Degrado ambientale

I cambiamenti del clima causano il riscaldamento oceanico

Il riscaldamento oceanico è un indicatore molto importante dei cambiamenti del clima e ci sono prove solide che si sta riscaldando più rapidamente

Un'analisi di quattro recenti studi sul riscaldamento degli oceani, causato dai cambiamenti del clima, suggerisce che il calore intrappolato dai gas serra sta aumentando le temperature degli oceani più velocemente di quanto si pensasse.

I risultati forniscono un'ulteriore prova del fatto che precedenti affermazioni di un rallentamento o di “una pausa” nel riscaldamento globale negli ultimi 15 anni erano infondate.

“Se vuoi verificare dove si manifesta il riscaldamento globale, osserva gli oceani”, puntualizza il dottor Zeke Hausfather,(1) uno studente laureato nel gruppo Energy and Resources presso l'UC Berkeley e co-autrice del documento. “Il riscaldamento oceanico è un indicatore molto importante dei cambiamenti climatici e abbiamo prove solide che si sta riscaldando più rapidamente di quanto pensassimo”. La nuova analisi, che è stata pubblicata su Science,(2) mostra che le tendenze nel contenuto di calore oceanico corrispondono a quelle previste dai modelli leader dei cambiamenti climatici e che il riscaldamento globale degli oceani sta accelerando.

Assumendo uno scenario di ordinaria amministrazione in cui nessuno sforzo è stato compiuto per ridurre le emissioni di gas serra, i modelli del Progetto 'Intercomparison Project 5' (CMIP5) prevedono che la temperatura degli oceani, fino a una profondità di 2000 metri, aumenterà di 0,78 gradi Celsius entro la fine del secolo. Ne consegue che la dilatazione termica, causata da questo aumento di temperatura, potrebbe aumentare di 30 centimetri i livelli del mare, in aggiunta al già significativo innalzamento del livello del mare causato dallo scioglimento dei ghiacciai e delle calotte glaciali. Gli oceani più caldi contribuiscono anche a tempeste più forti, uragani e precipitazioni estreme.

“Mentre il 2018 sarà il quarto anno più caldo mai registrato in superficie, sarà sicuramente l'anno più caldo mai registrato negli oceani, così come lo erano il 2017 e il 2016”, ha detto il dottor Zeke Hausfather, dopo aver analizzato i dati preliminari per il 2018. “Il segnale del riscaldamento globale è molto più facile da rilevare se sta cambiando negli oceani piuttosto che in superficie.”

Il surriscaldamento causerà la femminilizzazione delle tartarughe verdi

Il sesso delle tartarughe appena nate è determinato dalla temperatura, e attualmente circa il 52 per cento delle tartarughe verdi da cova sono femmine

Fino al 93 per cento dei piccoli di tartarughe verdi potrebbe essere di sesso femminile entro il 2100, poiché i cambiamenti climatici causano la “femminilizzazione” della specie.

Il sesso delle tartarughe appena nate è determinato dalla temperatura e attualmente circa il 52% delle tartarughe verdi da cova - una delle sette specie di tartarughe marine - sono femmine.

Uno studio dell'Università di Exeter e del Centro per le Scienze Marine ed Ambientali(1) (Portogallo) suggerisce che nelle temperature più calde, previste dalle stime dell'Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), il 76-93% dei nascituri di tartaruga verde sarà di sesso femminile. Le cifre stimate si riferiscono alla ricerca fatta in Guinea-Bissau e in Africa occidentale, ma i ricercatori si aspettano un quadro simile a livello globale.

Secondo gli studiosi l'incremento della proporzione porterebbe inizialmente a un numero maggiore di nidificazioni di femmine con un conseguente aumento della popolazione per poi arrivare a un repentino declino poiché le temperature di incubazione raggiungerebbero livelli considerati letali. Inoltre, l'innalzamento del livello del mare sommergerà il 33-43% delle attuali aree di nidificazione utilizzate dalle tartarughe verdi sulle spiagge in cui è stato effettuato lo studio.

la dottoressa Rita Patricio,(2) del Center for Ecology and Conservation dell'Università di Exeter's Penryn Campus in Cornovaglia, (Centre for Ecology and Conservation in Cornwall)(3) spiega: “le tartarughe verdi dovranno affrontare seri problemi in futuro a causa della perdita di habitat e dell'aumento delle temperature. I nostri risultati suggeriscono che la popolazione nidificante delle tartarughe verdi dell'Arcipelago di Bijagós, in Guinea-Bissau, farà fronte agli effetti del cambiamento climatico fino al 2100.

Poche navi cargo inquinano come quasi tutte le auto del mondo

Le navi, dai cargo alle crociere e ai traghetti, inquinano con un impatto sull’ambiente devastante nell’aria quanto nell’acqua del mare

Pochi giganteschi cargo in mare aperto riescono ad inquinare come quasi tutte le auto del mondo. Dal 2020 dovranno utilizzare un gasolio più pulito.

Le auto Diesel sembrano avviarsi al capolinea, messe all’angolo della mobilità dalle istituzioni in seguito agli scandali sulle emissioni ritoccate dai colossi tedeschi dell’automobile.

Le maggiori città europee si preparano a chiudere il traffico ai Diesel più vecchi, le case automobilistiche si trovano a dover svuotare i magazzini e a tagliare la produzione di questi motori in favore di unità elettriche o ibride. Il motivo principale di questa rivoluzione è l’inquinamento.

Il motore Diesel amato per decenni si è mostrato più inquinante di quello a benzina, e per questo scomparirà dalle nostre strade. In mare ci sono invece ancora numerose navi e cargo alimentate con un gasolio meno raffinato di quello utilizzato dalle auto, che bruciano ettolitri di carburante per percorrere poche decine di metri.

Secondo alcuni studi, una ventina di navi porta container, spesso lunghe circa 400 metri, nei loro tragitti transoceanici inquinerebbero come la totalità del parco auto mondiale, un dato che troppo spesso viene messo da parte. L’IMO, Organizzazione Marittima Internazionale, ha per questo previsto che dal 2020 anche in mare sarà obbligatorio l’utilizzo dello stesso gasolio utilizzato dalle auto, con un basso contenuto di zolfo.

Le navi inquinano più delle auto Diesel?

Il mondo dei mari segue norme diverse da quello terrestre e stradale, come se fosse esente dal Protocollo di Kyoto sull’inquinamento e il surriscaldamento globale.

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