Johannes Fiebag, il confine tra irrealtà e realtà

Alcuni scienziati sostengono che le particelle subatomiche sono processi, probabilità. Camminiamo su un filo al confine tra il vuoto ed il nulla

Come è possibile costruire qualcosa di concreto, oggettivo e tangibile su qualcosa che consiste solo di potenzialità; dove, in che punto si oltrepassa il confine tra irrealtà e realtà?

Johannes Fiebag, geologo ed ufologo tedesco, purtroppo scomparso prematuramente, in un celebre saggio dedicato agli altri, amplia l'orizzonte dell'investigazione, ponendosi domande che esulano dai confini dell'Ufologia.

Nel capitolo conclusivo, infatti, si chiede: “In che misura è reale la nostra realtà? Quant'è effettiva la nostra oggettività?”

Sarebbe auspicabile un approccio a questi basilari problemi, scevro di dogmi sia scientifici sia religiosi, come quello con cui Fiebag tenta di sondare l'insondabile. Sfortunatamente la “scienza” dominante è talmente ottusa da rifiutare di porre tra parentesi le sue granitiche certezze sul mondo: un'indagine spassionata ed avventurosa diventa così impossibile.

Fiebag osserva che la realtà è piena di fratture oltre che autocontraddittoria: “Nel mondo dell'infinitamente piccolo e nel mondo dei quanti la nostra percezione della realtà fallisce totalmente. Il fisico Werner Heisenberg scrisse un giorno: 'Negli esperimenti che compiamo sugli stati atomici ci troviamo di fronte a cose, apparizioni che sono altrettanto reali come lo sono i più comuni oggetti che usiamo e troviamo nella vita di tutti i giorni. Gli atomi e le particelle stesse tuttavia non sono altrettanto reali, cioè non lo sono allo stesso modo, perché formano il mondo delle potenzialità e non quello delle cose tangibili... Gli atomi non sono cose.”

Fiebag si chiede: “Come è possibile costruire qualcosa di concreto, oggettivo e tangibile su qualcosa che consiste solo di potenzialità; dove, in che punto si oltrepassa il confine tra irrealtà e realtà?” È un quesito gordiano cui se ne potrebbe aggiungere almeno un altro: perché la possibilità si trasforma in atto? Il reale come ridondanza.

Le dighe nelle foreste tropicali alterano la biodiversità e gli ecosistemi

Le dighe non vanno costruite nella foresta tropicale delle pianure come il bacino amazzonico a causa degli impatti sulla biodiversità acquatica e terrestre

Le dighe non dovrebbero essere costruite nelle regioni di foresta tropicale di pianure a causa della minaccia che rappresentano per la biodiversità e gli ecosistemi, secondo gli esperti dell'Università di Stirling.

La raccomandazione - pubblicata nel Journal of Applied Ecology (1) - viene da un nuovo studio che si concentra sul sistema idroelettrico di Balbina nell'Amazzonia brasiliana. Come molti sistemi idroelettrici nella regione, la diga di Balbina ha causato un'estesa frammentazione delle foreste, con vaste aree di terra allagate una volta chiusa la diga, trasformando in isolette la cime delle colline, oramai sommerse.

L'area delle isole forestali createsi nell'invaso della diga non è stata presa in considerazione nella valutazione dell'impatto ambientale e nel processo di rilascio delle licenze delle dighe. Gli esperti hanno scoperto che le comunità arboree sulle isole di Balbina sono "instabili", con alcune specie rare che si estinguono a causa dell'isolamento e della densità degli alberi. Questo potrebbe portare a future perdite nella biodiversità e nel funzionamento degli ecosistemi, come lo stoccaggio del carbonio, attraverso le 3.500 riserve di Balbina.

La dott.ssa Isabel Jones, ecologa della Facoltà di Scienze Naturali di Stirling che ha condotto la ricerca, ha dichiarato: "Idealmente, raccomandiamo di non costruire dighe nelle regioni di foresta tropicale delle pianure come il bacino amazzonico, a causa degli impatti di vasta portata sulla biodiversità acquatica e terrestre".

Le alluvioni associate alla costruzione di mega-dighe nelle regioni di foresta tropicale pianeggiante possono influire negativamente sulla biodiversità attraverso la perdita di habitat terrestri e acquatici. In tutto il mondo, le dighe hanno spostato tra i 40 e gli 80 milioni di persone portando a impatti sociali significativi.

Inoltre, i bacini artificiali nelle regioni tropicali come il bacino amazzonico possono emettere quantità significative di gas serra, incluso il metano, che può rendere le dighe tropicali molto meno "verdi" rispetto ad altre fonti rinnovabili. Nonostante questo, la costruzione di dighe in Amazzonia è in aumento, con oltre 280 nuove dighe pianificate o già in costruzione, mettendo ia rischio di impatti una regione critica per l'equilibrio climatico globale e per la biodiversità.

Il ghiaccio in Groenlandia si scioglie velocemente

ll ghiaccio in Groenlandia si sta sciogliendo. Questo fenomeno porterà ad un innalzamento più rapido del livello del mare a causa del surriscaldamento

Lo scioglimento del ghiaccio nella parte sud-occidentale della Groenlandia potrebbe rappresentare un importante causa dell'innalzamento del livello dei mari.

Secondo una ricerca scientifica, la Groenlandia si sta sciogliendo più velocemente di quanto gli scienziati pensassero in precedenza. Questo fenomeno, innescato dal continuo e accelerato riscaldamento dell'atmosfera terrestre, porterà probabilmente ad un innalzamento più rapido del livello dei mari.

Gli scienziati, preoccupati per l'innalzamento del livello dei mari, si sono a lungo concentrati sulle regioni Sud-orientali e Nord-occidentali della Groenlandia, dove dai grandi ghiacciai si staccano giganteschi blocchi di ghiaccio che vanno a finire nell'Oceano Atlantico. Questi grandi pezzi di ghiaccio man mano che si allontanano si sciolgono. Un nuovo studio, pubblicato recentemente negli Atti dell'Accademia Nazionale delle Scienze, ha rilevato che la più grande perdita di ghiaccio, sostenuta dall'inizio del 2003 alla metà del 2013, proviene dalla regione Sud-occidentale della Groenlandia, che è per lo più priva di grandi ghiacciai.

Il professor Michael Bevis, (1) autore principale del giornale, 'Ohio Eminent Scholar' e docente di geodinamica presso la Ohio State University, asserisce: “La ragione non va indagata nei ghiacciai, perché nell'area non ce ne sono molti, quanto nello scioglimento della massa superficiale.”

Il risultato principale del loro studio: Southwest Greenland, che in precedenza non era stata considerata una seria minaccia, probabilmente diventerà in futuro un importante contributo all'innalzamento del livello del mare.

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