Salute

L’antibiotico resistenza è una minaccia che grava sulla salute pubblica

Allerta antibioticiL’Oms lancia l’allarme antibiotico resistenza. E l'Italia è tra i Paesi più a rischio in Europa

Oggi di fronte a un lungo intervento chirurgico, o un trapianto d’organo, quello che ci preoccupa di più è senza dubbio la complessità dell’intervento in sé. Ma un domani le banali infezioni che oggi riusciamo a tenere a bada grazie agli antibiotici, potrebbero essere la vera minaccia. «Nessuna fantasia apocalittica, ma una possibilità molto reale per il 21esimo secolo»: è la cosiddetta era post-antibiotica ipotizzata da Keiji Fukuda, vice direttore generale per la sicurezza sanitaria dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, nel rapporto Antimicrobial resistance: global report on surveillance 2014 in cui «le infezioni comuni e le ferite lievi potrebbero tornare a uccidere» perché le nostre armi contro i batteri, diventati resistenti agli antibiotici, potrebbero non funzionare più.

L’antibiotico resistenza, e una possibile era post-antibiotica, sono minacce che già da qualche tempo gravano sulla salute pubblica. Per questo l’Oms e i governi dei diversi Paesi, si stanno preoccupando di monitorare il problema, e aumentare la sensibilizzazione della popolazione, attore principale della questione. L’Oms ha così stilato il rapporto citato in precedenza, reso pubblico lo scorso 2 maggio, che ha messo insieme i dati di 114 Paesi, dando per la prima volta un quadro globale del problema.

E che ha confermato come la resistenza microbica sia un problema serio e attuale, tutt’altro che in declino, che non riguarda solo i Paesi più industrializzati, ma anche quelli meno sviluppati, come l’America del sud o l’Africa: «Questo è il vero allarme – spiega a Linkiesta Annalisa Pantosti, direttore del reparto di malattie batteriche, respiratorie e sistemiche dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss) – e il grande merito dell’Oms è di aver messo insieme il problema dell’antibiotico resistenza nelle varie parti del mondo».

L'Oms avverte: lavarsi le mani è vitale

Ogni anno centinaia di milioni di pazienti nel mondo, 7 ogni cento nei Paesi industrializzati e 10 su 100 in quelli in via di sviluppo, hanno delle infezioni correlate ai luoghi in cui sono stati curati e al personale sanitario che vi opera, molte delle quali causate da germi resistenti ai comuni antibiotici.

A lanciare l'allarme è l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), secondo la quale in molti casi basterebbe un semplice gesto come quello del lavaggio accurato delle mani da parte di medici e infermieri per evitarle.

LE LINEE GUIDA DELL'OMS

In occasione della giornata mondiale dell'igiene delle mani l'Oms ha identificato i cinque momenti chiave nei quali gli operatori sanitari dovrebbero curare maggiormente l'igiene, lavando le mani con acqua e sapone o strofinandole con un detergente senz'acqua a base di alcol.

Prima di toccare il paziente, prima di svolgere procedure che richiederebbero un ambiente asettico, come ad esempio l'inserimento di un catetere, dopo il contatto con fluidi del corpo, dopo aver toccato il paziente e dopo aver toccato ciò che lo circonda.

Ti sei accorto delle scie chimiche? Allora hai bisogno di una cura psichiatrica

Scie chimiche - psichiatriaCome molti di voi già sapranno, ogni anno la lobby degli psichiatri si riuscire in gran segreto per decidere quali nuovi comportamenti, prima normali, devono rientrare in disturbi mentali come la schizofrenia, la depressione, la paranoia e chi più ne ha più ne metta.

I motivi dietro alle loro scelte sono spesso di carattere economico, alle volte però c’è ben altro dietro, come nel caso del morgellons etichettato come parassitosi allucinatoria o nel caso trattato nell’articolo, cioè le scie chimiche

Le scie chimiche e la geoingegneria in generale sono sempre più all’occhio della popolazione e ad oggi circa il 30% delle persone è consapevole, un numero considerevole che va tenuto a bada in qualche modo.

Ecco quindi che subentra uno strumento di debunking subdolo, che mira a influenzare il 70% della popolazione che ancora dorme, spingendola ad emarginare quel 30% sveglio, etichettandolo come malato di mente.

Ed è così che ora l’apprensione per ciò che ci stanno facendo sulle nostre teste si trasforma in un disturbo ossessivo compulsivo (OCD), curabile con una terapia cognitivo comportamentale (lavaggio del cervello) e farmaci (veleni per la mente).

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