno negli organismi dal 2030.

Scienziati sostengono che gli alieni avrebbero progettato il DNA umano

DNA alienoUn paio di scienziati dal Kazakhistan credono che la nostra specie sia stata progettata da un potere superiore, una civiltà aliena che voleva o preservare un messaggio nel nostro DNA o semplicemente impiantare la vita su altri pianeti.

Maxim A. Makukov del Fesenkov Astrophysical Institute e Vladimir I. Shcherbak del al-Farabi Kazakh National University hanno passato 13 anni a lavorare per il Progetto del Genoma Umano: una missione che sperava di mappare il DNA.

Sono giunti alla conclusione che gli esseri umani sono stati progettati da un potere superiore, con una serie di schemi aritmetici e un linguaggio simbolico ideografico, codificato nel nostro DNA.

Credono che il 97% delle sequenze non codificate nel DNA umano, sia un codice genetico di forme di vita aliene.

Secondo la loro ricerca:

“la nostra ipotesi è che una civiltà extraterrestre più avanzata fosse impegnata a creare una nuova vita ed impiantarla su vari pianeti. La Terra è solo uno di questi. Quel che vediamo nel nostro DNA è un programma che consiste in due versioni, un codice gigante strutturato ed un codice semplice o di base.”

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