Diete

Le proprietà benefiche del crescione

CrescioneTra le erbe aromatiche dalle proprietà benefiche, c’è senza dubbio il crescione, una pianta erbacea caratterizzata da un odore dolciastro e dal sapore molto particolare, quasi pungente, e dalle mille virtù curative per l’organismo. Le proprietà del crescione sono note fin dall’antichità, tant’è che veniva definito “l'insalata che guarisce”.

Secondo gli antichi Romani, il crescione riusciva ad influire sul carattere delle persone facendole diventare più affettuose, mentre per i Greci aveva addirittura delle proprietà afrodisiache. Nel Settecento vennero riconosciute ala pianta le proprietà stimolanti, espettoranti, depurative e diuretiche, tutte virtù che la medicina tradizionale ha riscontrato e accettato.

Crescione, le proprietà benefiche

Del crescione (Nasturtium officinale) si usa la parte aerea, che contiene principi arrivi estremamente interessanti quali vitamine, in particolare quelle del gruppo C, A, B1 e B2, sali minerali, soprattutto il ferro e isosolfocianati. Le vitamine e i sali minerali gli attribuiscono proprietà toniche e dietetiche, mentre gli isosolfocianati sono utili per stimolare l’apparato respiratorio, la circolazione periferica e per rinforzare il cuoio capelluto. Proprio a proposito dell’apparato respiratorio, il crescione è utile perché è capace di rallentare la proliferazione di germi e batteri e di prevenire il raffreddore; inoltre, grazie alle sue facoltà espettoranti è utile per chi soffre di reumatismi.

Le salutari proprietà del peperoncino rosso

Peperoncini rossiIl peperoncino previene la crescita dell’Helicobacter pylori, batterio responsabile di gastriti e di ulcere; sotto forma di pomata attenua i dolori reumatici, le nevralgie e il mal di testa; migliora la circolazione del sangue, abbassa il colesterolo, favorisce la digestione, riduce il gonfiore addominale e facilita l’eros perché la capsicina, sostanza di cui il peperoncino è ricchissimo, agevola la vasodilatazione, favorendo l’erezione.

Non è finita qui. Si è scoperto anche che il peperoncino brucia le cellule tumorali. Sören Lehmann dell’università di Los Angeles, autore dello studio ha scoperto che la capsaicina, l’alcaloide principale responsabile della sensazione di piccante prodotta dai peperoncini, è in grado di indurre le cellule tumorali del cancro alla prostata ad innescare il processo di apoptosi, ossia una sequenza di autodistruzione presente nelle cellule.

Lo studio condotto sui topi ha dimostrato che la capsaicina è in grado di indurre l’apoptosi di circa l’80% delle cellule tumorali, e in alcune culture in vitro di cellule umane ne ha bloccato o ridotto notevolmente la proliferazione. Secondo Lehmann la dose somministrata ai topi corrisponderebbe, per una persona di 90 chili, a 400 milligrammi di capsaicina, a sua volta pari al consumo di tre-otto peperoncini della varietà habañera, considerati i più piccanti del mondo. Il contenuto di capsaicina può infatti variare notevolmente a seconda del singolo frutto, oltre che della varietà.

Uno studio realizzato da Richard Mattes e Mary Jon Ludy della Purdue University di West Lafayette, in Indiana (Usa) ha evidenziato invece che il peperoncino è in grado di bruciare le calorie del pasto, eliminare i morsi della fame e aiutare l’organismo a ottimizzare la digestione degli alimenti e l’assorbimento delle sostanze nutritive.

La Stevia è un ottimo sostitutivo dello zucchero

SteviaUna pianta che è stata sottoposta a numerosi studi scientifici fino a quando l’Efsa (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) ne ha assicurato la salubrità per il consumo umano. Proveniente dal Sud America, arriva sul mercato un dolcificante naturale.

Addio ad aspartame e altri dolcificanti artificiali?

Addio dipendenza da zucchero?

Non esattamente. Sul mercato europeo si affacciano però alternative naturali per addolcire i più comuni alimenti e bevande. Con il Regolamento europeo 1131/2011, lo scorso 12 novembre la Commissione Europea ha approvato l’utilizzo degli steviosidi.

La Stevia è una pianta autoctona del Sud America e le foglie sono lavorate come quelle del tè per estrarne il dolcificante che pare sia ben 300 volte più potente dello zucchero. Questo tipo di edulcorante è stato vietato nel 1999, quando la Commissione sugli Additivi nei Cibi dell’OMS e il Comitato Scientifico per gli Alimenti dell’Unione Europea evidenziarono la cancerogenicità del suo metabolita, lo steviolo.

Alcuni anni dopo, però, nuovi studi scientifici ne hanno smentito i rischi di cancerogenicità e genotossicità. Il recente parere positivo dell’Efsa (l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) ne ha concesso ora l’autorizzazione al commercio.

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