Astronomia

Una antica fusione di stelle di neutroni

Due stelle di neutroni si sono scontrate vicino al sistema solare miliardi di anni fa. Un evento cosmico che ha creato elementi che sono diventati parte di noi

Una fusione di stelle di neutroni, avvenuta vicino al sistema solare miliardi di anni fa, spiega le abbondanze di attinidi nel primo sistema solare. La Columbia University e la University of Florida studiano il segno di un evento cosmico che ha creato elementi che sono diventati parte di noi.

Gli astrofisici Szabolcs Marka della Columbia University (1) e Imre Bartos (2) presso l'Università della Florida, hanno identificato una violenta collisione di due stelle di neutroni 4,6 miliardi di anni fa. Secondo questa nuova ricerca, pubblica di recente dalla rivista Nature, (3) questo particolare evento cosmico, vicino al nostro sistema solare, ha generato lo 0,3 per cento degli elementi più pesanti della Terra, tra cui oro, platino e uranio.

Il dottor Imre Bartos spiega: “Le meteoriti forgiate nel primo sistema solare portano le tracce di isotopi radioattivi. Questi decadimenti degli isotopi agiscono come orologi che possono essere utilizzati per ricostruire il tempo in cui sono stati creati.”

Per arrivare alla loro conclusione, Bartos e Marka hanno confrontato la composizione delle meteoriti con le simulazioni numeriche della Via Lattea. Grazie a questo confronto, essi hanno scoperto che una singola collisione stellare di neutroni si sarebbe verificata circa 100 milioni di anni prima della formazione della Terra, nel nostro stesso vicinato, a circa 1000 anni luce dalla nube di gas che alla fine formò il Sistema Solare.

La stessa galassia della Via Lattea ha un diametro di 100.000 anni luce, o 100 volte la distanza di questo evento cosmico dalla culla della Terra.

Come si formano nello spazio i dimeri HCN

Ricerche hanno suggerito che nello spazio l’adenina si possa essere formata da molecole più semplici contenenti idrogeno, carbonio e azoto

Un gruppo internazionale di astronomi guidato da Víctor M. Rivilla dell’Inaf di Arcetri (Firenze) ha scoperto l’abbondante presenza, nello spazio interstellare, dell’isomero Z della cianometanimina – considerata un precursore dell’adenina

Capire l’origine della vita sulla Terra studiando le nubi molecolari della Via Lattea? È possibile ed è quello che sta cercando di fare un team internazionale di astronomi guidati da Víctor M. Rivilla, ricercatore dell’Inaf di Arcetri, a Firenze, con un contratto Marie Sklodowska-Curie, nell’ambito del programma AstroFIt2.(1)

Gli esperti hanno avvistato per la prima volta nel mezzo interstellare, il “serbatoio” che alimenta la formazione di stelle e pianeti nell’universo, la parte mancante della molecola cianometanimina (Z-HNCHCN), che si pensa essere un precursore di una componente chiave del Dna e dell’Rna, cioè l’adenina. La scoperta è stata effettuata con i dati raccolti dal radiotelescopio Iram di 30 metri a Granada, in Spagna.

Modelli teorici hanno suggerito che l’adenina possa essere formata da molecole più semplici contenenti idrogeno (H), carbonio (C) e azoto (N). In particolare, i dimeri(2) di HCN (molecole con 2 atomi di H, C e N) sono considerati i ”mattoni” fondamentali per la formazione dell’adenina. È per questo di cruciale importanza, dal punto di vista astrobiologico, capire come i dimeri HCN si formino nello spazio.

Universo e illusioni astronomiche

Cercando pianeti abitabili, la NASA fa credere che l’universo osservato sia un meccanismo su cui la Vita alligna solo se ci sono certe condizioni

La notizia che la sonda Kepler della NASA ha scoperto una terra simile a 1.400 anni luce di distanza ha eccitato molti, contenti di non essere soli nell’universo e convinti che la Vita emerga solo in pianeti abitabili, cioè vicini a una stella gialla come il nostro sole.

La NASA li sta scoprendo e non sono pochi, per ora 2.326, riportano esperti e media, “dimenticando” di chiedersi cos’è la Vita.

Incredibile ma vero nessuno lo sa. Dopo lunghe discussioni i biologi hanno raggiungo il seguente accordo: la Vita è tutto ciò che si riproduce e mantiene il suo ordine. Una tale definizione include cristalli, pianeti, stelle e sistemi solari, oltre tutti gli organismi sulla superficie terrestre; dimostra che le origini della Vita non risalgono a un passato remoto, ma si rinnovano in ogni concepimento. Il nostro sistema solare nasce con l’esplosione di una supernova, 4-5 miliardi di anni fa. L‘universo osservato nasce con un Big Bang circa 14 miliardi di anni fa, ma è appena il 5% della massa totale e potrebbe essere la riproduzione di universi simili, “oscuri” ma calcolati, sempre sognati e illustrati dagli artisti.

L’Universo è un Organismo intelligente, dicono saggi e poeti sin dall’antichità.

Cercando pianeti abitabili, la NASA fa credere che l’universo osservato (5%) sia un meccanismo su cui questo ente misterioso, la Vita, alligna solo se ci sono certe condizioni. Pochi sanno dell’immane energia oscura che pullula dal “vuoto” ed è niente di meno il 70% della massa, secondo dati ufficiali. Non solo; si “dimentica” anche che il “vuoto” permea tutto, persino gli atomi dei nostri corpi, ed è legato al restante 25% che è materia oscura. Così grazie alla pubblicità, quasi tutti “ignorano” che le sonde spaziali non osservano la realtà, ma solo le “ombre” direbbe Platone i suoi effetti sul 5%. La notizia strepitosa è che il 95% oscuro è indipendente dalle tre forze universali che consideriamo naturali (gravità, elettromagnetismo e nucleare forte).

Allora il 95% è sovrannaturale!?!

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