Farmaci che ammalano

I bimbi vaccinati diventano clienti fissi delle farmaceutiche

Secondo voi a cosa servono i vaccini?Credete davvero che proteggono dalle malattie? Assolutamente NO!Bensì è L’ESATTO CONTRARIO,fanno diventare a chi li assume un CLIENTE A VITA delle lobby farmaceutiche,in quanto i vaccini sono LA SPINA DORSALE dell’industria farmaceutica,il punto di partenza che NON FA sviluppare un individuo in modo completamente sano,in modo da farlo ricorrere in futuro a farmaci….. Un bambino che non viene vaccinato invece cresce in modo sano, con difese immunitarie molto più elevate di chi si fa vaccinare,e quindi raramente sarà costretto in futuro a ricorrere a farmaci…un vero fallimento per l’industria farmaceutica…..

500% più malattie, rispetto ai bambini non vaccinati.

I sospetti sono stati confermati per coloro diffidano di vaccinare i loro figli.

Un recente ampio studio conferma altre indagini di studio indipendente (da Big Pharma) confrontando bambini non vaccinati ai bambini vaccinati. Tutti mostrano che i bambini vaccinati hanno da 2 a 5 volte più malattie infantili, malattie ed allergie, rispetto ai bambini non vaccinati.

In origine, il recente studio ancora in corso, confrontato bambini non vaccinati contro un sondaggio sanitario nazionale tedesca condotta da KiGGS che coinvolge oltre 17.000 bambini fino a 19 anni. Questo indagine e studio è attualmente ancora in corso ed è stato avviato da un medico omeopata classico, il dott. Andreas Bachmair.

Studio shock: gli psicofarmaci incrementano l’impulso al suicidio

Psicofarmaci incrementano l’impulso al suicidioA ribadire la validità e la gravità dei dati è Rob Wipond, giornalista americano impegnato per Mad in America. Lo studio danese è in effetti sconvolgente, obbliga a prendere atto di una realtà e a riflettere su di essa.

Da sottolineare come anche molti altri studi abbiano messo in evidenza che l’assunzione di psicofarmaci può aumentare fino al 30% il rischio di suicidio, così come si sa che influiscono negativamente la riduzione dell’esposizione alla luce solare e la deprivazione di sonno; in questo caso si parla anche di visite psichiatriche e ricoveri in reparti appositi.

I ricercatori dell’università di Copenaghen hanno condotto uno studio a livello nazionale confrontando individui morti per suicidio negli anni tra il 1996 e il 2009 e andando a vedere che tipo di trattamento psichiatrico avevano avuto nell’anno precedente l’atto: nessun trattamento, assunzione di psicofarmaci, contatti con cliniche psichiatriche, visite psichiatriche d’urgenza o ricovero (volontario o coatto) in ospedale psichiatrico. I suicidi erano 2.429, i casi controllo 50.323.

I ricercatori hanno concluso che l’assunzione di psicofarmaci nell’anno precedente il suicidio rende quest’ultimo 5,8 volte più probabile; il contatto con una clinica psichiatrica aumenta la probabilità di suicidio di 8,2 volte; visite psichiatriche d’urgenza aumentano la probabilità di 27,9 volte; il ricovero in ospedale psichiatrico aumenta la probabilità per una persona di uccidersi di 44,3 volte.

L’antibiotico resistenza è una minaccia che grava sulla salute pubblica

Allerta antibioticiL’Oms lancia l’allarme antibiotico resistenza. E l'Italia è tra i Paesi più a rischio in Europa

Oggi di fronte a un lungo intervento chirurgico, o un trapianto d’organo, quello che ci preoccupa di più è senza dubbio la complessità dell’intervento in sé. Ma un domani le banali infezioni che oggi riusciamo a tenere a bada grazie agli antibiotici, potrebbero essere la vera minaccia. «Nessuna fantasia apocalittica, ma una possibilità molto reale per il 21esimo secolo»: è la cosiddetta era post-antibiotica ipotizzata da Keiji Fukuda, vice direttore generale per la sicurezza sanitaria dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, nel rapporto Antimicrobial resistance: global report on surveillance 2014 in cui «le infezioni comuni e le ferite lievi potrebbero tornare a uccidere» perché le nostre armi contro i batteri, diventati resistenti agli antibiotici, potrebbero non funzionare più.

L’antibiotico resistenza, e una possibile era post-antibiotica, sono minacce che già da qualche tempo gravano sulla salute pubblica. Per questo l’Oms e i governi dei diversi Paesi, si stanno preoccupando di monitorare il problema, e aumentare la sensibilizzazione della popolazione, attore principale della questione. L’Oms ha così stilato il rapporto citato in precedenza, reso pubblico lo scorso 2 maggio, che ha messo insieme i dati di 114 Paesi, dando per la prima volta un quadro globale del problema.

E che ha confermato come la resistenza microbica sia un problema serio e attuale, tutt’altro che in declino, che non riguarda solo i Paesi più industrializzati, ma anche quelli meno sviluppati, come l’America del sud o l’Africa: «Questo è il vero allarme – spiega a Linkiesta Annalisa Pantosti, direttore del reparto di malattie batteriche, respiratorie e sistemiche dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss) – e il grande merito dell’Oms è di aver messo insieme il problema dell’antibiotico resistenza nelle varie parti del mondo».

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