Biologia

I virus si possono combattere. Basta ascoltarli quando si parlano

I virus si possono combattere. Basta ascoltarli quando si parlanoAlcune delle più grandi scoperte scientifiche sono avvenute quasi per caso.

Come quella di una equipe di scienziati israeliani che potrebbe essere l'ultima frontiera della lotta ai virus più devastanti, come l'Hiv. Il team del Weizmann Institute of Science, istituto di ricerca israeliano, guidato da Rotem Sorek ha scoperto come combattere i virus 'ascoltando' le loro conversazioni.

Nello studio pubblicato su Nature viene spiegato che quando i virus devono decidere se uccidere o 'semplicemente' colpire il loro ospite (con un attacco 'soft') si scambiano dei messaggi chimici. L'intercettazione di tali messaggi - o meglio l'identificazione della proteina utilizzata dai virus per comunicare - potrebbe essere la chiave per nuovi farmaci anti-virali.

Una scoperta avvenuta per caso

Lo studio è stato condotto sui virus batteriofagi, o fagi, ovvero quelli che attaccano i batteri. In particolare i ricercatori israeliani stavano studiando una specie batterica chiamata 'Bacillus subtilis' per provare che i vari batteri si allertano tra di loro attraverso dei messaggi chimici sulla presenza dei fagi. Ma i ricercatori hanno scoperto che anche un invasore virale del batterio in questione - un fagio chiamato phi3T - emette questo genere di messaggi che influenzano il comportamento degli altri virus.

Scoperti i neuroni specchio

Neuroni specchioI neuroni specchio sono una delle più importanti scoperte scientifiche dgli ultimi vent'anni, una scoperta che ha cambiato il nostro modo di comprendere l'interazione tra gli essere umani (e tra gli animali), e che in un certo senso ha provato scientificamente il passo del poeta John Donne “nessun uomo è un isola”...

Ma come funzionano? Che implicazioni hanno per la nostra vita quotidiana? E per la nostra vita interiore?

I neuroni specchio sono una tipologia di neuroni la cui esistenza è stata rilevata per la prima volta verso la metà degli anni '90 da Giacomo Rizzolatti e colleghi presso il dipartimento di neuroscienze dell'Università di Parma. Utilizzando come soggetti sperimentali dei macachi, questi ricercatori osservarono che alcuni gruppi di neuroni si attivavano non solo quando gli animali erano intenti a determinate azioni, ma anche quando guardavano qualcun altro compiere le stesse azioni.

Studi successivi, effettuati con tecniche non invasive, hanno dimostrato l'esistenza di sistemi simili anche negli uomini. Sembrerebbe che essi interessino diverse aree cerebrali, comprese quelle del linguaggio.

I neuroni specchio permettono di spiegare fisiologicamente la nostra capacità di porci in relazione con gli altri.

Monitoraggio satellitare del fitoplancton nelle regioni polari

Monitoraggio satellitare del fitoplancton nelle regioni polariUn articolo pubblicato sulla rivista “Nature Geoscience” descrive l’analisi dei dati raccolti tra il 2006 e il 2015 sul fitoplancton nelle regioni polari, che hanno permesso di ricostruirne i cambiamenti e i cicli.

Un team di ricercatori guidato da Michael Behrenfeld, un esperto di plancton della Oregon State University, ha ottenuto questi dati grazie al satellite CALIPSO della NASA.

Il termine plancton è estremamente generico perché include organismi marini molto eterogenei, che possono essere piante, animali, virus, batteri, archea e altre creature ancora che sono considerate plancton. Per questo motivo, fino a poco tempo fa le nostre conoscenze riguardanti il plancton erano piuttosto limitate ma le cose stanno cambiando notevolmente grazie a ricerche come quella pubblicata nel maggio 2015 sulla rivista “Nature”.

Nella grande diversità del plancton, il termine fitoplancton indica gli organismi considerati parte di questo grande gruppo capaci di fotosintesi. Molti di questi organismi sono piante ma non tutti: ad esempio questa categoria include i cianobatteri. Il fatto che essi usino la fotosintesi significa che rilasciano ossigeno nell’atmosfera e ricerche compiute nel decennio scorso avevano mostrato come il fitoplancton produca circa metà dell’ossigeno totale prodotto dalle piante nel mondo.

In sostanza, è giustissimo preoccuparsi dello stato delle foreste mondiali ma anche il fitoplancton ha un ruolo fondamentale nella produzione dell’ossigeno che respiriamo.

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