Psicologia

La virtù di saper aspettare

TempoLe cose belle accadono a chi sa aspettare, a chi conosce il valore della pazienza, a chi coltiva il suo orto con impegno, sforzo e dedizione. Perché tutto ciò che ci richiede di attendere con pazienza(1) crea intorno a noi un alone di entusiasmo e aspettative.

Amo le persone che sanno che tra la semina e il raccolto è necessaria anche una fase di irrigazione e attesa. È vitale non cadere nella disperazione, non sentirsi confusi quando il futuro appare incerto e non sappiamo quando arriverà ciò che desideriamo.

Ricordate che la primavera torna sempre

Mi ricordo che, un inverno, mio padre aveva bisogno di legname, quindi cercò un albero morto e lo tagliò. Arrivò la primavera e dal tronco ormai marcio di quell’albero iniziarono a spuntare dei nuovi e sottilissimi rami. Mio padre si rattristò e disse:

Ero sicuro che quell’albero fosse morto. Quest’inverno aveva perso tutte le foglie, ma probabilmente il freddo ha fatto sì che i rami si spezzassero e cadessero, come se in quel vecchio tronco non fosse rimasto nemmeno un pizzico di vita. Eppure ora capisco che c’era ancora vita in lui!

Perché una persona ci irrita?

RabbiaAndiamo direttamente al punto cruciale della questione.

Quando qualcuno ci irrita, è probabilmente perché:

1) Vediamo in lui una parte di noi stessi che non ci piace. Rifiutiamo di vedere quella qualità in noi stessi e quindi non desideriamo vederla nemmeno in un altro;

2) Il modo in cui ci maltratta rispecchia perfettamente il modo in cui maltrattiamo noi stessi al nostro interno;

3) Questa persona può ricordarci qualche problema con cui siamo ancora collegati: qualcuno con cui è rimasto un “sospeso” e una situazione non risolta, qualche “limitazione” con la quale non siamo riusciti a riconciliarci;

4) Non ci permette di distorcere la verità come facciamo di solito, con questa persona non riusciamo a “raccontarcela” e non si presta al nostro gioco, non sostiene le nostre illusioni preferite e non vuole ignorare ciò che è palese;

5) Ci mostra cosa possiamo diventare in futuro e come possiamo farlo, ma non ci sentiamo pronti per fare questo salto, quindi preferiamo denigrarla con la speranza di tirarla giù e riportarla al nostro livello.

Prima di giudicare gli altri bisognerebbe giudicare se stessi

PettegolezziI Sioux avevano un proverbio molto interessante: “prima di giudicare una persona cammina tre lune nelle sue scarpe”. Si riferivano al fatto che giudicare è molto facile, capire è un po’ più difficile, ed essere empatici è molto più complicato. Questo si ottiene solo se si sono vissute esperienze simili.

Tuttavia, spesso affermiamo che gli altri ci capiscono, comprendono le nostre decisioni e le condividono, o almeno ci appoggiano. Quando non lo fanno, ci sentiamo male, ci sentiamo incompresi e anche respinti.

Naturalmente, non è colpa nostra, tutti abbiamo bisogno che in alcune situazioni qualcuno convalidi le nostre emozioni e decisioni, è perfettamente comprensibile. Ma subordinare la nostra felicità all’accettazione degli altri o prendere decisioni basandoci sulla paura che gli altri non ci capiscano è un grosso errore.

Perché ciò che gli altri pensano di te, in realtà dice molto di più di loro che della tua persona, riflette chi sono loro, non chi sei tu.

Quando qualcuno critica una persona senza essere in grado di mettersi nei suoi panni, senza mostrare un briciolo di empatia e senza cercare di capire il suo punto di vista, in realtà sta semplicemente esponendo il suo modo di essere. Con le sue parole potrebbe gridare al mondo che pensa che sei una persona cattiva, ma con il suo atteggiamento sta rivelando solo che lui è una persona insicura, con una mentalità rigida e piena di stereotipi.

Si critica ciò che non si comprende o non si vuole accettare.

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