Invenzioni

Dal MIT la prima auto ibrida-elettrica che vola

TF-XIn un prossimo futuro avremo la possibilità di guidare un'auto elettrica volante?

L'idea non sembra così azzardata per via di un progetto fondato nel 2006 da parte di alcuni laureati del MIT. Terrafugia negli Stati Uniti ha testato il proprio primo prototipo di auto volante.

L'azienda ha ricevuto oltre cento prenotazioni per l'acquisto di uno dei mezzi di trasporto del futuro.

I futuri acquirenti sarebbero stati incoraggiati dal fatto che il primo prototipo di auto volante, ibrida-elettrica, si sia rivelato realmente in grado di alzarsi in volo, dispiegando le proprie ali pieghevoli.

Il veicolo è a due posti e può dunque ospitare due passeggeri, Non si tratterà, almeno inizialmente, di un mezzo di trasporto alla portata di tutti, dato che il suo costo è stato previsto per una cifra dell'ammontare di ben 279 mila dollari.

L'auto volante è dotata di speciali strumenti di supporto per il decollo e per l'atterraggio. Il primo prototipo al momento ha bisogno di essere collocato in un ampio spazio aperto per potersi sollevare in volo, ma, nonostante i numerosi ostacoli ancora da superare, i fondatori di terrafugia ed ideatori dell'auto volante ibrida-elettrica si sono dimostrati realisti di fronte alle sfide. Sono consapevoli di avere la necessità di disporre di capitali elevati e di dover lavorare per sviluppare una tecnologia che possa rendere l'auto volante un mezzo di trasporto il più sicuro possibile.

Nuovo metodo per controllare la dinamica delle onde elettromagnetiche in un metamateriale

FormulaUn team di ricercatori dell’Università di Kyoto ha scoperto un modo per controllare la dinamica delle onde elettromagnetiche all’interno di un metamateriale.

La ricerca è stata pubblicata in arxiv.org e porta a termine una serie di ricerche iniziate intorno al 1990.

Da anni gli scienziati sanno che le onde elettromagnetiche possono essere catturate ed intrappolate all’interno dei metamateriali: il problema è sempre stato quello di riuscire a riutilizzarle.

Prima di questa ricerca si potevano solo catturare onde elettromagnetiche concentrandole all’interno di una nube di atomi che avevano una proprietà unica: la capacità di assorbire o di lasciare passare le onde in base alle frequenze che avevano in entrata. Usando un laser, gli scienziati hanno scoperto che era possibile variare la frequenza delle onde, in modo da controllare il flusso in entrata e quello in uscita.

Restava irrisolto il solito problema: le onde in uscita non erano utilizzabili. Il gruppo di ricerca coordinato da Toshihiro Nakanishi ha provato ad utilizzare un metodo alternativo per intrappolare le onde: usando materiali che non esistono in natura, noti come metamateriali, è possibile catturare le onde elettromagnetiche e rilasciarle senza variarne lo stato.

Dolore cronico: un chip che impedisce di sentire il dolore

Dolore cronicoMal di schiena, mal di testa, dolori lombari, dorsali, cervicali e alle articolazioni: quando la causa non è certa o non è curabile, la neurostimolazione e altre metodiche correlate possono essere la soluzione

Ne soffre una persona su 5, una su 11 quotidianamente. È il dolore cronico, un problema molto diffuso, anche se sottovalutato: solo il 2% di chi ne è afflitto si rivolge al medico per risolverlo. Pochi sanno infatti che esistono tecniche molto avanzate per migliorare la situazione e veri e propri centri specializzati che hanno come obiettivo la terapia e la cura del dolore.

"Si definisce dolore cronico benigno un dolore che dura da almeno sei mesi le cui cause spesso non sono ben note o, anche se lo sono, non sono curabili: non è pertanto più un sintomo, ma diventa una vera malattia - afferma Giovanni Frigerio, medico anestesista specialista del settore -. Colpisce persone di tutte le età, anche giovani, che devono convivere con questo problema per tutta la vita, anche se spesso il dolore è tale da essere invalidante e da interferire con le normali attività. Si stima che in Europa ogni anno si perdano 500 milioni di giorni lavorativi per questo motivo, con una perdita di ricchezza pari a circa 34 miliardi di euro".

La terapia convenzionale consiste di solito nella somministrazione di antidolorifici o oppiacei: il problema è che, sul lungo periodo, l'effetto tossico può superare quello terapeutico.

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