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Car Free Days: impegnarsi a dimenticare l’auto

BiciclettaÈ possibile rinunciare completamente all’automobile? Per la maggior parte di coloro che vivono in zone in cui i servizi per il trasporto pubblico non si rivelano particolarmente efficienti, decidere di fare per sempre a meno dell’auto può rappresentare un miraggio irraggiungibile, in particolare se vi è la necessità di percorrere lunghe distanze per raggiungere il luogo di lavoro e se non sono presenti alternative praticabili.

Impegnarsi a dimenticare l’automobile in garage, magari per un solo giorno alla settimana, con particolare riferimento al weekend, forse non rappresenta un’impresa del tutto impossibile. Rinunciarvi una volta all’anno, per riflettere riguardo alle possibilità offerte dalla mobilità sostenibile nel proprio luogo di residenza, rappresenta di sicuro un’opzione praticabile.

Ecco che dunque nel mondo, con modalità differenti, negli ultimi decenni è iniziata la promozione dei Car Free Days, le giornate senza auto, da trascorre in nome di uno stile di vita più sostenibile e nel tentativo di limitare l’inquinamento urbano dovuto al traffico automobilistico. La versione italiana dei Car Free Days internazionali potrebbe essere identificata con le “Domeniche A Piedi”, di tanto in tanto promosse in alcuni capoluoghi di regione e spesso oggetto di proteste di varia entità, che contribuiscono purtroppo a trasformare la possibilità di rinunciare all’auto, anche per un solo giorno, in una vera e propria utopia.

A sostegno dei Car Free Days, a livello internazionale, troviamo World Carfree Networ, una rete internazionale formata da circa novanta organizzazioni e da numerosi privati cittadini che si impegnano nella promozione di alternative alla dipendenza dall’automobile ed alla progettazione di spostamenti che prevedano di farne a meno, utilizzando in sua sostituzione mezzi di trasporto maggiormente sostenibili, quali biciclette, treni e mezzi pubblici.

La Russia avvia il programma di difesa contro gli asteroidi

AsteroideIl programma di lotta contro le minacce provenienti dallo spazio sarà adotatto in Russia alla fine di quest’anno. Lo ha reso noto Vladimir Popovkin, capo di Roskosmos (Agenzia spaziale russa). Durante l’intervento alla camera alta del parlamento russo Vladimir Popovkin ha raccontato dell’inizio della creazione del centro unificato di avvistamento e di respinta delle minacce spaziali.

Negli ultimi giorni l’umanità ha avuto modo di riflettere seriamente sulla minaccia che può venire dallo spazio. Il 15 febbario il mondo è rimasto colpito dalla notizia del meteorite di Celiabinsk entrato nell’atmosfera della Terra sopra il Kazakhstan. La sfera di fuoco è volata sopra alcune regioni russe ed è caduta nella zona di Celiabinsk.

L’onda d’urto ha rotto le finestre di molte case. Sono stati ricoverati in ospedale centinaia di feriti. Il bolide di fuoco ha spaventato gli abitanti della Terra ed ha dimostrato che le minacce rappresentate dagli asteroidi sono oggi come non mai grandi, dice Boris Šustov, direttore dell’Istituto di astronomia presso l’Accademia delle scienze della Russia.

Sulla Terra cade un’immensa quantità di corpi di origine naturale. La massa totale della sostanza che arriva è stimata in molte decine di tonnellate al giorno. La maggior parte di questa sostanza è composta da polvere molte fine che non rappresenta per noi nessun pericolo.

La NASA studia la guerra nucleare per contrastare l’effetto serra

Guerra nucleareAlan Robock, assieme ad uno staff di ricercatori nordamericani e russi, ha confermato la teoria dell’inverno nucleare. Robock inoltre ha studiato l’introduzione di aerosol in atmosfera per modificare intenzionalmente il clima della terra.

Da tali studi nasce il suo avviso di NON adoperare uno strumento che rischia di creare disastri senza fine, anche dove si optasse per una limitata applicazione locale. Robock mette in guardia non solo rispetto ad una guerra regionale nucleare, ma anche sulle probabili conseguenze in caso di irrorazioni atmosferiche.

La NASA ha voluto approfondire tramite simulazioni al computer l’ipotesi di un dosaggio mirato di esplosioni di bombe nucleari, per comprendere l’effetto sul clima. Più di 2000 test atomici realmente effettuati (anche se poco noti all’opinione pubblica) hanno fornito dati significativi. (1)

Risultato: la simulazione dei ricercatori della NASA porta alla conclusione che una “piccola” guerra nucleare diminuirebbe l’effetto serra del pianeta influendo sul clima terrestre e innescando un raffreddamento globale. La causa sarebbero gli incendi derivati dalle esplosioni. Circa 6 milioni di tonnellate di carbonio andrebbero a depositarsi nella troposfera. Il carbonio assorbendo il calore solare si eleverebbe andando poi a finire nello strato più esterno della nostra atmosfera dove impiegherebbe molto più tempo per abbandonare il cielo.

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