Curiosità

In Canada visita al museo come terapia

La visita di una mostra, il contatto con l’arte, la cultura, è una terapia per chi soffre di disturbi psicologici ma anche a chi ha una malattia

Il progetto si chiama “The Art Hive” e rappresenta un passo decisivo per quella che è chiamata arte-terapia, secondo la quale la visita di una mostra, il contatto con l’arte, la cultura aiuta chi sta combattendo vere e proprie battaglie fisiche contro una malattia

E poi ci vengono a dire che con l’arte non si campa. La nuova frontiera della medicina proviene dal Canada e parrebbe sovvertire totalmente il significato letterale della suddetta affermazione. Dal primo novembre ogni dottore avrà la possibilità non di consigliare ma di prescrivere ai propri pazienti una bella visita al museo. Si chiamerà “The Art Hive”(1) e rappresenterà un passo decisivo per quella che è chiamata arte-terapia, secondo la quale la visita di una mostra, il contatto con l’arte, la cultura, non sarebbe solo utile a chi soffre di disturbi psicologici ma anche a chi sta combattendo vere e proprie battaglie fisiche contro una malattia.

Un esperimento che durerà un anno

Come scrive la rivista online specializzata positizie.it(2) “Ovviamente la prescrizione, ovvero la visita al museo, sarà totalmente gratuita per i pazienti e per il loro accompagnatore, più due minori di 17 anni, quindi un’intera famiglia, ogni medico avrà a disposizione 50 visite per altrettanti pazienti che ne potrebbero trarre beneficio”. Ancora si parla di un esperimento, il primo del genere al mondo, che sarà messo in atto per un intero anno; subito dopo aver analizzato i feedback da parte dei pazienti si deciderà se continuare o meno.

Il suono come mezzo di ricerca

Studiosi della Stanford University stanno lavorando per interpretare e manipolare ogni suono proveniente da più sorgenti del mondo che ci circonda

Il mondo del suono contiene una grande quantità di informazioni su tutto quello che ci circonda. Gli studiosi della Stanford University stanno esplorando questo paesaggio invisibile come strumento di ricerca e come mezzo per capirsi.

Gli accademici solitamente effettuano ricerche basandosi su ciò che vedono: leggono articoli di giornale; esaminano manoscritti; osservano al microscopio. Ma alcune cose possono essere apprese solo attraverso il suono.

Il suono del boom dei vulcani, il suono prodotto dal ronzio delle ali delle zanzare o il tono della voce di una persona trasmettono ad un osservatore visivo tutte quelle informazioni che la vista non può percepire. La sfida in tutti questi è imparare come dare un senso ai suoni che ci circondano, in alcuni casi con la tecnologia e in altri semplicemente ascoltandoci con più attenzione.

Oltre ad aiutarci a interagire con il mondo e l'uno con l'altro, il suono può essere uno strumento quasi fisico. Ad esempio, frequenze oltre la portata dell'udito umano possono sistemare le cellule cardiache in laboratorio. Le onde prodotte dal suono possono anche essere un mezzo per scrutare il corpo e diagnosticare le condizioni di salute.

Studiosi della Stanford University provenienti da tutte le branche della medicina, dell'ingegneria, delle scienze sociali e delle arti stanno lavorando in unanimità per interpretare e manipolare questo mondo udibile e per ripristinare l'udito a coloro la cui capacità è diminuita. Stanno persino aiutando le persone a imparare ad ascoltarsi più attentamente.

Il suono dei cambiamenti climatici

Pronto il primo champagne adatto per essere bevuto nello spazio

Non sarà più un sogno per i futuri viaggiatori dello spazio fare un brindisi. Una società ha creato il primo champagne da bere a gravità zero

Creato il primo champagne per i futuri turisti dello spazio

I futuri viaggiatori dello spazio che vorranno fare un brindisi con uno champagne avranno un problema in meno da risolvere. La società Mumm International ha sviluppato il primo champagne che può essere consumato in un ambiente a gravità zero.

L'attuale prototipo ha richiesto tre anni per essere sviluppato e consiste in una bottiglia con due camere: una contenente la bevanda e l'altra una valvola speciale per poter servire il contenuto. Quando entrambi i lati sono collegati, la valvola utilizza la pressione del CO2 presente nel vino per servirlo in una piccola porzione sotto forma di schiuma.

Una striscia di alluminio nell'apertura della bottiglia consente alla schiuma di champagne di assumere la forma di una sfera e quindi non andare alla deriva sulla navicella spaziale. Per servirlo, vengono usati dei piccoli occhiali che aiutano il contenuto a non galleggiare attorno.

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