Alimentazione

La Terapia dei Trigger Point è un autotrattamento che allevia il dolore

Il Manuale della Terapia dei Trigger Point - LibroGuida all’Autotrattamento per alleviare il dolore

Si chiamano Trigger Point perché come dice la traduzione della parola, sono “punti grilletto”, che se premute, sparano il dolore a distanza. È un Trigger Point il muscolo del collo che quando premuto viene sentito dal paziente nella tempia. È un Trigger Point quel punto doloroso del muscolo lombare che se premuto viene sentito nella gamba, è un Trigger Point quel muscolo della scapola che quando premuto viene percepito sullo sterno.

Sono delle piccole contratture che si formano nei muscoli generando, come conseguenza, malessere cronico. Hanno origine in seguito a uno stress, una postura scorretta, un incidente, una caduta, una malattia, una tensione emozionale, una carenza nutrizionale, ecc. Ci sono poi punti attivi e punti latenti, che possono entrare in gioco solo a determinate condizioni, e ci sono punti principali e secondari.

La Terapia dei Punti Trigger è stata ideata da terapeuti americani negli ultimi decenni e consiste nella stimolazione tramite pressioni manuali, lente e di tipo diverso in quanto a intensità, su determinati punti della struttura miofasciale muscolare (riconoscibili al tatto per la loro dolorabilità e maggior densità tessutale). In questo modo i dolori nel giro di qualche trattamento scompaiono.

In questo dettagliato manuale gli esperti in materia Clair e Amber Davies ti presentano la Terapia dei Trigger Point e la sua straordinaria forza nel curare moltissime patologie: dall'artrite al mal di testa, dai dolori alla schiena e al collo, al gomito del tennista, dalla sinusite ai postumi di incidenti e interventi chirurgici.

Smentito definitivamente il mito secondo cui gli OGM agiscono sul corpo umano allo stesso modo degli alimenti naturali

No OGM - DNAStudio, sul DNA degli OGM, conferma che può trasferirsi direttamente negli esseri umani... cade il mito che gli alimenti transgenici agiscono sul corpo umano allo stesso modo degli alimenti naturali.

L'idea che il DNA di organismi geneticamente modificati (OGM) sia ripartito e digerito nel tratto digestivo per essere reso innocuo, è una pretesa industriale comune, ma è palesemente falsa.

Un recente studio pubblicato sulla rivista scientifica  PLoS ONE ha rilevato che la farina derivata da frammenti di DNA di OGM sono pienamente in grado di trasferire i loro geni direttamente nel flusso sanguigno, cade il mito che gli alimenti transgenici agiscono sul corpo nello stesso modo come alimenti naturali.

Un'analisi combinata di altri quattro studi indipendenti che coinvolgono più di 1.000 campioni umani e un team di ricercatori provenienti da università in Ungheria, Danimarca e Stati Uniti ha esaminato il processo di assimilazione degli OGM attualmente consumati in tutto il mondo.

Questo include i derivati di colture GM con alto contenuto di fruttosio nello sciroppo di mais (HFCS) e da mais GM, ad esempio, le proteine di soia e da soia GM, così anche le carni ottenute da animali nutriti con una dieta a base di GM.

I 10 cibi meno ecologici secondo Coldiretti

Ciliege nel mercantileSul podio, ricevono rispettivamente un oro, un argento e un bronzo, salgono le ciliegie cilene, i mirtilli argentini e gli asparagi del Perù.

È la Coldiretti in occasione della Giornata mondiale dell’ambiente, a rendere nota una classifica.

La top ten dipende dal fatto che per arrivare sulle tavole degli italiani alcuni cibi fanno lunghi viaggi, con conseguente consumo di petrolio ed emissioni di gas serra.

Il più lungo tragitto lo fanno le ciliegie dal Cile che attraversano 12mila chilometri con un consumo di 6,9 chili di petrolio e l’emissione di 21,6 chili di anidride carbonica. Gli danno battaglia i mirtilli dall’Argentina: 11mila chilometri, 6,4 kg di petrolio che liberano 20,1 chili di anidride carbonica.

Ma l’elenco è lungo.

La frutta c’è quasi tutta: le more, i cocomeri, i meloni, i melograni, i fagiolini e così via.

Ma eccoli i cibi che avvelenano l’ambiente:

Pagine